sabato 11 maggio 2024

LE PALUDI DELLA MORTE

(Texas killing fields di Ami Canaan Mann, 2011)

Ami Canaan Mann è una regista figlia d'arte che porta nel nome un'eredità parecchio ingombrante, quella del padre Michael autore di film rimasti nella memoria dei cinefili quali Heat - La sfida, Manhunter - Frammenti di un'omicidio, L'ultimo dei Mohicani, Collateral e diverse altre cose di altissimo livello. Non dev'essere semplice cimentarsi in un'arte, tra l'altro anche in un genere già frequentato dal genitore, con l'inevitabile pensiero di ciò che ha saputo realizzare l'illustre predecessore considerato uno dei nomi che contano nel cinema degli ultimi decenni; Ami Canaan Mann, almeno a giudicare da questo Le paludi della morte, senza timore riverenziale, magari carpendo qualcosa dal mestiere del padre ma senza raggiungerne le vette dei migliori esiti, confeziona un bel film solido e cupo, personale in quanto privo di quell'epica "manniana" che caratterizza quasi tutta la produzione di Michael Mann, un film diretto, centrato sul male e sull'umanità imperfetta dei protagonisti, un poliziesco sporco di terra e fango, sangue, povertà, ignoranza e violenza. Non un'opera prima, la Mann aveva infatti esordito con Morning già dieci anni addietro, ma di certo l'esito da noi più noto di una regista impegnata anche sul versante televisivo, anche questa una tendenza di famiglia, Mann padre fu infatti il vero artefice del successo della storica serie tv Miami Vice.

I Killing Fields sono una zona paludosa del Texas, un postaccio nel corso degli anni scenario di diversi omicidi di giovani donne. Quando in zona viene ritrovato il cadavere dell'ennesima ragazza vengono assegnati al caso due detective di Texas City nella contea di Galveston, l'autoctono Mike Souder (Sam Worthington) e il newyorkese Brian Heigh (Jeffrey Dean Morgan). Nel corso delle indagini i due detective interrogano tra gli altri alcuni clienti della prostituta Lucie (Sheryl Lee); la donna è madre di una ragazzina di nome Anne (Chloë Grace Moretz) costretta a una vita allo sbando a causa della famiglia disastrata da cui proviene, Brian si affezionerà alla giovane diventando per lei una figura protettiva. La fede cristiana di Brian e la sua indole altruista lo portano ad accettare di collaborare ad altri casi di omicidio avvenuti sempre nella stessa zona ma al di fuori della sua giurisdizione. Sono questi dei casi in carico alla detective Pam Stall (Jessica Chastain), ex moglie tosta e indipendente del collega Souder, un uomo decisamente meno delicato e paziente rispetto al solitamente mite e ben disposto Brian. Nonostante le differenze caratteriali i due uomini cercheranno di collaborare al meglio per rendere giustizia a tutte le vittime e per proteggere quelle potenziali costrette a vivere in quella sorta di inferno in Terra che sono i Killing Fields.

Se nel guardare questo film e nel collocarne la vicenda nella contea di Galveston dovesse suonarvi qualche campanello d'allarme è bene ricordare come Le paludi della morte sia uscito ben tre anni prima della stagione d'esordio di True Detective. Il film della Mann infatti richiama alla mente in maniera naturale alcune dinamiche proprie della coppia di protagonisti della serie ideata da Nic Pizzolatto (autore anche del romanzo intitolato proprio Galveston) e soprattutto anticipa l'importanza rivestita da questi luoghi/scenari nella stagione d'esordio della serie. Se l'impianto di base, al netto del sapore esoterico qui assente, può sembrare simile a quello di True Detective, Le paludi della morte non ha modo di approfondire allo stesso modo i protagonisti, non per mancanza della Mann che compie in questo senso forse il lavoro migliore dell'intero film, ma semplicemente per questioni di formato e minutaggio. Come anticipato è però proprio sullo studio dei caratteri che il film si regge, lo sviluppo della trama di per sé è meno curato e la scoperta del male non porta con sé rivelazioni: quello messo in scena dalla Mann è un male evidente e prevedibile, lo sono meno alcune evoluzioni dei protagonisti che regalano un pizzico di spessore in più a un film per il resto girato con mano ferma e ben calato nel genere. La Lee rappresenta al meglio quel white trash delle zone meno urbanizzate degli States, Jeffrey Dean Morgan porta in giro il volto migliore del mazzo insieme a quello di tutti i fetenti presenti nel film. Cupo, duro, anche se aperto a un raggio di speranza sul finale, Le paludi della morte dipinge proprio quell'America brutta con la quale nessuno vorrebbe avere a che fare e che nella successiva True Detective sarà capace di farvela fare addosso dalla paura con la sua inquietante e insensata crudeltà. Magari non proprio come papà ma le doti per camminare da sola a testa alta ci sono tutte.

11 commenti:

  1. Bel film, me lo hai fatto ricordare con piacere. Anche se, a distanza di anni, il dubbio è sempre lo stesso: il vecchio Michael sarà stato "solo" produttore o in qualche sequenza ci avrà messo qualcosa di suo? (con tutto il rispetto per la figlia, ovviamente)

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    1. Ma sì, qualche consiglio (o più) glielo avrà dato, quale padre non si spenderebbe un pochino per la figlia?

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  2. Un film inaspettatamente angosciante, ricordo ancora adesso la sequenza del rapimento notturno, cosa non banale, visto che ormai dimentico i film visti dopo nemmeno una settimana.

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    1. Un ottimo film che anche per chi come me lo ha visto solo ora conferma la sua validità che, se non ci fosse stato quel True Detective inarrivabile, avrebbe avuto un impatto ancora maggiore, cosa che probabilmente è accaduta per chi ha visto il film al momento della sua uscita, quando True Detective ancora non c'era stato.

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  4. All'epoca mi piacque molto. Poi J.D. Morgan può finalmente dimostrare il suo talento.

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    1. Un gran bel film, poi in quel periodo J.D. iniziò a fare Negan...

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  5. Molti anni dalla sua visione, ma si fa ancora ricordare, perché effettivamente era proprio un gran film ;)

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    1. Ottimo, poi su quelle atmosfere True Detective ha creato un caso seriale.

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