(The Wanderers di Richard Price, 1974)
Personaggio eclettico Richard Price, attivo come scrittore dalla prima metà degli anni 70, questo I Wanderers sigla il suo esordio nel mondo della narrativa; collabora con grandi registi americani in qualità di sceneggiatore, è con Scorsese per New York stories e per Il colore dei soldi per il quale viene candidato all'Oscar per la migliore sceneggiatura, proprio The Wanderers viene adattato dallo stesso Price per il cinema così come Clockers, altro suo romanzo, arriva sugli schermi grazie alle sapienti mani di Spike Lee. Si concede durante queste sue collaborazioni anche in veste d'attore, sigla poi alcuni episodi dell'osannata serie televisiva The wire nella quale compare anche in una puntata, infine, sempre con Scorsese, firma lo script del video Bad di Michael Jackson. Nato nel Bronx nel 1949, con questo suo primo romanzo ne racconta gli abitanti, quelli più giovani, in età adolescenziale, che nei primi anni 60 andavano a comporre una bella schiera di bande e gang sempre in lotta tra di loro, in un'epoca in cui gli scontri non erano ancora tragicamente influenzati dalle armi da fuoco e nemmeno troppo dalle sfide all'arma bianca. I ragazzi se le suonavano, si facevano scherzi anche molto pesanti che oscillavano dallo sfottò umiliante alla vera e propria crudeltà, a volte con conseguenze anche tragiche. In questo contesto Price ci racconta alcuni episodi della vita dei Wanderers, una delle bande del Bronx.Eccolo lì nel Big Playground. Richie Gennaro. Diciassette anni. Gran Capo dei Wanderers. Circondato dai capi dei Rays, dei Pharaohs e degli Executioners. Alleati delicati. Riunione tesa. Argomento:
"Dobbiamo fermare quei negri".
La convivenza nel Bronx dei 60 tra bianchi, in prevalenza italoamericani, neri e cinesi non è così facile, è un attimo e la situazione può scappare di mano. Richie cerca di mantenere il giusto equilibrio, in fondo è un ragazzo che come tanti altri di fronte al pericolo prova paura e invece che fare a botte col suo prossimo preferirebbe infilarsi finalmente nelle mutandine della sua Denise, detta semplicemente C. A dar manforte al capo ci sono gli amici Joey Capra, un ragazzo che coltiva un rapporto di amore/odio con il padre, un vigile del fuoco vanesio e brutale, Mario "Buddy" Borsalino, un tipo propenso all'innamoramento, Eugene Caputo, fama da gran sciupafemmine è invece afflitto da mille incertezze e combina con l'altro sesso molto meno di quanto i suoi amici possano credere, e infine Perry LaGuardia, senza figura paterna vive con la madre succube delle attenzioni dell'altro figlio e della nuora che più che altro la maltrattano. Sono ragazzi che arrivano chi più chi meno da situazioni di disagio familiare o di povertà o di mancanze di diverso genere, brevi passaggi delle loro vite, delle loro avventure andranno a costruire i fondamenti utili a descrivere la loro amicizia ma anche una cronaca d'ambiente e d'epoca schietta e molto realistica, ben descritta attraverso un linguaggio diretto che inquadra molto bene temi, problemi e mentalità dei giovani dell'epoca che avevano come uniche prospettive lavori umili, arruolamento nell'esercito o la fuga verso altri lidi.
Richard Price usa una tecnica a mosaico per raccontarci il suo Bronx, ne I Wanderers non c'è una vera e propria storia lineare che accompagna il lettore dall'inizio alla fine del libro, ci sono invece tanti frammenti quanti sono i capitoli del romanzo che vanno ad approfondire di volta in volta l'uno o l'altro personaggio donando una visione riuscita delle debolezze, dei traumi, delle mancate speranze (o di quelle infrante) e soprattutto delle incertezze e delle insicurezze di un gruppo di ragazzi che crescono in un luogo e in un momento difficile, soprattutto viste le condizioni di partenza delle loro famiglie. Se da principio i vari episodi danno l'impressione di un legame molto lasco a rischio di un coinvolgimento parziale del lettore, capitolo dopo capitolo la narrazione frammentaria di Price prende corpo e ben delinea i rapporti tra i personaggi e i loro caratteri andando pian piano a descrivere non solo un quadro d'insieme ma anche quella microrete di rapporti nella quale si annida la vera amicizia, quella che si consolida quando si è ragazzi e si passano insieme intere giornate, allora la narrazione si intinge sempre più di una vena malinconica non risparmiando su alcuni passaggi colpi più duri, a sottolineare come la crudeltà non necessariamente arrivi dalle strade, dall'ambiente, ma che può essere connaturata anche in quegli elementi dove meno ci aspetteremmo di trovarla. Quindi le gang, i rapporti con l'altro sesso, le paure che ne derivano, il sesso, l'amore, gli scontri, la famiglia e l'amicizia, la crescita e il diventare adulti prima del tempo. I dialoghi di Price sono poco edulcorati, diretti, fulminanti, sono come ci immaginiamo potessero essere davvero quelli tra ragazzi di quell'età in quel contesto storico e sociale, scritti peraltro da un giovane esordiente di ventiquattro anni, vicino per molti versi ai suoi protagonisti. Avvicinandosi alla fine ci si commuove.
"Richie, un giorno imparerai che le due gioie più grandi di essere uomo sono massacrare di botte qualcuno o farsi massacrare da qualcuno".
"Ma massacrami 'sto cazzo! È la cosa più stupida che abbia mai sentito!"
Me lo sono segnato, mi ricorda un po' la trama de L'ultimo spettacolo, altro libro che mi piacerebbe recuperare appena potrò permettermelo.
RispondiEliminaL'ultimo spettacolo mi manca, è da un po' che vorrei vedere il film di Bogdanovich tratto dal libro.
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