venerdì 11 gennaio 2019

IL CORVO - THE CROW

(The crow di Alex Proyas, 1994)

È una storia particolare quella che ruota intorno al film The crow, un'opera nata dal dolore, approdata nel dolore e finita per diventare un vero e proprio cult movie, sia per l'estetica innegabilmente vincente, sia per le vicende che hanno portato alla morte di Brandon Lee, ferito sul set da un colpo d'arma da fuoco. La storia è quella ideata da James O'Barr nei primi anni Ottanta sulle pagine dell'omonimo fumetto; l'ispirazione e la leva motivazionale che spinsero l'autore a creare il personaggio di Eric Draven, il protagonista de Il Corvo, arrivano dal dolore sofferto a causa della morte della giovane fidanzata avvenuta qualche anno prima a causa di un incidente stradale. Questo senso di perdita, unito ai dettagli di un fatto di cronaca avvenuto in quegli anni a Detroit dove una coppia di giovani fidanzati venne uccisa per un misero bottino di pochi dollari, diede vita a una storia ormai divenuta un piccolo culto per milioni di amanti sia della Settima che della Nona arte.

In una città malfamata e non ben precisata, nella Notte del Diavolo vengono appiccati incendi e perpetrati i crimini più efferati. Durante uno di questi il giovane Eric Draven (Brandon Lee) viene ucciso dalla banda di T-Bird (David Patrick Kelly), solo dopo aver assistito alla brutale aggressione con stupro della fidanzata Shelly (Sophia Shinas), al seguito della quale anche lei perderà la vita. Accade però che a volte il Corvo che porta le anime dei morti nell'aldilà conceda a qualcuna di queste, quelle più inquiete e desiderose di soddisfazione, di ritornare per raddrizzare alcuni dei torti subiti. È così che Eric si ritrova di nuovo nel mondo dei vivi con la capacità di poter sopravvivere a qualsiasi ferita e con la volontà di vendicare gli abusi subiti. Eric diventa una sorta di angelo vendicatore, dolce nei lineamenti, il volto imbiancato come fosse uno spettro dark, implacabile nelle azioni che non concedono pietà ai violenti. La sua giustizia si abbatterà non soltanto sulla banda di T-Bird ma si estenderà all'organizzazione capeggiata da Top Dollar (Michael Wincott), il vero ideatore dietro la Devil's night. Unici alleati del nostro eroe la piccola Sarah (Rochelle Davis), una bambina figlia di una prostituta che Eric e Shelly avevano idealmente adottato, e il poliziotto Darryl (Ernie Hudson), ex ufficiale degradato e mandato a pattugliare le squallide strade dove si annida la peggior feccia della città. Poco per volta Eric tenterà di riportare un poco di luce in una città marcia dove nonostante tutto"non può piovere per sempre".


Mettendo per un attimo da parte l'alone da film maledetto che Il Corvo porta con sé a causa della morte di Brandon Lee che per molto tempo ha sollevato le ipotesi più disparate (un po' come attorno alla morte del padre Bruce si sono raccontate per anni storie non veritiere), quello che nel film funziona è l'impatto visivo molto cupo e d'effetto, anche perché sul versante narrativo Il Corvo rientra nei canoni del classico revenge movie. Fin dalle prime sequenze la camera di Alex Proyas offre movimenti fluidi sulle panoramiche della città e ottimo brio sui dettagli, assecondata da una fotografia virata al rosso e ai toni bui che incorniciano una città degradata e pericolosa che diventa anch'essa protagonista, con i suoi vicoli putridi, i suoi tetti oscuri e le architetture iconiche. Tra le strade di questa città si muove un protagonista dal look impeccabile, una crasi perfetta tra indole dark e romanticismo che non poteva non rimanere impresso. Su queste caratteristiche, su alcune frasi indovinate, su diverse sequenze perfette per un fermo immagine da poster e su una colonna sonora di qualità si è decretato il successo di un film che sono ancora in molti a ricordare con grande affetto e piacere, al di là degli effettivi meriti intrinseci della pellicola.

Bisogna trovare le note giuste per costruire un cult, metterle bene insieme e farle suonare in maniera armoniosa, con Il Corvo, al di là di tutto, bisogna ammettere che Proyas è riuscito in questo intento davvero molto bene.


PS: in seguito al decesso di Brandon Lee è stato possibile terminare il film ricorrendo all'uso di stunt-men e controfigure, facendo ricorso in parte alla grafica computerizzata e recuperando parti del girato precedente.

4 commenti:

  1. Un film che ho scoperto dopo il momento di suo massima fama ma ho amato molto, anche se saranno, boh quindi anni che non lo rivedo. Dici bene, tutto è molto in equilibrio e alcune sequenze, sono entrate nel vito, i (tanti) seguiti non gli allacciano nemmeno le scarpe, dimostrazione di quanto questo sia un film unico, quasi quasi me lo rivedo, mi hai messo voglia di riscoprirlo ;-) Cheers!

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    1. Io lo vidi al Cinema, i suoi sequel invece non li ho mai visti, questo anche a distanza di anni si guarda ancora con piacere

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  2. A parte la vicenda extra cinematografica questo è un film davvero incredibile, che ti entra e non ti lascia più, straordinario ;)

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