venerdì 13 ottobre 2023

SWISS ARMY MAN - UN AMICO MULTIUSO

(Swiss Army Man dei Daniels, 2016)

Dietro il moniker dei Daniels si celano, in maniera del tutto scoperta, i registi Daniel Kwan e Daniel Scheinert (dai nomi lo pseudonimo), i due hanno un passato comune nell'industria dei video musicali nella quale arrivano a lavorare anche con band con un certo legame con il cinema, vedi i Tenacious D i quali componenti altri non sono che il grande Jack Black e Kyle Gass, entrambi attori. Swiss Army Man è il loro stralunato esordio nel lungometraggio che ha fatto si che i Daniels venissero da subito inquadrati come una voce fresca e originale (e fuori di testa) nel panorama cinematografico mondiale, impressione poi rafforzata e confermata dal successivo Everything, everywhere all at once premiato con ben sette premi Oscar comprendenti quasi tutte le categorie principali: miglior film, miglior regia, miglior attrice protagonista e non protagonista, miglior attore non protagonista, miglior sceneggiatura e miglior montaggio, un successo plebiscitario. Swiss Army Man non raccolse gli stessi risultati (comunque si aggiudicò la miglior regia al Sundance Film Festival) ma contribuì a far circolare per benino il nome dei Daniels, e se il film non è ancora un titolo da primissima fascia, uno di quelli che lasciano a bocca aperta, ha comunque tutte le caratteristiche per tener desta l'attenzione su due registi con potenzialità da vendere (poi in seguito confermate) e un approccio sghembo e laterale alla narrazione che riesce a far convivere assurdo e dramma in un'amalgama tutto sommato originale e poco battuto.

Hank(s?) è un naufrago (interpretato da Paul Dano) bloccato su un'isola deserta che, in preda alla disperazione e all'isolamento, sta tentando di togliersi la vita. Proprio sul più bello (sempre che un tentativo di suicidio possa definirsi "bello") Hank vede in lontananza il corpo di un uomo riverso sulla spiaggia. Abbandonati momentaneamente i propositi di suicidio Hank si avvicina a quello che sembra ormai un cadavere avviato alla putrefazione (Daniel Radcliffe) in preda a moti estremi di flatulenza; in fondo si sa che i cadaveri rilasciano e non trattengono. La performance gassosa di Manny, così si chiama il morto (?), fa vibrare e muovere il cadavere fino a farlo finire nuovamente in acqua dove Hank scopre che la potenza delle scorregge di Manny può essere usata come propellente e il cadavere del ragazzo come mezzo di locomozione acquatico. Con questo originale trasporto Hank arriva finalmente sulla terra ferma, su una spiaggia sconosciuta circondata da foreste; inizierà da qui un viaggio di ritorno alla civiltà e alla vita che Hank intraprenderà in compagnia di un morto che da principio si rivelerà utile come un coltellino svizzero (il Swiss Army del titolo) e poi via via come compagno di viaggio, sempre meno morto, come discepolo/maestro, come autocoscienza, come cos'altro bene non si sa, a voi scoprire tutto il resto.

C'è un dramma solo all'apparenza nascosto in questo film un po' demente dei Daniels, un dramma che esploderà nel finale ma che poco a poco emerge e si costruisce con il progredire del viaggio di Hank e Manny. I Daniels giocano con il cinema, in maniera indiretta così come in modo esplicito per bocca di Hank ("se non conosci Jurassic Park non conosci un cazzo"), e ci giocano anche grazie a un'idea di cinema strampalata alla quale applicano trovate che potrebbero facilmente scadere nel ridicolo se non gestite, come fanno i due registi, con una certa classe e una certa visione. Prima ancora del Guns Akimbo di Jason Lei Howden i Daniels hanno l'intuizione giusta nel vedere l'idolo dei bambini Daniel Radcliffe (per i più smemorati, è Harry Potter) ben inserito, e lo è davvero, nella parte di questo (mezzo) morto che grazie all'aiuto di Hank, tra una disavventura e l'altra, cerca di aprirsi alla vita, di capirla e di farci i conti, cosa che in fondo servirebbe più che altro a Hank stesso, che tra i due è quello vivo. Le trovate dei Daniels sono molto spesso parecchio divertenti, quasi sempre assurde, l'equilibrio tra il livello più profondo del film, che c'è e si vede, e la goliardia apparente non è forse perfetto, manca qualcosa a questo Swiss Army Man per essere davvero incisivo e memorabile, tenendo conto però che è un'opera prima (nel lungo) e che questa si discosta parecchio da quei prodotti medi facilmente dimenticabili, in merito all'esordio dei Daniels non si poteva che essere ottimisti, un'ottimismo che è stato subito confermato e ripagato con risultati concreti.

4 commenti:

  1. Ecco, io ho preferito di gran lunga questo al Vattelapesca successivo 😅

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    1. Spero di riuscire a parlare presto anche di quello, comunque si, questo esordio non è affatto male, ha il pregio di discostarsi parecchio dalla media delle produzioni contemporanee.

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  2. Strambo e grottesco quanto basta per piacermi alla prima visione. Non si può dire che Daniel Radcliffe abbia fatto di tutto per scrollarsi di dosso le vesti del maghetto. Dano come sempre ottimo caratterista, il film è carino nonostante determinati dettagli mi abbiano un po' sviato dal doverlo apprezzare pienamente (le flautelenze così grezze come aspetto narrativo). La coppia di registi è interessante, ma non così tanto dal farmi vedere il loro pluripremiato film agli Oscar.

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    1. I due giovini tirano su davvero un bel duetto, i Daniels sono in gamba ma non ancora centrati (anche se un po' scatologici), secondo me però cuciono attorno al loro modo di fare cinema la giusta curiosità per le opere future.

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