mercoledì 30 ottobre 2019

LE TENTAZIONI DEL SIGNOR SMITH

(This happy feeling di Blake Edwards, 1958)

Anche all'interno delle filmografie più interessanti e luminose è quasi scontato che prima o poi appaia l'esito meno riuscito, l'inesperienza di gioventù, il momento di fatica, il calo d'ispirazione. A questa regola non scritta non fa eccezione nemmeno il re della commedia Blake Edwards, un autore che ha marchiato a fuoco diverse pagine della storia del Cinema. Questo Le tentazioni del signor Smith (si trova anche come La tentazione del Signor Smith) è una delle prime commedie dirette da Edwards, la sua vena comica esploderà veramente solo l'anno successivo con Operazione sottoveste, film emblema di un certo tipo di umorismo garbato che grazie anche all'accoppiata formata da Cary Grant e Tony Curtis porta Edwards su un altro livello di notorietà. Il regista non ha bisogno di presentazioni, lascerà il segno anche nel ramo più malinconico della commedia con il capolavoro Colazione da Tiffany, nel demenziale con la saga della Pantera Rosa che vede come mattatore l'Ispettore Clouseau dal volto di Peter Sellers, ancor meglio riuscito Hollywood party con lo stesso attore, si distingue nel dramma con I giorni del vino e delle rose e firma un altro capolavoro nell'ultima parte di carriera con quel Victor Victoria interpretato dalla moglie Julie Andrews.

A confronto di cotanto curriculum la commedia Le tentazioni del Signor Smith scompare, rivelandosi acerba, immatura e priva di quegli spunti interessanti e quella visione d'insieme alla quale Edwards ci abituerà qualche anno più avanti. Le battute argute e divertenti (contestualizzate ai tempi) non mancano, più d'una volta i personaggi ci strappano un sorriso, quello che però proprio non funziona è la scrittura che qui si rivela piatta nell'intreccio e nelle dinamiche tra i personaggi, dinamiche che concedono più sbadigli che picchi d'interesse. Anche la sceneggiatura è siglata dallo stesso Edwards che probabilmente era ancora in fase di messa a punto, un calibrarsi continuo che porterà più avanti a quei film indimenticabili ancora oggi considerati "da manuale" della commedia.


Preston Mitchell (Curd Jurgens) è un attore teatrale di grande fama ormai ritiratosi dalle scene per cercare una vita più tranquilla e forse anche perché vede intorno a lui nascere una nuova generazione d'attori, meno attempati, bellocci e che impersonano l'indole ribelle amata dal pubblico più giovane. L'attrice sbarazzina Nita Hollaway (Alexis Smith), infatuata di lui, tenta di convincerlo a tornare sulle scene, ma l'attore ormai è interessato solo alla sua tenuta in campagna e ai suoi cavalli. Qui Preston ha instaurato un buon rapporto con il figlio della vicina di casa, Bill Tremaine (un giovanissimo John Saxon) che in comune con l'uomo ha la passione per i cavalli. Per una serie di eventi fortuiti Bill conosce a una festa la bella Janet Blake (Debbie Reynolds) e a causa di alcuni equivoci, tutti si ritrovano in casa di Preston dove avrà luogo il più classico dei triangoli sentimentali con Bill interessato a Janet, Janet al maturo Preston (scatenando un po' di gelosia in Nita) e Preston combattuto tra l'avvenenza innocente di Janet e la sua età ormai avanzata.

La commedia è sempre garbata, fin troppo, manca un poco di brio e di sano contrasto tra i personaggi, la Reynolds è molto caruccia ma si dimentica facilmente, la parte più divertente è riservata alla domestica di Preston, gran bevitrice, e a un gabbiano ospite indesiderato, ma anche qui siamo lontani dalla verve di Susanna e del giaguaro, tanto per dirne una. Si sente l'assenza dell'attore di carisma, quello capace di riempire le scene, uno di quelli col senso dei tempi e della battuta, un Cary Grant, uno Spencer Tracy, una Hepburn (Katharine) o qualcuno di quel calibro lì. Poi qualche buon passaggio indubbiamente c'è, i semi sono stati piantati, è solo che ancora non hanno germinato.

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...