domenica 23 agosto 2020

CUJO

 (di Stephen King, 1981)

Per chi ha iniziato ad avvicinarsi alla lettura "adulta" con i romanzi del Re, e ne conosco parecchie di persone che hanno seguito questo percorso, Castle Rock è un po' un luogo dell'anima letterario, la piccola cittadina, i suoi dintorni, i territori colmi di boschi del Maine, le sue strade poco trafficate, sono luoghi ai quali si torna sempre con grandissimo e immutato piacere, nonostante questi siano tanto belli quanto misteriosi, spesso oscuri, talvolta più banalmente pericolosi. In Cujo aleggia ancora il male associato alla figura di Frank Dodd, poliziotto assassino tra i protagonisti del precedente La zona morta; è un male vago, presente, che sembra insinuarsi negli armadi, sotto i letti, ma che non si capisce mai fino in fondo quanto abbia a che fare con la vicenda di Cujo, cane benevolo appartenente alla famiglia Camber, un San Bernardo enorme e buono che diventerà un mostro in seguito a un contagio di rabbia. L'orrore qui è nel quotidiano, con la storia di un semplice cane idrofobo, malato, ma anche con gli orrori che si annidano nelle famiglie, nei matrimoni, nei tradimenti, nell'ignoranza, nelle aspettative disattese. King qui sfoggia la prosa vivida che i suoi lettori hanno imparato ad apprezzare nei diversi capi d'opera precedenti con la consueta capacità di dare corpo a sensazioni e situazioni in maniera così sorprendentemente reale, senza ricorrere ad arzigogoli letterari, in più narra a più riprese, in soggettiva, ciò che passa nella mente del cane, oltre al punto di vista dei vari personaggi ci rende partecipi anche di quello della bestia che in questo romanzo diviene accidentalmente il male, l'avversario.

A Castle Rock è ancora vivido il ricordo delle malefatte di Dodd e all'insaputa dei suoi cittadini si sta preparando la nuova tragedia. Tad Trenton, quattro anni, figlio di Vic e Donna Trenton, inizia ad aver paura del mostro che si nasconde nel suo armadio, un normalissimo armadio vuoto; eppure anche sua madre Donna, bella e giovane donna in crisi d'identità dopo il trasferimento da New York alla piccola cittadina del Maine, sembra ogni tanto avere qualche strano sentore riguardo quell'armadio, punto della casa che mette una certa inquietudine tanto da costringere papà Vic a redigere una magica formula anti-mostro per il piccolo Tad. A qualche miglio di distanza da casa Trenton vivono i Camber, il capofamiglia Joe è il classico bifolco di campagna, ignorante, a tratti prepotente, ma sinceramente affezionato al suo bambino, Brett, dieci anni, e al suo cane Cujo. Probabilmente, a modo suo, anche alla moglie Charity, ma Joe non lo dimostra. Lei si sente ingabbiata in una vita di provincia e miseria, legata alla fattoria con l'officina nel fienile, senza prospettive, senza stimoli e terrorizzata che quella stessa vita diventi il futuro di suo figlio Brett. A fare da catalizzatori per la maggior parte degli eventi a venire ci sono Steve Kemp, un bel restauratore di mobili con poco equilibrio e un pipistrello portatore sano del virus della rabbia. Quando Steve incontra Donna e il pipistrello incontra Cujo...

Siamo sul cambio di decennio, Stephen King ha già pubblicato alcuni dei suoi capolavori: Carrie, La zona morta, L'ombra dello scorpione, Le notti di Salem, Shining e a firma Richard Bachman Ossessione e La lunga marcia. Cujo è uno dei suoi romanzi più terreni, il sovrannaturale è solo evocato, non di meno il romanzo risulta avvincente e scritto meravigliosamente, oltre alla storia di questo cane impazzito, un piccolo colosso vicino ai cento chili di peso la cui follia procurerà grossi grattacapi a più d'un abitante di Castle Rock, King delinea molto bene la situazione delle due famiglie protagoniste, i Trenton, giovane coppia con un bimbo ancora piccolo che si prepara ad affrontare un piccolo terremoto legato alle difficoltà dell'agenzia pubblicitaria di cui Vic è socio. Proprio l'attività di Vic è stata la causa del trasferimento di Donna da una grande città, la città per eccellenza, a un piccolo paesino dove Donna non ha un vero ruolo se non quello di madre che vede crescere il suo bambino e i suoi tempi morti, situazione che metterà in pericolo il menage familiare. Anche i Camber non sono tranquilli, Charity vive nella costrizione di una situazione che non sopporta più da tempo, con un marito bifolco e padrone e con la paura dell'assenza di un futuro per il figlio. Proprio in queste dinamiche si mostra tutta la maestria da grande scrittore di King, capitolo dopo capitolo, paragrafo dopo paragrafo, il lettore entra con naturalezza dentro le dinamiche familiari dei protagonisti e il romanzo, oltre ad essere una storia d'orrori reali, diventa il romanzo di molte vite, del quotidiano, dell'uomo, dove l'orrore diventa catalizzatore di cambiamento per situazioni ormai non più funzionanti. Cujo all'interno di una bibliografia ormai sterminata, è un romanzo sottostimato, pur non toccando le vette creative di alcuni dei libri sopra citati rimane un romanzo avvincente, scritto in maniera ottima e che esula dal genere per riportare uno spaccato della vita di provincia. Ormai anche i detrattori della prima ora hanno dovuto ricredersi, King è uno scrittore che di diritto sta tra i grandi della letteratura, rimane chi guarda al genere con la puzza sotto il naso, ma le atmosfere, le dinamiche, il coinvolgimento, la resa d'ambiente che sa portare il Re sulla pagina hanno davvero pochi rivali. Lunga vita al Re.

4 commenti:

  1. Ho amato tantissimo tutta la prima parte della produzione letteraria di Kin. It è uno dei miei libri preferiti in assoluto. Cujo quando lo lessi mi mise in grande difficoltà perché mio zio aveva proprio un cagnone gigante e innocuo e per qualche tempo non riuscii piu' a giocarci insieme.

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    1. Diciamo che fino a metà anni 80 i libri meno riusciti erano veramente pochissimi, tra quelli che ho letto fforse solo "L'incendiaria" non mi aveva convinto in pieno, poi un po' di passi falsi ci sono stati. Povero cagnone dello zio :)

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  2. Beh, probabilmente insieme a Pet e Misery è tra i romanzi più truculenti di King, scritto in un periodo in cui non stava proprio benissimo mentalmente e fisicamente, e si vede.
    Tra i miei preferiti in assoluto.

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    1. Lo avevo letto tempo fa in francese ma non ne avevo colto tutti i risvolti causa non sufficiente conoscenza della lingua. Ripreso ora ho trovato davvero un ottimo libro.

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