giovedì 27 ottobre 2016

LA CASA AI CONFINI DEL MONDO

(di Alfredo Castelli e Angelo Maria Ricci)

La casa ai confini del mondo, storia in realtà iniziata già nell'albo precedente della serie, è stato uno di quegli episodi che mi hanno fatto innamorare in via definitiva di Martin Mystère. Lo recuperai in anni successivi rispetto alla sua prima pubblicazione, con tutta probabilità neanche grazie alla serie regolare ma in virtù di un recupero delle prime storie dedicate al detective dell'impossibile sulle pagine del Tutto Martin Mystère.

Ogni cosa di quell'albo, a partire dalla splendida copertina di Alessandrini, mi affascinò, e penso prevalentemente al connubio tra fumetto, letteratura e incubo che le pagine de La casa ai confini del mondo riuscivano a rendere piacevole in virtù di un amalgama perfetto, coinvolgente e inquietante.

Per arrivare al nocciolo della questione Alfredo Castelli la prende alla larga, solleticando il palato dei lettori con una disamina veloce sui casi di teleportazione (dei quali si trovano ancora tracce sul web), per poi partire da uno di essi per introdurci nella vicenda vera e propria quando, grazie al racconto dell'ispettore Travis, Martin e Java apprendono di come un noto delinquente, Carlos Agreda, fosse improvvisamente apparso nel bel mezzo della Gran Central station di New York, pochissimo tempo dopo essersi macchiato di un atroce delitto in quel di Providence, città sita non proprio dietro l'angolo. Appurato che ogni spiegazione vagamente logica non trova conferma, al dinamico duo non resta che organizzare una spedizione in quel di Providence, trasferta grazie alla quale Martin Mystère riesce a rimandare ancora una volta un certo discorsetto che alla sua fidanzata Diana preme molto.


La casa in cui Agreda sembra essersi smaterializzato si trova in periferia, è una costruzione da incubo, degna della famiglia Addams o del più tetro Edward Hopper, è la casa dove tempo prima sorgeva un'abitazione a quella del tutto identica appartenuta allo scrittore Howard Phillips Lovecraft. Da qui una discesa agli inferi imperdibile per tutti gli amanti delle prospettivi impossibili, degli antichi e dei miti di Chtulu.

Ancora una volta Castelli riesce a unire un sano intrattenimento popolare a spunti letterari, argomenti misteriosi a sprazzi di cultura, uno dei punti di forza di sempre della serie. Questa volta è aiutato dalle matite di Ricci che oltre a offrire un'ottima prova si esibisce in interessanti soluzioni grafiche nelle sequenze più surreali.

La casa ai confini del mondo è uno di quegli albi che ti lasciano con la piacevole sensazione di aver letto qualcosa di più di un semplice fumetto d'avventura.


6 commenti:

  1. Mi è sempre piaciuto molto questo omaggio di Castelli a Lovecraft, molto meno la prassi di allora di spezzare le storie tra un albo e l'altro :)

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    1. Guarda, ora non ricordo se ne ho già parlato, se non l'ho fatto lo farò, ma porca puttana se era una cosa che mi faceva incazzare quella...

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    2. Ho avuto la fortuna di iniziare a leggere MM con "Ricordo senza fine", nel 1992, penso proprio il primo albo a contenere l'avvertenza "racconto completo"; quando iniziai a cercare qualche arretrato ebbi la brutta sorpresa di scoprire le storie spezzettate. Credo di aver comprato la creatura di Castelli e gli altri Bonelli (Dyd, Nathan Never) più o meno fino al 1996 (quando chiusi in generale con il mondo del fumetto) e li ricordo comunque come anni di letture piacevolissime.

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    3. Praticamente coetanei in questo, io iniziai a seguirlo regolarmente con il numero 125, poi recuperai il resto con Tutto Mystère, che tempi...

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  2. Io adoro martin Mystere, lo colleziono da quando è uscito.

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    1. Un grandissimo personaggio con alle spalle un ottimo creatore, l'ho perso di vista da un po' ormai, all'inizio del prossimo mese uscirà la nuova serie, chissà...

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