giovedì 23 giugno 2022

LA PROMESSA

(The pledge di Sean Penn, 2001)

Sean Penn nel corso della sua ormai lunga carriera, di tanto in tanto si è concesso il lusso di dedicarsi alla regia; poche cose, sei lungometraggi nell'arco di trent'anni dei quali il più celebre rimane Into the wild - Nelle terre selvagge, adattamento del libro di John Krakauer (Nelle terre estreme) graziato dalla splendida colonna sonora di un Eddie Vedder in forma strepitosa. Qualche anno prima l'attore aveva già siglato un buon film con questo La promessa, meno noto del successivo al quale abbiamo già accennato e anch'esso tratto da un libro, l'opera omonima di Friedrich Dürrenmatt dalla quale il film si discosta un poco per approccio e filosofia, sicuramente per ambientazione, nel libro europea (siamo in Svizzera) qui statunitense. La promessa è uno di quei film che non riescono a entrare nell'empireo dei memorabili, ben realizzato, "di mestiere" potremmo dire, impreziosito dalle partecipazioni di diversi bravi attori, ovviamente il protagonista Jack Nicholson sopra tutti, e come usava qualche tempo fa destinati a finire nel cestone dei dvd a un euro tra le corsie del Mediaworld o del Carrefour di turno o, come lo acquistò chi scrive, allegato a qualche rivista a tre o quattro euro. Non di meno, per gli amanti del poliziesco e del thriller, La promessa rimane ancora oggi una visione più che dignitosa, un film che si concentra più sull'ossessione del suo protagonista che non sul caso in sé, cosa che aiuta a far emergere il film dalla media, o dal cesto dei dvd a un euro se preferite.

Jerry Black (Jack Nicholson) è un poliziotto che si sta preparando per la meritata pensione, i suoi colleghi hanno organizzato una bella festa d'addio e gli hanno pagato un viaggetto come regalo, un'immersione totale nel mondo della pesca al marlin, grande passione di Jerry. Proprio durante i festeggiamenti al collega, a Stan Krolak (Aaron Eckhart) arriva la notizia dell'omicidio di una bambina di circa sette anni, il corpo abbandonato nel bosco; Jerry è ancora in turno nel suo ultimo giorno di lavoro, insiste così per dare una mano. Nel corso dei colloqui con i genitori della vittima Jerry si fa strappare dalla madre della bimba la promessa di trovare l'assassino della figlia. Convinto che il primo indiziato, il vagabondo minorato Toby Jay Wadenah (Benicio Del Toro), non sia il vero colpevole dell'omicidio, Jerry continuerà a indagare ottenendo con riluttanza anche l'aiuto degli ex colleghi. Le sue indagini lo porteranno ad acquistare una stazione di servizio in una zona dove Jerry crede che l'assassino, da lui ritenuto seriale, colpirà ancora. Qui fa la conoscenza della cameriera Lori (Robin Wright) e di sua figlia Chrissy (Pauline Roberts), una bambina che assomiglia molto alla prima vittima e alla quale Jerry si affeziona in maniera sincera; purtroppo l'ex poliziotto non riesce a togliersi dalla testa quel primo omicidio e come questa nuova bambina possa essere una perfetta esca per stanare l'assassino.

Un caso che diventa una promessa che diventa un'ossessione che diventa follia. Il film di Penn, come il libro, gira intorno al suo protagonista, un uomo che si prende troppo a cuore un caso di cui non avrebbe dovuto nemmeno occuparsi fino a farsi lacerare animo e mente nel venirne a capo e donare giustizia a queste bambine seviziate. I buoni propositi del protagonista diventano ambigui con il passare dei giorni (dei minuti), Jack Nicholson offre una prova come al solito strepitosa contenendo anche tutto il suo istrionismo che trova sfogo in piccola parte solamente nella scena finale, il film è inoltre costellato di ottimi nomi anche in ruoli minori, oltre ai già citati abbiamo anche Patricia Clarckson, Mickey Rourke, Harry Dean Stanton, Vanessa Redgrave, Helen Mirren e Sam Shepard, non si è quindi risparmiato sul talento. Ottimo il rapporto che il regista instaura con i luoghi e con le location che donano un certo fascino alla vicenda alla quale manca forse quel qualcosa per fare quello scatto in più e farsi ricordare. Poi c'è una parte di fatalità, di caso, che nel libro era forse più rimarcata (ricordi persi nel tempo, come lacrime nella pioggia...) e che qui si concretizza in una solo inquadratura, elemento di interesse che nel film di Penn non è mai preminente e non esplode. Così ne rimane un buon film, dolente, un po' dimenticato ma che una volta rispolverato non si vergogna di dire la sua, in fondo non capita mica a tutti.

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