lunedì 9 settembre 2019

INDIVISIBILI

(di Edoardo De Angelis, 2016)

Storia di un amore tra sorelle in un territorio abbandonato e ferito. Siamo a Castelvolturno, litorale campano poco lontano dal Golfo di Gaeta: Viola (Angela Fontana) e Daisy (Marianna Fontana) sono due gemelle siamesi adolescenti, unite all'altezza del bacino. Nella loro zona le due sorelle sono delle piccole celebrità, l'ignoranza e la superstizione del popolino locale, composto da disperati e immigrati, fa sì che le due ragazze siano viste come una specie di segno divino, una mistura tra il freak beneaugurante e il vero e proprio fenomeno religioso, aspetto questo alimentato dall'interessato parroco della zona (Gianfranco Gallo), un uomo dalla fede scarsa ma dalla testa fina, capace di sfruttare miserie e credenze degli ultimi del luogo. Ma non è solo Don Salvatore a giovare della fama delle due ragazze, Viola e Daisy sono anche due brave cantanti ben inserite nel fenomeno neomelodico tutto campano, un entourage familiare le segue, garantisce loro una vita migliore di quella di molte persone che stanno loro attorno, ma le sfrutta anche inesorabilmente. Il padre Peppe (Massimiliano Rossi) è un uomo triste che vede nell'handicap delle figlie la possibilità di fare soldi, scrive per loro i testi delle canzoni e si ritiene un poeta, la madre Titti (Antonia Truppo) è una debole mezza sfatta che tira avanti quasi per abitudine, più sveglio lo zio giovane Nando (Marco Mario de Notaris), una sorta di manager per le Indivisibili. Durante il loro tour tra battesimi, matrimoni ed eventi religiosi, Viola e Daisy hanno modo di incontrare diverse persone interessate a loro per motivi disparati, uno di questi, il Dottor Fasano (Peppe Servillo), svela alle due ingenue ragazze che la loro condizione è del tutto reversibile e che una semplice operazione potrebbe garantire loro la possibilità di una vita normale. Le ragazze, Daisy in primis che tra le due è la più intraprendente e desiderosa di vita, capiscono che la famiglia pur di sfruttarle le ha condannate a un'esistenza limitante negandogli le comuni esperienze alle quali vanno incontro le coetanee della loro età.


Edoardo De Angelis ci racconta attraverso la vicenda delle due sorelle una Campania povera, ferita e abbruttita, una terra di immigrazione, fatiscenza e squallore edilizio per una volta lontana dalle mani avvolgenti della malavita che in questo film non trova posto. La situazione, umana e contingente, comunque non è delle più allegre. La vita, quella vera e positiva, sta proprio nel cuore di Daisy e Viola, nell'amore infinito che hanno una per l'altra, soprattutto Viola, che più timorosa si aggrappa alla forza della sorella, una ragazza che non si fermerà davanti a nulla pur di ottenere quella vita piena che tanto desidera. Ma per poterlo fare le decisioni devono essere comuni, i gesti devono essere comuni e ogni azione deve compiersi contro il volere di una famiglia che sulla disgrazia delle due giovani ha campato per troppi anni.


Con Indivisibili il Cinema italiano trova due bellissime interpreti, le sorelle Fontana sono una piccola grande rivelazione, alcune sequenze del film grazie alla loro bravura toccano il cuore e fanno sperare in una carriera interessante per entrambe le giovani attrici. Il regista ha un bellissimo sguardo sulle sue protagoniste, le carezza senza mai mettere da parte gli altri personaggi tratteggiati sempre in maniera interessante, tramite Viola e Daisy però De Angelis ci mostra soprattutto un contesto, un territorio martoriato al quale servirebbero più e più interventi, luoghi abbandonati a loro stessi inevitabilmente motori di vite tragiche e ai margini. Molteplici gli spunti di interesse: i legami familiari, la disabilità, i moti adolescenziali, l'attrazione (anche sessuale) verso il diverso e soprattutto il bellissimo rapporto tra due sorelle inseparabili.

Indivisibili è l'ennesima dimostrazione che a volerlo cercare un Cinema diverso (dalla commedia sbracata) c'è anche qui da noi.

4 commenti:

  1. l'ho apprezzato molto, oltre che per i motivi che hai elencato anche per il grottesco di certe scene, come l'orgia sulla barca.

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    1. L'ho apprezzato molto anche io, nel piccolo si trovano le cose più interessanti, molto bello il carrozzone messo in scena sulla barca.

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  2. Apprezzato parecchio, e in tal senso sono d'accordo con la tua analisi ;)

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    1. Ieri sono tornato a Napoli con un altro film piccolo, se riesco ne parliamo in questi giorni :)

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