domenica 19 settembre 2021

IL SESSO NELLE CAMERE D'ALBERGO

(Otherwise known as the human condition. Selected essays and rewiews di Geoff Dyer, 2011)

Dev'essere davvero un bel tipo Geoff Dyer, un vero imbucato della letteratura come lui stesso si definisce. Questa raccolta di suoi scritti, proprio com'era nelle intenzioni, nei gusti e nelle inclinazioni dell'autore, non ha un vero e proprio filo conduttore nonostante l'antologia sia divisa per sezioni tematiche, salta invece con stile dalla corposa sezione iniziale dedicata alla fotografia alle riflessioni sulle altre arti figurative, dall'amore per la letteratura e per alcuni scrittori in particolare alla passione sconfinata per la musica, dalla cronaca di brevi viaggi si passa poi a pezzi sulla moda fino ad arrivare a quella che è la sezione più sfiziosa del libro dedicata ai racconti personali che spaziano dai resoconti sull'amore per la vita a base di sussidi di Stato al primo incontro con la moglie, dall'ossessione maniacale per cappuccino e brioche all'influenza dei fumetti Marvel nella vita di un uomo, insomma c'è di che sbizzarrirsi in questa raccolta che ingloba un paio di pubblicazioni inglesi che in origine uscirono con i nomi di Anglo-English attitude e Working the room comprendenti rispettivamente pezzi scritti tra il 1984 e il 1999 la prima e da lì fino al 2009 la seconda. Il titolo pruriginoso è quello di uno degli articoli pubblicati nel libro, meglio in realtà l'originale Otherwise known as the human condition, il titolo che accorpava le due precedenti raccolte scelto per l'edizione inglese.

Geoff Dyer riempie molti dei suoi scritti di trasporto e reale ammirazione se non passione vera per gli argomenti di cui scrive, riuscendo a interessare il lettore a materie magari dallo stesso prese finora poco in considerazione. Prendiamo me per esempio, completamente ignorante di quel che concerne la fotografia se non per la conoscenza superficiale di un paio di nomi arcinoti, mi trovo a leggere con interesse vivo e crescente curiosità brani costruiti attorno a fotografie più o meno celebri che ci dicono del loro posto nella Storia e nell'attimo in cui sono state scattate, di ciò che potrebbe esserci nella testa e nei cuori dei soggetti ritratti, di ciò che suggerisce l'immagine rispetto a ciò che probabilmente è rimasto fuori dall'inquadratura, e ancora stili, tematiche, visioni e strumenti di fotografi come Jacques Henri Lartigue, Robert Capa, Ruth Orkin, Richard Avedon e tantissimi altri ancora. Non parliamo poi dell'estasi quando ci si ritrova a camminare con Dyer su sentieri di per sé già amati quali per me possono essere la letteratura o la musica, gli spunti qui sono infiniti. Dyer, laureato in letteratura inglese a Oxford, apre al lettore tantissime possibilità di approfondimento, sia critico che di mero catalogo, libri e autori magari da noi mai affrontati che tramite le parole di Dyer invocano a gran voce di essere inseriti nell'interminabile lista delle cose da leggere che molti lettori tengono sempre a portata di mano, in questo senso Il sesso nelle camere d'albergo diventa una fonte preziosa di consigli da tenere sul comodino anche a lettura terminata, per ammirare le foto di un artista a noi sconosciuto oggi, acquistare un libro domani (magari partendo da Figli e amanti di D. H. Lawrence), quando si ha il giusto tempo ascoltare un disco pubblicato dall'etichetta Ecm (Edition of contemporary Music), Dyer ci suggerirebbe Keith Jarrett probabilmente, e via discorrendo. Nella sezione dei personali si ritrova in larga parte il piglio divertente e attraente che Dyer ha già mostrato in altre sue opere di fiction come Paris trance o Brixton pop, andando a chiudere in maniera lieve una raccolta di scritti piacevole dal primo all'ultimo pezzo. Il mix tra narrazione brillante e critica intelligente che Dyer dimostra di saper padroneggiare alla perfezione ha permesso all'autore inglese di realizzare il suo sogno più grande: quello di non dover mai lavorare! 

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