lunedì 10 maggio 2021

FANTERIA DELLO SPAZIO

(Starship troopers di Robert A. Heinlein, 1959)

Robert A. Heinlein, uno dei nomi più importanti della fantascienza classica, gode della fama di reazionario incallito, tesi questa smentita almeno in parte da taluni esperti (Giuseppe Lippi di Urania per esempio) e parzialmente anche da altre opere dello stesso autore, ciò non toglie che Fanteria dello spazio possa definirsi a tutti gli effetti un'apologia della vita militare, pur con tutti i dovuti distinguo rispetto alle visioni oltranziste degne delle più bieche dittature militari. La simpatia dell'autore per la disciplina e la formazione impartita ai giovani dall'esercito è lampante, bisogna però mettere in prospettiva questo elemento con tutti gli altri che contribuiscono a creare la società e il mondo che Heinlein ha pensato di costruire per Fanteria dello spazio, romanzo che in origine avrebbe dovuto rientrare nelle juveniles, le opere per ragazzi scritte dall'autore e che invece decretò la fine del suo lungo sodalizio con la casa editrice Scribner's. Se pare indiscutibile la simpatia dell'autore per la scuola di formazione, anche durissima e umiliante, che può essere la vita militare, Heinlein tratteggia nel romanzo una società futuristica dove la libertà è assoluta pur se condizionata dall'appartenenza all'esercito per quelli che sono alcuni diritti fondamentali della società civile, uno su tutti il diritto di voto. Heinlein ipotizza una società dove solo i cittadini che hanno portato a termine il fermo di leva hanno diritto di partecipare alla vita politica, ricoprendo delle cariche o anche solo esercitando il diritto di voto che è negato a tutti gli altri. Una scelta che può sembrare appunto reazionaria ma che è pur sempre libera: il servizio militare è durissimo ma non obbligatorio, chiunque può lasciare l'esercito in qualunque momento senza nessuna ripercussione se non quella di non aver parte nella vita politica della società, tutti possono avere un ruolo nell'esercito che è aperto da tempo anche alle donne le quali si rivelano spesso tra i migliori piloti di astronavi militari, rispettate quanto e più degli uomini per le proprie capacità, a chi non aderisce alla vita militare non è affatto preclusa un'esistenza di successo e piena di soddisfazioni. L'idea è semplicemente quella che solo chi sa assumersi la responsabilità di affrontare almeno un paio di anni duri al servizio della collettività possa maturare il grado di responsabilità necessario per prendere le giuste decisioni per una politica che guardi al bene comune e non a quello personale. A ogni lettore spetterà giudicare se l'impianto della società imbastita da Heinlein possa piacere o meno, qualunque sia il giudizio questo non inficerà la leggibilità di un'opera che rimane sempre una lettura molto piacevole.

Per chi ha negli occhi l'immaginario veicolato dal film (o dai soli trailer come nel mio caso) ci si aspetterebbe dal libro una sequela di combattimenti tra le truppe spaziali della Terra, appunto la Fanteria spaziale del titolo, e i ragni, razza aliena con la quale gli umani si contendono nuovi territori per una futura espansione interplanetaria. Gli scontri ci sono ma vengono limitati più che altro alla fase pre-finale del libro e a qualche accenno d'azione nel primo capitolo, il grosso del corpo d'opera si concentra proprio sulla vita militare, sul durissimo addestramento del soldato Johnnie Rico e dei suoi compagni, i rapporti con i superiori, le difficoltà, le umiliazioni ma anche i valori e la tempra fornite dall'esercito, lo spirito di corpo, l'amicizia, l'onore e il rispetto. Questo è ciò che si trova nella maggior parte delle pagine di Fanteria dello spazio e fortunatamente questo è anche l'aspetto più interessante e coinvolgente del romanzo, è la vicenda personale di Rico, la sua crescita e il suo processo nel diventare un adulto responsabile ad avvincere, Heinlein è bravo a tratteggiare con poche righe i personaggi così come lo è nelle descrizioni delle rare sequenze action, ma sono indubbiamente i rapporti tra i commilitoni, i pensieri e le sensazioni del protagonista a tenere sempre vivo l'interesse all'interno di un romanzo che si legge in pochi giorni. Non abbondano gli aspetti tecnici, limitati alla presentazione delle tute tecnologiche della Fanteria, alle operazioni di lancio dalle astronavi e all'utilizzo di qualche arma, anche questa caratteristica contribuisce a non appesantire il testo. Lettura quindi molto piacevole e scorrevole, fantascienza molto classica in un libro dove, come spesso accade, la fantascienza è veicolo per raccontare altri aspetti dell'indole e della società umana.

8 commenti:

  1. una delle belle letture della mia adolescenza

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  2. Sebbene sia molto corposo, mi catturò talmente tanto che lo lessi in poche serate. Per me uno dei più bei libri di fantascienza sociologica.

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    1. È un libro che si legge con piacere e facilità, anche io l'ho finito in pochi giorni.

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  3. Io lo comprai imbustato insieme ad I figli di Matusalemme ed entrambi mi piacquero moltissimo, nonostante io non sia esattamente un fan della narrazione fantascientifica, ma i suoi racconti hanno anche un risvolto più sociale che me lo fanno piacere.
    Ho da tempo in lista Straniero in terra straniera, ma per ora nel mio peregrinare nelle librerie e nelle bancarelle, non è ancora saltato fuori.

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    1. Infatti l'aspetto fantascientifico qui è marginale, di suo avevo letto anche Waldo e un altro racconto, se ti interessano trovi le rece sul blog cercando Heinlein.

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    2. Sì, sono andata a leggerla, grazie.
      Qualche mesetto fa mi sono anche imbattuto in una copia vecchissima Urania ( quella a due colonne ) di Universo, ma ho sentito dire che quelle edizioni venivano editate quindi non l'ho presa.

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    3. Di quella edizione credo di non averne mai letto nemmeno uno.

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