Intervista realizzata per Loudd.
L: Ciao Robin, potremmo iniziare questa intervista raccontando in poche parole ai nostri lettori di cosa parla il tuo libro, senza svelarne punti salienti, giusto per farci un'idea su cosa ci si può aspettare leggendo Nina - Io non sono te.
RK: Ciao Dario, innanzitutto vi ringrazio per questa opportunità e per avermi regalato questo spazio. Mai me lo sarei immaginato, essere tra queste pagine mi lusinga e inorgoglisce. Volendo risponderti, questa è la storia di due giovanissime donne che si ritroveranno, chi per volontà, chi per obbligo, in un luogo cupo e pericoloso: un campo di addestramento per giovani reclute. La prima per mettersi alla prova, per crescere e migliorarsi, la seconda per un sincero moto di solidarietà verso i più deboli. Nel frattempo, impareranno a valutarsi l'un l'altra, ma anche a difendersi da quegli individui che per i più disparati motivi vorranno far loro del male. Mi piacerebbe definire Nina - Io non sono te un piccolo puzzle, un'opera il cui contenuto viene condiviso tramite brevi episodi narrati non sempre in modo cronologicamente lineare: uno stratagemma per dare informazioni utili senza mai divenire pesanti. È di fatto un dark action con sfumature storico-drammatiche. Mi preme però che il lettore sappia che non sta per approcciarsi a un fantasy, nonostante l'uso di alcune nomenclature scelte ad hoc possa far supporre qualcosa di simile. In parole spicciole? Se si vuol leggere di disciplina, amicizia, rabbia, sadismo e anche un po' di sana empatia, questo libro ne è buono spunto.
L: A naso direi che sei parecchio giovane, puoi raccontarci se hai avuto altre esperienze legate alla scrittura (libri, racconti, blog, scarabocchi sul banco di scuola, liste della spesa e cose simili...)?
RK: Ma grazie! Non sono poi così giovane, suvvia! Vero è che Google dice che rientro tra i Millennials, anche se tra i primissimi, quelli nati negli anni '80... e comunque se lo dice Google, io prendo e porto a casa! La scrittura fa parte di me, semplicemente, perché è la più sincera colonna sonora dell'intera mia esistenza: uno strumento per esprimere me stessa, prima di tutto, ma anche il modo più funzionale di comunicare al mondo tutto quanto a voce non sono forse mai stata in grado di esprimere. Sono partita dagli scarabocchi a scuola, è vero, ma poi mi sono resa conto che non potevo continuare a portarmi dietro pezzi di banco, e così ho deciso di prendere un quadernetto e continuare lì. Mai scelta fu più azzeccata, direi! Ho avuto (e ho) diversi blog, oltre a un sito che porta il mio nome (http://www.robinkartwrite.it), ho scritto storie a puntate, favole per i nipoti e racconti one shot per intrattenere un pubblico di animalisti coccolosi, ma anche articoli più o meno scientifici e più o meno Search Engine Optimized. Di liste ne faccio fin troppe, e guai a chi s'avvicina anche solo da lontano al mio "Favoloso libro di ricette appuntate negli anni che viene rimpinguato ogni volta che ne invento una nuova". Ecco, forse dovrei rivedere il titolo di quest'ultimo, che credo potrebbe darmi problemi in futuro, volessi mai pubblicarlo! Storielle e favolette a parte, Nina - Io non sono te è il primissimo lavoro importante che porto a termine. Una cosa seria, tanto che dentro ci sono personaggi, ambientazioni, colori e perfino cose-che-accadono-ai-personaggi, cioè, insomma, 'na roba di quelle che fanno tremare le gambe, che se sei abbastanza fortunato riesce a farti chiamare (lo dico a bassa voce, perché fa strano pure a me) scrittore!
L: Ogni libro vive all'interno di un suo contesto, quello presente in Nina - Io non sono te è molto particolare, puoi spiegarci come sei arrivata a scegliere proprio questo tipo di ambientazione?
RK: Beh, questa è una curiosità... e oltretutto nasce per serendipity, nel senso che cercavo qualcosa e ho trovato tutt'altro. L'ambientazione, la fredda Russia, è stata scelta perché alla mia protagonista è stato dato un nome russo. Beh, tu mi dirai, allora già sapevi di volere ambientare la storia in Russia, dato che hai chiamato il tuo personaggio Sveta! No, non lo sapevo. Sapevo solo che volevo "legare indissolubilmente il testo a me" cercando un significato nel nome del personaggio che richiamava l'origine del mio nome di nascita. Sembrerà stupido, ma Sveta ha radici simili a quelle del mio nome, il fatto che fosse di origine slava non aveva avuto rilevanza fino a quando poi non ho dovuto costruirci una storia attorno. E così è stato. Ho studiato, ho fatto ricerche e mi sono appassionata a una cultura così tanto lontana dalla nostra, ma con la quale ha anche tanti punti in comune. Ho avuto perfino la fortuna di conoscere una giovane madrelingua che un po' sapesse di italiano e mi raccontasse segreti succulenti di prima mano. Tipo quali sono i dolci che vanno per la maggiore durante la colazione, se fa davvero così freddo (risposta che non è giunta con soddisfacente entusiasmo, direi) e se le notti durano un'eternità proprio come raccontano le leggende da queste parti. Beh, lei è una russa che praticamente vive sullo stesso parallelo di Milano, e 'sta roba delle notti lunghissime non l'ha vista mai nemmeno lei. Ecco, diciamo che ho scoperto che la Russia è assai vasta... di una vastità che difficilmente si riesce a immaginare tutta in una sola nuvoletta di pensiero.
L: Domanda secca a tradimento. Tre autori che ti piacciono e che ci consiglieresti di leggere (se vuoi puoi citare qualche titolo e motivare la scelta).
RK: Alessando Baricco. Mi strugge l'anima ogni volta che leggo le sue storie psichedeliche. Credo che questo autore abbia in tasca qualcosa di stupefacente, così come credo mantenga costantemente un conto in sospeso con la realtà, visto che da quest'ultima rifugge, ma alla quale torna sempre con pungente rammarico. La verità è che i suoi testi stimolano in modo spontaneo e prepotente il mio inconscio, che quatto quatto spinge per venir fuori e dire la sua, e questa sensazione è talmente vivida e autentica che non posso non dargliene merito e farne menzione. Qualcuno dei suoi che consiglio? Castelli di rabbia e Tre volte all'alba su tutti. Il primo per la capacità che l'autore ha avuto di mettere in parole suoni, colori, gusti, odori e sensazioni, oltre a mostrare il potere invitto della mente umana. Il secondo perché è un paradosso dolceamaro.
Daniel Pennac. Colui che sa scrivere di purezza e crudeltà insieme senza strafare e cadere nel grottesco. Mai. Un autore coerente e perspicace, che dalla sua ha una sottile ironia che riesco a gustare ogni volta con gran soddisfazione. Da grande mi piacerebbe imparare a scrivere altrettanto bene. Banalmente consiglio la di lui Saga Malaussène, alla quale va data una possibilità solo per l'arguta sagacia con cui viene portata a compimento.
J. K. Rowling. Sì, lei. Una tra le pochissime donne che ha saputo magicamente restituirmi il sapore dell'infanzia, in un momento in cui ne avevo perso completamente il ricordo. E che riesce a farlo ancora adesso, ogni volta che apro uno dei suoi libri. Non ho molto da aggiungere, accenno a questa autrice solo per l'ascendente che ha avuto su di me, quando ancora mi sentivo una piccola e cinica giovinetta senza speranze. La dote più grande della saga di Harry Potter si intreccia indissolubilmente ai buoni sentimenti che troppo spesso dimentichiamo di possedere in origine: da bambini siamo perfetti nell'animo, nella mente e nel cuore. Poi qualcosa ci impensierisce, stendendo un velo di realtà troppo pesante e fitto perché si riesca ancora a respirare con leggerezza. Ecco, per qualche ora mi prendo una pausa dalla realtà e torno bambina. Può esistere regalo più grande che un autore possa farci?
L: Leggendo il libro è chiaro come nella tua testa ci siano già uno o più possibili sequel, puoi svelarci quali programmi hai per il futuro dei tuoi personaggi (a livello editoriale) e se hai idea dei tempi di realizzazione dei tuoi progetti?
RK: Eccoti un'altra curiosità: quest'opera è stata ideata come unica. La suddivisione in tre tomi (ho già accennato al fatto che la saga è composta da tre volumi?) è arrivata successivamente, quando ho potuto appurare che la mole dell'intera trama era troppo corposa perché il lettore potesse accettare un libro d'esordio di mille e più pagine. Così mi sono detta che suddividerla sarebbe stata la migliore strategia, sperando così di conquistare il lettore prima e proporgli a mano a mano il resto dopo. Sono attualmente in piena stesura, e mentirei se dicessi che mi sento sicura di poter proporre già il seguito (data la mia più che conclamata vena ossessiva di voler revisionare il resto più volte per evitare refusi), ma certamente per il nuovo anno andrà in pubblicazione, augurandomi che il terzo possa trovare completamento entro il 2020 e venire alla luce l'anno successivo. Romanticamente mi piacerebbe pubblicarne uno all'anno, sempre nella medesima data e farmi tre bei regali di compleanno di fila, ma vedremo poi in realtà come andranno le cose.
L: Sappiamo tutti che esordire nel mondo dell'editoria non è cosa facile, come mai hai optato per l'autoproduzione e quali sono secondo te le difficoltà maggiori che oggi si incontrano per chi vuole trovare una casa editrice seria disposta a credere davvero in un progetto?
RK: Mai come oggi posso dirti che è effettivamente dura. È dura anche quando si studia in modo approfondito, si opera d'impegno e perseveranza, e si sceglie umilmente di fare gavetta e prendersi critiche non sempre costruttive. È dura perché affinché si possa esser scelti è necessario lasciare che terze persone giudichino il tuo lavoro. E non parlo solo degli agenti letterari o degli individui preposti in vece delle case editrici alle quali con tanta speranza hai inviato il tuo manoscritto, ma anche del primo pubblico cui si concede di misurare la tua anima, il tuo "inside", al quale probabilmente assegneranno un'anonima stellina che lo definirà irrimediabilmente. E a te autore deve andare bene. In ogni caso ho scelto consapevolmente l'autopubblicazione perché le realtà "piccine" di case editrici appena avviate, e indubbiamente oneste, non avrebbero saputo offrirmi qualcosa che da sola non avrei potuto io stessa mettere in atto. E va bene la presentazione a Santa Margherita di Fossa Lupara, ma beh... ci siamo intesi, no? Così, se proprio voglio fare un tuffo nell'ignoto, che sia fatto con le mie forze, le mie energie, le mie "strategie", i miei errori e tante capocciate utili a permettermi una sana crescita. Poi, chissà, io sono ottimista, indiscusso giudice è solo il lettore, e sarà quest'ultimo a lasciare che il mio testo emerga se davvero lo merita. A volte fa più un passaparola che tante costosissime strategie di marketing.
L: Come ci siamo già detti chiacchierando, la copertina scelta per il libro mi ricorda in maniera forte il "romanzo rosa", genere che posso affermare si trovi parecchio lontano dai tuoi contenuti, vuoi rassicurare i nostri lettori che penso siano anche loro su un'altra lunghezza d'onda rispetto al classico romanzo d'amore?
RK: Eccomi a rassicurarvi, cari lettori (e-spero-presto-fan-sfegatati-di-Nina)! Non c'è una, dico una, scena di puccettoso rosa in quest'opera... oddio, forse viene giusto accennato un bacetto, ma quello concedetemelo! Nella paura di diventare monotematica, ho tentato di spaziare per quanto possibile attraverso vari canali sensoriali ed emotivi, volendo che i miei personaggi sperimentassero situazioni autentiche. Sì, forse mi sono lasciata un po' andare in quanto a cupezza e termini duri (qualcuno una volta mi ha definito "virile", riferendosi al mio stile di scrittura), ma venendo al fulcro della domanda, la scelta di adoperare una copertina tanto luminosa è più che voluta. Ciò proprio a fronte non solo del nome dato alla protagonista (quello cui prima accennavo), ma anche della non così subliminale dicotomia "luce/buio" che permea l'intero testo. D'altro canto, volessimo badare solo alla quarta di copertina, sapremmo che i giovani impegnati in questo percorso vogliono diventare Ombre Oscure, quindi è sotteso partano da una certa "luminosità" d'animo. Non avrei potuto scegliere immagine migliore... e se è vero che non bisogna giudicare un libro dalla copertina, allora è giusto dare una possibilità anche al mio non convenzionale abbinamento.
L: Il libro presenta una narrazione cronologica non lineare. La stesura del testo da parte tua ha seguito l'ordine cronologico degli avvenimenti o la versione finale che è andata in stampa rispecchia l'ordine in cui hai effettivamente scritto i capitoli? Quanto tempo fa è nato questo progetto?
RK: E veniamo al tasto dolente! Ho ricevuto critiche contrastanti a tale proposito. C'è chi ha apprezzato e chi ha detestato la scelta di andare "avanti e indietro" nel tempo senza motivazione apparente. Questi salti sono stati il mio più grande orgoglio e la mia dannazione. Chi non li ha capiti non ha voluto nemmeno fare il tentativo di mettere insieme i pezzi, chi invece ne è rimasto meravigliato in un caso mi ha addirittura dato la soddisfazione di leggere il testo per più di una volta ordinando gli episodi cronologicamente: un modo come un altro per carpire altri indizi. La stesura è tendenzialmente nata nell'ordine attuale, giusto il Prologo è venuto un po' dopo, assieme a un paio di capitoletti intermedi. Di fatto, però, in corso di scrittura mi sono resa conto che erano le idee a spuntare rigogliose e a trovare la corretta collocazione all'interno dell'arco temporale ogni volta che mi lasciavo andare all'ispirazione, tanto che al termine di un capitolo non dovevo fare altro che segnarmi qualche appunto e attendere il momento adatto per svilupparne successivamente il seguito. Nella mia mente però è nato quasi tutto nel modo proposto. Le primissime parole del libro appartengono al capitolo che ora è stato numerato come quarto della prima parte ("Libera la mente") e sono state messe su carta il primo settembre del 2017. Ricorderò per sempre questo giorno, perché è stato quello in cui ho conosciuto Sveta, la mia protagonista.
L: Ma tu ti senti più Nina o più Sveta? (questa i lettori la capiranno dopo aver letto il libro)
RK: Bella domanda, alla quale dare una risposta è poco meno che andare in crisi profonda. Io sono entrambe e nessuna. Vivo attraverso di loro e loro sanno di me, nel senso che possiedono il sapore della mia rabbia, conoscono il modo in cui mi relaziono con il mondo, hanno ben chiare le reazioni che potrei mettere in atto a fronte di determinati accadimenti. Come ho potuto in più di una circostanza appurare, riferendomi a Sveta, lei è tutto ciò che io sono e tutto quanto io mai sarò, in un senso di profonda soddisfazione e malinconia che mi rende consapevole di quanto io sia fallibile e semplice in quanto a essere umano, ma contemporaneamente di quanto sappia vivere appieno grazie alle parole che la mia protagonista mi ha suggerito. Perché sono loro che raccontano, io non sono che un mezzo. Con Nina sono in pieno conflitto, perché così tanta bontà mi fa spesso imbestialire ed è più lei che prenderei a schiaffi, che chiunque altro nel testo. Perciò se mi chiedi io chi mi senta di più, queste poche righe sono tutto quanto io sia stata in grado di condividere nel tentativo di mettere in piedi una risposta degna della domanda. Me la sono cavata male, vero? Eh, sì, me ne sono accorta!
L: No, tranquilla, non te la sei cavata male. Per chi fosse interessato al tuo lavoro dove può trovare una copia di Nina - Io non sono te?
RK: Beh, prima di tutto sarei onoratissima se qualcuno che ha avuto il fegato di legger fino a qui si sia perfino riscoperto interessato all'opera! Quindi presto, prima che cambi idea! Nina - Io non sono te è disponibile on line su Amazon, sia in versione cartacea che digitale a questo indirizzo https://www.amazon.it/Nina-Io-non-sono-te/dp/1688492984/
L: Loudd è una webzine a impronta prevalentemente musicale, cosa ci suggeriresti come colonna sonora del tuo libro? Invece solitamente io mi occupo di Cinema, se dovessero fare un film dal tuo libro che attrici sceglieresti per i ruoli di Nina e Sveta e da chi faresti dirigere il film?
RK: Una premessa è d'uopo: quando sono in compagnia delle parole, vorrei non ce ne fossero altre a far da distrazione, quindi se di musica si parla sceglierei un assolo di piano, lento, melanconico e dalle tonalità basse che scavano l'anima. Non dico la Sonata al chiar di Luna di Beethoven, ma quasi. In fin dei conti però ognuno ha uno stato d'animo da nutrire, un carattere da delineare e una personalità cui dar conto... e la musica è talmente personale che definire i tratti di un abbinamento farebbe torto a chiunque volesse cercare la propria colonna sonora! In quanto al film... oddio, qui mi hai messo in crisi, perché non ho mai pensato a un'eventualità simile, e mi sono resa conto di non essere nemmeno così preparata sulla questione. Vabbè che parliamo di assurdi, ma dovesse mai accadere che lo spazio tempo di ripieghi su se stesso, o che semplicemente una botta di... fortuna conceda alle mie protagoniste un volto, beh, probabilmente la giovanissima, e dai tratti delicati, Elle Fanning impersonerebbe la mia Nina, Sveta avrebbe il viso furbo, spigoloso e sbarazzino di Saoirse Ronan che credo le darebbe giustizia come nessun'altra. Bah, sognar non costa nulla e se non è Chistopher Nolan, che me lo diriga almeno Bryan Singer! :)
L: Bene, in bocca al lupo per questo e per i prossimi episodi della saga e grazie per aver passato un po' di tempo con noi.
Bellissima intervista (ho letto il primo libro di questa saga) e mi ha dato la possibilità di conoscere qualcosa di più dell'autrice e delle protagoniste ❤
RispondiEliminaTi ringrazio, ma il merito è delle risposte dell'autrice. :)
EliminaGrazie, piccina. Grazie di cuore.
EliminaCoinvolgente ed entusiasmante. Due giovanissime che si trovano in un campo di addestramento per giovani reclute, ambientato in Russia. Nina protesa verso i deboli, Sveta orientata ad affermare il raggiungimento di un obiettivo con caparbietà e preparazione, difendendosi entrambe da chi vuole ostacolarle nella loro impresa. Strutturato in modo da leggerlo fino alla fine velocemente perché emozionante per gli avvenimenti che si susseguono, attendendo a presto il 2 volume per gli sviluppi della storia. Complimenti all'autrice che nei personaggi presenti nel libro è riuscita a rappresentare la debolezza, la cattiveria, i soprusi, la violenza degli esseri umani.
RispondiEliminaBel riassunto, mi raccomando se potete commentate con un profilo e non da commento anonimo, Please...
Elimina♥♥♥
EliminaTi ringrazio, Dario, per questa immensa possibilità. Come accade in questi casi, ho sempre la sensazione di non avere le parole adatte ad esprimere il moto di gratitudine che sento. Quindi resto così, onorata di essere apparsa tra queste mitiche pagine... e perdona l'entusiasmo dei familiari che ne hanno invaso gli spazi! XD
RispondiEliminaUn abbraccio, e ancora grazie.
R.
Ma figurati, anzi, quando vogliono passare da queste parti sono i benvenuti :)
EliminaGrazie a te.