Questo articolo è stato scritto per il sito fumettidicarta (e relativo blog)
Da qualche tempo a questa parte alcuni degli autori di punta della casa delle idee sono stati investiti della carica nobiliare di Architetti Marvel (a torto o a ragione questo lo decideremo noi lettori).
Ma chi o che cosa sono sti ARCHITETTIMARVEL! (da pronunciare rigorosamente riempiendosene la bocca!).
Cominciamo con il dire che sono in cinque, sono scrittori, non sono un nuovo supergruppo, non sono gli Illuminati ma forse sono illuminati, si avvalgono dei contibuti anche di altri autori e in teoria dovrebbero tirare le fila di ciò che accade nell'universo Marvel. Buttano giù le idee, sviluppano gli accadimenti delle serie principali, curano le storie dei personaggi più popolari della casa editrice e così via.
Ma in realtà chi sono e cosa stanno combinando questi cinque autori? Quali di questi sono stati sostituiti da Skrull malvagi? Qualcuno di loro è un clone? Chi di loro è il più grasso e chi il più basso? Le risposte a queste domande non hanno prezzo, per tutto il resto c'è Fumetti di Carta.
Ma torniamo a noi. Chiunque segua un minimo le vicende di questo universo narrativo non starà trattenendo il respiro in attesa della grande rivelazione. I loro nomi sono sulla bocca di tutti, proprio l'altro giorno sentivo mia madre che farneticava di un certo Brian Brubaker e della sua discesa all'inferno. Da qui ho capito che forse mamma non era proprio sul pezzo. Sono sicuro però che voi lo siate.
Quindi ve lo dirò una volta sola e non mi ripeterò. Questo è un pezzo per mia madre, non per voi. Poi non venite a dire che non siete stati avvisati. Non vi lamentate perché il Capo poi mi cazzia e io non voglio sentire niente, che di questi tempi non è aria.
Ri-Torniamo a noi. And the nominees are*:
Brian Michael Bendis: Avengers, New Avengers, Moon Knight.
Matt Fraction: Fear Itself, The Mighty Thor, The Invincible Iron Man.
Ed Brubaker: Captain America, Secret Avengers.
Jason Aaron: Wolverine, Schism, The Incredible Hulk.
Jonathan Hickman: Secret Warriors, Fantastic Four/Future Foundation, S.H.I.E.L.D.
* Dall'elenco sono esclusi lavori passati da troppo tempo e quelli legati all'universo Ultimate.
Diamo un'occhiata rapida al lavoro recente svolto da lorsignori per la casa delle idee.
Allora da chi vogliamo partire? Ordine alfabetico? No, perché Aaron voglio lasciarlo per ultimo. Partiamo da Bendis.
Brian Michael Bendis.
E' innegabile che in casa Marvel negli ultimi anni il prezzemolo porti il nome di Brian Bendis. Tra gli architetti Marvel è forse quello che maggiormente divide la platea, c'è chi lo ama e chi lo appenderebbe per i piedi (mia madre era addirittura convinta che fosse disceso agli inferi in compagnia di Virgilio, agente dello S.H.I.E.L.D.).
Lavora da anni per fissare saldamente al centro del Marvel Universe I Vendicatori e pare proprio che ci sia riuscito. Da Avengers Disassembled in poi è stato un continuo crescendo di popolarità. Ora le testate dedicate al gruppo di eroi sono già quattro e pare che non sia finita qui. Nel nostro paese è possibile leggere le avventure del gruppo (o meglio, dei gruppi) su Avengers, New Avengers, Secret Avengers e Avengers Academy. Delle prime due il nostro si occupa personalmente dei testi.
Su Avengers il buon Brian ha riunito quelle che sono le maggiori icone Marvel. Dalla tradizione dei Vendicatori arrivano i fondatori Thor e Iron Man e il nuovo Capitan America (Bucky Barnes). Aggiungiamoci il classico Occhio di Falco e personaggi di primo piano come Spider-Man e Wolverine, una spruzzata di Hulk Rosso, Donna Ragno e Noh-Varr quanto basta e il gioco è fatto. Il tutto con la benedizione di Steve Rogers e la supervisione di Maria Hill. Potevate desiderare formazione migliore?
Due al momento le storyline principali imbastite sulla serie. Il confronto in un forse non troppo remoto futuro con il temibile Ultron e la saga delle gemme dell'infinito. Due saghe tutto sommato piacevoli che mettono in evidenza il lato supereroistico classico della serie. Grandi nemici e grandi scontri. Non sempre all'altezza purtroppo il disegnatore titolare, l'altrove (o meglio l'altroquando) grande John Romita Jr. Le sue tavole risultano spesso poco accurate e frettolose pur mantenendo il riconoscibilissimo tratto dell'autore. Grande attenzione posta invece ai dialoghi, caratteristica costante nello stile di Bendis, grande amante delle teste parlanti.
Intrigante e profetica la tavola mostrata nel quinto numero della serie dove vengono predetti una serie di eventi a venire che coinvolgeranno tutto il Marvel Universe (opera dei sopra citati architetti presumibilmente). Alcuni di essi si sono già avverati dando un aura di fondamento a tutte queste previsioni. L'assedio di Asgard, il ritorno di Cap e le sue visioni, l'era degli eroi, la morte della Torcia Umana, il ritorno di Hope. Altri eventi sono ancora di là da venire come lo Scisma degli X-Men ad esempio. Una piccola e sfiziosa ciliegina sulla torta con la quale arrovellarsi e divertirsi.
Con l'arrivo dell'età degli eroi la testata dei New Avengers riparte da uno. Anche qui Bendis non si fa mancare nulla. Una squadra indipendente al comando di Luke Cage con gli ubiqui Spider-Man e Wolverine (che ormai milita in circa 23 team), Miss Marvel, Mimo e Occhio di Falco, Jessica Jones e Iron Fist. Ingresso in squadra anche per due altri pezzi da 90: La Cosa e il Doctor Strange. A fare da collegamento con Rogers, l'ex vice di Norman Osborn all'H.A.M.M.E.R., Victoria Hand, sviluppo questo che fornirà spunti interessanti alle future storie.
La prima e appassionante run prende una svolta decisamente mistica, i Nuovi Vendicatori affronteranno un inferno sulla Terra di origine magica. Interessante recupero effettuato da Bendis per questa run, arriva infatti Jericho Drumm come nuovo stregone supremo, personaggio meglio conosciuto come Dottor Voodoo, qui coadiuvato anche dall'infernale Daimon Hellstrom, figlio di Satana. Niente male questa partenza coadiuvata splendidamente dai disegni di uno Stuart Immonen in stato di grazia. Il lavoro qui svolto garantirà al disegnatore di ottenere le matite del successivo Marvel evento architettato dagli archittetti (Chi architetterà gli architetti?): Fear Itself. Da applausi l'episodio che verte sulla scelta del domestico del gruppo e della baby-sitter per la figlia della coppia Cage/Jones.
Per la seconda run ancora in corso, una delle operazioni di ret-con (dove ret non sta per rettale) tanto care a Bendis con l'introduzione dei Vendicatori del 1959 guidati da Nick Fury e Dum Dum Dugan. Due timeline affidate a Howard Chaykin (matite del '59) e al buon Mike Deodato (il presente). Qui Bendis dilata forse un po' troppo, introduce nuovi avversari e inizia a introdurre qualche ambiguità da parte della Hand. Si poteva fare di meglio su tutti i fronti, il tratto di Chaykin deve proprio piacere (e a me non piace) e la trama procede lenta. Succose novità in arrivo per qualcuno dei protagonisti.
Di Moon Knight ancora non ci è dato sapere, la sua versione targata Bendis/Maleev ancora non è sbarcata nel bel paese (come l'avrei vista bene sul nuovo mensile di Devil, vabbè).
Tirando le somme, Bendis merita o no di essere uno dei Marvel architects?
Secondo me si. E' uno che sa come muovere le cose, a volte le fa muovere troppo lentamente ma le fa muovere. Lavora con passione, è indubbio. In più ha un talento per i dialoghi che a me piace molto. Per l'universo Marvel ha fatto tantissimo negli ultimi anni, in fondo non lo si può negare. Approvato!
Matt Fraction
Il ragazzo ci sa fare. Non sempre e non dappertutto ma ci sa fare. Dopo aver narrato le vicissitudini dei mutanti sulla storica Uncanny X-Men per più di due anni e senza essersi mai trovato troppo a proprio agio sulla collana (questa almeno è la mia impressione), Fraction si concentra ora sulle testate che riesce a vestire al meglio.
Alla guida dell'armatura dell 'Invincibile Iron Man ormai da tre anni, lo scrittore non mostra ancora segni di stanchezza. Una delle gestioni migliori degli ultimi anni in casa Marvel, aiutata sicuramente dalla grande stabilità del team creativo. Indissolubile il connubio con Salvador Larroca che riesce a riprodurre un Iron Man ipertecnologico e modernissimo. Larroca non è tra i miei disegnatori preferiti ma qui funziona dannatamente bene.
Dopo aver tolto a Tony Stark tutto quello che gli si poteva togliere durante il Dark Reign ecco arrivare la rinascita, un Born again in salsa tecnologica (senza voler azzardare paragoni scomodi). Niente più industrie Stark, niente più soldi, addirittura cervello e ricordi formattati e backuppati. Stark torna alla ribalta come filantropo e con nuove idee per la testa: niente più armi, una nuova compagnia, la Stark Resilient e più energia gratis per tutti. Ovvio che a molti questo nuovo Anthony Stark non piacerà, a partire dal governo U.S.A. e dai concorrenti delle industrie Hammer.
Non pago di tutto ciò la Stark Resilient offre aiuto e consulenze per la ricostruzione, niente meno, della caduta Asgard, sottotrama questa che andrà a sfociare direttamente negli eventi di Fear Itself, nuovo Marvel evento scritto e diretto dallo stesso Fraction.
Grande coerenza e continuità nelle scelte dello scrittore che riesce a legare tra di loro i suoi progetti con mano leggera. Il passaggio da Iron Man a Fear Itself è un attimo. Come tutti i megaeventi anche questo Fear Itself è lontano dall'essere perfetto. La ripetitività degli scontri (tra la miniserie e quelli sui tie-in se ne ha già fin sopra le orecchie) e la storia dei martelli caduti sulla Terra che non intriga, rendono la miniserie un prodotto riuscito solo in parte.
In due parole. Dopo l'offerta di Stark per ricostruire Asgard, torna dal passato il vecchio e terribile Dio della paura del pantheon nordico: il Serpente. Di fronte a questo evento gli asgardiani al seguito di Odino abbandonano la Terra lasciandola al suo destino. Otto martelli cadono su Midgard attirando altrettanti super esseri che, una volta venuti in possesso dei mistici oggetti, porteranno paura e devastazione in tutto il globo.
Niente di eccezionale, anzi. Però Fraction gioca bene con la metafora. La paura che attanaglia la gente comune dell'universo Marvel è la nostra. Non quella per il Serpente, no. Quella per il futuro, quella per un'economia ormai al tracollo, quella che porta a scelte sbagliate a all'individualismo esasperante, quella dell'impotenza di fronte a poteri prepotenti e più grandi di noi. Per una volta la lettura interessante non sta nello scoprire cosa succede ai nostri eroi preferiti ma nel cosa sta succedendo al mondo, il nostro. Davvero la paura sta vincendo? Pare di si, pare di si.
Il lavoro di Immonen, a livelli sempre più alti, regala all'occhio la sua parte. E l'occhio, si sa, la vuole.
Da qualche tempo a questa parte Fraction si occupa anche del tonante, partito con una saga piacevole su Thor ma chiusa in maniera frettolosa, lo scrittore si prende carico del rilancio della testata a partire da The Mighty Thor numero 1. In una run temporalmente ambientata prima dell'evento Fear Itself, Fraction esplora il lato più supereroistico del possente Thor in una piacevolissima saga che vede coinvolti Galactus e il suo araldo Silver Surfer. La buona riuscita della serie è garantita anche dalle matite dell'ottimo Coipel che, se solo stringesse un pelo alcuni volti e alcune anatomie, per me sarebbe quasi perfetto.
A coadiuvare l'autore sulle vicende dei personaggi da lui gestiti altri due studenti di architettura: Kieron Gillen (Thor su Journey Into Mistery) e Nick Spencer (Iron Man 2.0) il quale, per quel poco che ho potuto vedere, deve studiare ancora parecchio.
Che si fa con Fraction, lo si promuove? Io voto a favore, basta che me lo lascino lontano dagli X-Men. Gestire i mega eventi non deve essere semplice, poi con le ingerenze di tutti sti architetti che ti girano intorno sai che stress. Sulle testate regolari il ragazzo dimostra di saperci fare in fondo, abbiamo visto ben di peggio e quindi avanti così.
Ed Brubaker
Il buon Bru è accomunato nel bene e nel male ai due autori di cui sopra. In comune con Bendis il Bru vanta una bellissima gestione del diavolo rosso. Dalla conclusione della sua run per Devil inizierà infatti un lento declino sfociato nella minisaga Shadowland. A dividere le sorti con Fraction invece, una gestione decisamente appannata degli uomini X. Ma questo è il passato ormai, cosa sta combinando ora lo scrittore di Captain America e Secret Avengers?
Semplice. Sta scrivendo Captain America e Secret Avengers. Più o meno (da una paio di numeri S.A. è passata a Nick Spencer che ha imbastito due numeri piuttosto inutili, speriamo nel futuro).
Come prima cosa Brubaker ha sfatato il classico "un capitano, c'è solo un capitano, un capitaaaanooo, c'è solo un capitano". Ci sono due Capitani invece e giocano pure nella stessa squadra. In passato lo scrittore ha ucciso Capitan America (Steve Rogers), ha resuscitato Bucky (cara vecchia ret-con), ha messo Bucky al posto di Rogers nella tutina di Cap, ha resuscitato Rogers, ora SPOILER SPOILER SPOILER ha ucciso Bucky, almeno apparentemente e metterà di nuovo Rogers nella tutina di Cap FINE SPOILER FINE SPOILER FINE SPOILER.
Sembra tutto un tira e molla senza senso ma il Bru, a parte qualche scivolone con la saga della rinascita di Steve Rogers, ha gestito tutto egregiamente. Belle saghe, ben scritte, calate in atmosfere ben calibrate, disegnatori giusti al momento giusto e una buona dose di rinnovamento attorno a un personaggio classico come lo scudiero a stelle e strisce.
E' su Bucky che l'autore si sta concentrando principalmente. Dopo che l'opinione pubblica viene a sapere dei trascorsi del nuovo Capitan America nei panni del Soldato d'Inverno iniziano i guai per James "Bucky" Barnes. Prima subirà un processo su suolo americano durante il quale Rogers tenterà di dimostrare l'involontarietà dei delitti commessi dal Soldato d'Inverno ai tempi della guerra fredda causa controllo mentale da parte dei russi.
Alla fine di questa saga ci sarà ad attendere il povero Bucky l'estradizione in Russia, in vista un poco confortevole soggiorno in un gulag della Grande Madre Rossa.
Alle matite si avvicendano vari artisti. La parte del leone spetta a Butch Guice, coadiuvato dagli ottimi Deodato e Sumnee. Qualità garantita. Dopo l'ottima prova su Devil, Brubaker dimostra di avere un grande talento per i singoli eroi calati il più possibile in realtà urbane che sfiorano solamente il lato più supereroistico dei protagonisti.
Meno convincente il lavoro svolto su Secret Avengers, gruppo eterogeneo di Vendicatori capitanato da Steve Rogers che include gente come Bestia, la Valchiria, la Vedova Nera, War Machine, Moon Knight, Nova, il nuovo Ant-Man e altri innesti vari. Una combriccola che raramente ricorda un team di Vendicatori composto da personaggi che spesso non sono sfruttati a dovere. Qualche spunto interessante nelle trame c'è: il recupero del Life Model Decoy convinto di essere il fratello di Fury, John Steele, etc...
La domanda è? C'era davvero bisogno di quattro collane dei Vendicatori? (No) C'era davvero bisogno di un Cover Action Team dei Vendicatori? (Ancora no).
La Marvel ha davvero bisogno di Ed Brubaker? Si, stavolta dico si. A me Brubaker piace. Ha difficoltà a gestire le serie di gruppo, almeno quelle con i supereroi. Il suo Gotham Central invece era una perla narrativa quasi inarrivabile, altro che serie tv sui distretti di polizia.
E' grandissimo nella gestione dei singoli eroi e nelle atmosfere noir (Criminal docet). Cari signori della Marvel, fategli fare quello. Basta super gruppi, eroi e criminali. Bianco e nero. Basta. Passiamo oltre.
Jonathan Hickman
Forse Jonathan Hickman è l'autore al quale la definizione di architetto Marvel calza meglio, almeno in questo momento. Hickman in effetti è quello che più di tutti dà l'idea di progettare, di inserire in ogni storia dei tasselli di un tutto più ampio, dà l'idea della costruzione di un universo narrativo coerente e della coesione, a volte accennata a volte più evidente, che regna tra le serie che scrive personalmente. E' un po' come se la totalità delle cose scritte da Hickman assumesse un valore maggiore della somma delle sue singole storie. Mi piace Hickman, non è perfetto e a volte sbraca, però ha qualcosa che lo rende parecchio interessante. Riesce a creare storie avvincenti partendo da presupposti a volte anche bislacchi. Non male, non male.
Su Fantastic Four Hickman è partito subito in quarta inserendo nella serie idee e sviluppi che ancora oggi tengono banco nelle storie della Future Foundation, serie che ha preso il posto della classica FF dopo la morte della Torcia Umana. L'idea malsana di Reed di risolvere ogni problema della Terra, il consiglio dei Richards provenienti da differenti realtà alternative, l'importanza sempre crescente data ai bambini coinvolti nelle avventure degli F4, quelli della famiglia ma non solo, il ritorno del padre di Reed e i poteri del piccolo Franklin e tutta una serie di elementi, compresa la risoluzione forse un po' affrettata di quer pasticciaccio brutto de Nu World creato da Millar, che rendono le avventure del quartetto parecchio interessanti.
Alle matite delle prime saghe in alternanza l'ottimo e sempre potente Dale Eaglesham e il più canonico e decisamente meno entusiasmante Neil Edwards.
Se si vuole cercare un difetto a Hickman io opterei per il seguente: il nostro ha la tendenza a sparare grosso, in maniera più credibile e meno tamarra di come è solito fare Millar ad esempio, ma comunque spara grosso, forse troppo. In una delle sue saghe è riuscito a portare alla luce razze e civiltà scomparse di cui nessuno sapeva nulla. La città abbandonata dell'Alto Evoluzionario in grado di rendere intelligenti anche i talpoidi del sottosuolo, la città dei vecchi re atlantidei dei quali Susan Storm diventerà portavoce, la razza degli Inumani universali e il culto della Zona Negativa. Il tutto in quattro numeri. Scritti e disegnati bene, forse un po' esagerato anche per gli F4. Ma non è finita qui.
Con la miniserie S.H.I.E.L.D. Hickman la spara ancor più grossa. La serie ha fascino ma con tutta la buona volontà e tutta la sospensione d'incredulità anche qui sembra che si esageri pur senza mai scadere nella trovata grossolana, nella sparata a effetto. E' un fumetto Marvel, dovete credere all'incredibile e con Hickman dovete farlo su scala più ampia rispetto al solito.
Sotto i marciapiedi di Roma si estende la città immortale sede dello Scudo, il consiglio della società millenaria che noi conosciamo solo per mezzo di una sua piccola estensione: lo Shield di Nick Fury e soci. E non parliamo di una setta in uno scantinato, parliamo di una metropoli. Si ridisegna l'origine dello Shield con la sua fondazione nel 2620 a.c da parte di Imhotep. Tra gli affiliati allo scudo nel corso dei secoli troviamo Newton, Brunelleschi, Leonardo da Vinci, Galileo, Nathaniel Richard, Nostradamus, Howard Stark e personaggi di questo calibro che già nel 1582 sconfissero addirittura Galactus.
Una serie incredibile e complessa con un Dustin Weaver alle matite che rende un onorevole anche se non eccezionale servigio alle trame di Hickman che riesce con maestria a collegare anche alcuni eventi della serie alle vicende dei Fantastici 4.
Nel frattempo la saga 3 sulle pagine di Fantastic Four porta alla morte di Johnny Storm e alla trasformazione della serie in Future Foundation. Qui Hickman lascia ampio spazio alla crescita dei personaggi davanti all'elaborazione del lutto. Sempre più importanti i ragazzi della Future Foundation, Franklin e Valeria Richards ma anche Artie, Pulce, Bentley 23 clone di Wizard e Alex dei Power Pack. Con loro il nuovo ingresso Spider-Man, i tre superstiti dei Fantastici 4, Dragon Man e il Dottor Destino. Hickman riallaccia tutti gli elementi gettati nelle precedenti saghe per imbastire lo scontro con il consiglio dei Richard intessendo le trame ancora una volta con grande abilità. Purtroppo arrivano anche i tie-in di Fear Itself a spezzare il ritmo della narrazione. Alle matite il duo Epting/Kitson, ottimo il primo sempre valido il secondo.
Anche con Secret Warriors l'autore non si risparmia. Anche qui il botto è grosso ma non voglio rivelarvelo. Sappiate che coinvolge lo Shield, quello classico che conosciamo tutti, Nick Fury e organizzazioni criminali come Hydra e Leviathan. Nata come serie su un nuovo e segreto super gruppo comandato da Fury e capitanato sul campo da Daisy Johnson alias Quake (ricordate la guerra segreta?), prende sempre di più direzioni spionistiche con voltafaccia, tradimenti, operazioni segrete e grandi battaglie. Serie in crescendo conclusasi dopo 28 numeri orchestrata anche qui al meglio dal sempre più bravo Hickman, disegni sempre ottimi che battono bandiera italiana grazie ai preziosi contributi di Caselli, Vitti e Gugliotta. Un'ottima maxi-serie da recuperare che lascia spazio per ritorni interessanti.
Detto questo direi che anche Hickman è salvo.
Jason Aaron
E' già da un po' di tempo che si parla di questi architetti Marvel, non è questa una notizia dell'ultima ora. Come ha già ribadito Orlando in qualche suo scritto, noi di FdC non ci preoccupiamo troppo di stare sul pezzo quindi io ho deciso di affrontare l'argomento solo ora. Bene, dopo tanta acqua passata sotto i ponti ancora non ho capito il perché tra questi loschi figuri si aggiri anche il signor Aaron. Forse l'importanza dell'autore è destinata a impennarsi nei prossimi mesi visto che andrà a gestire la nuova miniserie Schism e la rinnovata The Incredible Hulk.
Al momento qui da noi si è potuto valutare il lavoro dello scrittore solo su Wolverine che, pur essendo uno tra i principali character della Marvel donato di ubiquità editoriale, non è al momento il centro di questo universo narrativo.
Aaron ha sicuramente messo in difficoltà l'artigliato canadese spedendo la sua anima all'inferno mentre il suo corpo seminava distruzione sulla Terra manovrato da oscuri demoni. L'organizzazione celata dietro le sventure del canadese, la Rossa Mano Destra, si rivelerà essere un espediente narrativo abusato e poco coinvolgente. Nella stessa run c'è indubbiamente qualche passaggio interessante (l'incontro all'inferno di Logan con suo padre) e una lettura piacevole graziata anche dai disegni di Renato Guedes.
Anche Aaron ha il gusto dell'esagerazione, ben condensato nella creazione di un personaggio come il killer Lord Deathstrike che per ammazzare un tizio in Cina si reca in Argentina e lo uccide con un proiettile che attraversa l'intero globo (non sto scherzando). Ci rendiamo conto?
L'impressione è che Aaron stia cercando di lavorare con passione sul personaggio di Logan con risultati al momento alterni. L'ho lasciato per ultimo perché ho l'impressione che al momento sia l'unico di questi autori a non meritare l'investitura datagli da mamma Marvel. Forse mi ricrederò con i prossimi suoi lavori, in fondo Scisma è dietro l'angolo.
Al momento lo boccio.
Il mio pezzo, che spero non vi abbia stracciato i maroni oltremisura, non ha la pretesa di essere esaustivo. Aspettiamo i vostri commenti per aprire e arricchire il dibattito :)
Mi ha fatto venire una gran voglia di fumetti, invece. altro che straccia maroni. ;)
RispondiEliminaGrazie. Recati alla prima edicola disponibile, basta poco per farsi prendere dalla passione ;)
EliminaBhè, articolo abbastanza condivisibile.
RispondiEliminaPer me Fraction su X-Men è stato ignobile e su Fear It Self per ora è così così... Per me è da bocciare.
Aaron invece è un autore con i fiocchi che in marvel non ha ancora dimostrato nulla. Il suo Scalped e "L'altra parte" sono fumetti superlativi...
Purtroppo Aaron lo conosco solo per Wolverine e le iniziative ad esso collegate. Scalped mi manca, speriamo che anche in Marvel ingrani con le prossime uscite.
EliminaPer Fraction che dire: è vero quello che hai scritto ma la sua lunghissima run di Iron Man e il recente lavoro su Thor me lo fanno apprezzare. Io lo promuovo :)
Ottimo, davvero ottimo articolo, documentato ed esaustivo.
RispondiEliminaDi Bendis non posso che dire bene: la saga di Dark Reign è tra le migliori in assoluto che abbia mai letto, al punto che l'Heroic Age che ne è seguita mi pare piatta e vecchia.
DI Matt Fraction quoto parola per parola quello che scrivi su Iron Man. E Larroca, che è osteggiato da molti, è il disegnatore perfetto per il vecchio Testa Di Ferro. Però Fear Itself non mi convince per niente: minestrone riscaldato, che sappiamo già che sapore ha e vorremmo qualcos'altro, grazie.
E, sì. di squadre di Vendicatori ce n'è fin troppe, basta.
Però una testata su Nova la seguirei volentieri: il personaggio, che seguivo dai suoi esordi a fine anni 70, oggi potrebbe esprimere grandi potenzialità.
Shield è di Hickman? Non sapevo. Cmq, sì, è uno che di norma le spara grosse. E Shield l'ho mollato presto, disegni non sempre all'altezza (dopo un bell'inizio) e storia un po' troppo "machecazz...". Quanto alla storia della FF, voglio sperare che sia l'ennesima trovata per risollevare le vendite e che ci ridiano alla svelta Storm e i vecchi FQ. Come, affari di Hickman: magari Richards riporta Johnny vivo da una delle tante Terre parallele.
Grazie per i complimenti Luke.
EliminaPare che Bendis possa traslocare sugli X-Men, essendo questi il mio team del cuore non vedo l'ora.
In realtà una testata su Nova e i nova Corps c'è, è stata proposta insieme ad altre cose in alcuni speciali della Panini dedicati ai personaggi cosmici della Marvel. Scritta da Abnett e Lanning, avevo visto qualcosa tempo addietro e non mi sembrava niente male.
Il ritorno della Torcia credo sia dietro l'angolo.