martedì 15 gennaio 2019

I PADRONI DELLA NOTTE

(We own the night di James Gray, 2007)

I padroni della notte ha tutte le caratteristiche del poliziesco, è un film moderno, dei giorni nostri, con protagonisti volti noti del Cinema attuale, ma è anche un film che ha nell'animo un sentore di anni 70 (pur essendo ambientato nel 1988) e che guarda a modelli grandi, sicuramente più grandi di lui, tra i quali non può non venire in mente il gusto per il crime di Martin Scorsese, ma non mancano ispirazioni provenienti dal Cinema settantiano realizzato da altri maestri del periodo. James Gray raccoglie l'eredità di questi maestri mettendo in scena una narrazione solida, lineare, con qualche perdita di fuoco nella fase finale del film ma con la capacità di portarsi a casa un ottimo risultato. Da apprezzare, almeno per chi scrive, la scelta di non cedere alla faciloneria visiva: una delle sequenze più drammatiche del film nella quale è presente un'inseguimento in auto, un punto cruciale della narrazione, è quanto di meno spettacolare si possa vedere in video nel Cinema moderno, scene cariche di tensione immerse in una pioggia battente in mezzo alla quale è persino difficile seguire gli accadimenti, ciò nonostante Gray costruisce la scena con un crescendo emotivo di gran caratura evitando le solite esplosioni alle quali ci siamo ormai assuefatti. Un film di uomini, di valori (anche traditi), di attori, un film che per qualcuno potrebbe puzzare di vecchio ma che oggi forse è ancor più necessario di quanto potesse esserlo decenni addietro. Il legame con il passato è evidente fin dall'apertura del film che ci presenta una serie di foto in bianco e nero del lavoro svolto dalla polizia a New York negli anni d'oro delle droghe pesanti, una sequenza d'immagini che sfuma sul reale inizio della vicenda: musica disco, una sensualissima Eva Mendes si concede al suo Joaquin Phoenix, meravigliosa coppia protagonista del film.


Brooklyn, New York, 1988. Sono gli anni delle grandi discoteche, locali lussuosi dove circolano fiumi di denaro, sesso e soprattutto droghe, in un periodo in cui queste ultime stanno diventando una vera piaga per la città. Bobby Green (Joaquin Phoenix) gestisce uno dei locali più in voga di Brooklyn, El Caribe, per conto del proprietario Buzhayev (Moni Moshonov), un vecchio russo con un nipote che sembra essere uno dei pezzi grossi della criminalità per ciò che concerne lo spaccio di droga. Purtroppo Vadim (Alex Veadov) ha scelto proprio il locale dello zio per portare avanti i suoi affari. Su questo Bobby chiude un occhio, il ragazzo è una testa calda, un ribelle in contrasto aperto con la famiglia, soprattutto con il padre Albert (Robert Duvall) e il fratello Joe (Mark Whalberg), entrambi pezzi grossi della polizia di New York. L'unica persona al quale Bobby sembra sinceramente legato è la fidanzata Amanda (Eva Mendes). Quando il padre e il fratello scoprono che Vadim è a capo di una grossa organizzazione criminale chiedono l'aiuto di Bobby per cercare elementi utili al fine di incastrare e togliere di mezzo il criminale russo. Bobby si troverà in una situazione spinosa e a dover prendere decisioni tutt'altro che facili, perché alla fine i legami inscindibili sono sempre quelli dettati dal sangue.


Fondamentali sono proprio i legami ne I padroni della notte, quelli familiari, quelli di corpo (la polizia), quelli di riconoscenza; se nella costruzione della vicenda siamo dalle parti di The departed, la fotografia e l'ambientazione guardano invece al passato, ottime le scelte cromatiche vintage, bellissimo lavoro sui costumi, sotto i riflettori lo scontro tra due generazioni d'attori vinto ancora una volta dal leone Robert Duvall, un uomo senza fine, sostenuto splendidamente da un Phoenix impeccabile nell'interpretazione, forse un po' troppo ondivago il suo personaggio, ma si sa, eventi fuori dal comune producono esiti imprevedibili. Un poco defilato l'impettito Mark Whalberg ma, diciamocela tutta, non è attore dello stesso calibro degli altri due. È un ottimo film questo di James Gray che è capace di suscitarci un po' di nostalgia per ciò che non è più, donandoci però la speranza che nelle mani giuste quel mood così particolare è sempre pronto a tornare in vita. E noi siamo qui ad accoglierlo a braccia aperte.

4 commenti:

  1. Un grandissimo film sempre troppo sottovalutato, come tutto il cinema di James Gray del resto. Grazie per avermelo fatto ricordare e riscoprire.

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    1. Si, ho letto pareri contrastanti sulla validità di questo film, concordo con te nel dire che forse qualcuno l'ha un po' sottovalutato, ora recupererò altro di Gray.

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  2. Ce l'ho in dvd: film gradevole, telefonato nel colpo di scena intermedio e presumibile sul dove voglia andare a parare nel finale, ma comunque è una storia che scorre bene e si fa seguire :)

    Moz-

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    1. Forse i colpi di scena non sono così inaspettati ma il film alimenta la giusta tensione, a me non è dispiaciuto affatto, anzi!

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