mercoledì 31 maggio 2023

IO, ROBOT

(I, robot di Isaac Asimov, 1950)

Le tre leggi della robotica:

1. Un robot non può recar danno a un essere umano, né permettere che, a causa della propria negligenza, un essere umano patisca danno.
2. Un robot deve sempre obbedire agli ordini degli esseri umani, a meno che contrastino con la Prima Legge.
3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questo non contrasti con la Prima o la Seconda Legge.

Io, robot è una raccolta di racconti che un giovane Isaac Asimov si era già visto pubblicare su riviste varie lungo il decennio precedente; questa antologia andò in stampa per la prima volta nel 1950, agli albori del decennio che più di tutti, anche grazie al cinema, riconduciamo alla raggiunta popolarità su vasta scala del genere fantascientifico. Il libro si apre con le tre leggi fondamentali della robotica; questi tre inderogabili dettami sono impressi "a fuoco" nei cervelli positronici dei robot protagonisti, esseri artificiali dotati di un certo margine di autonomia e pensiero ma creati unicamente per aiutare gli umani nelle loro incombenze e sollevarli dai fardelli più pesanti del lavoro e da diversi compiti della vita di tutti i giorni. Ovviamente, come è facile prevedere, non è detto che tutte le buone intenzioni, per i più disparati motivi, portino sempre al risultato che ci si era auspicati. In quest'ottica Io, robot torna proprio in questo periodo a essere un testo di forte attualità, oltre a rimanere l'ottima occasione di intrattenimento che è sempre stata. I dubbi e le paure che oggi ci attanagliano in merito agli sviluppi futuri dell'intelligenza artificiale si possono ritrovare qui, magari con un approccio più ingenuo e positivo ma carico tra le righe di quegli interrogativi che potrebbero non farci dormire sonni così tranquilli.

Sono nove i racconti contenuti in Io, robot, tutti episodi indipendenti tra loro ma legati da alcuni elementi comuni: le tre leggi della robotica, la presenza della U.S. Robots, la più importante azienda produttrice di robots all'avanguardia grazie ai loro cervelli positronici, alcuni personaggi ricorrenti come la coppia di tecnici della U.S. Gregory Powell e Michael Donovan, coinvolti sempre in qualche caso spinoso, o come la dottoressa robopsicologa Susan Calvin, zitellona un po' inacidita. Si inizia con Robbie dove si esplora il rapporto tra macchina e uomo, nella fattispecie tra una bambina e la sua "tata" meccanica; in Circolo vizioso Asimov si domanda cosa potrebbe succedere se in qualche modo una situazione potesse mettere in conflitto tra loro le leggi della robotica; per ogni racconto un nuovo enigma: comportamenti inspiegabili, prese di coscienza da parte dei robot, mancata applicazione degli ordini, processi cognitivi e così via. Per ogni breve capitolo una nuova riflessione da esaminare nel rapporto quotidiano tra uomo e macchina.

Lettura molto piacevole e intrigante ancor oggi, in un mondo nel quale la fantascienza di circa settantacinque anni fa potrebbe apparire ormai ingenua e fuori tempo. Gli scritti di Asimov invece resistono bene al passare del tempo, possiamo facilmente (ri)leggerli alla luce del nostro presente e ricontestualizzarli. Anche se non si scava troppo in profondità nei dilemmi che di volta in volta Asimov ci propone nei rapporti tra umano e artificiale, le situazioni create dallo scrittore nato in Russia sono sempre stuzzicanti, nei vari racconti si percepisce quasi un crescendo nei dilemmi etici e pratici che lo sviluppo delle intelligenze meccaniche di volta in volta ci sottopongono. Oltre alla curiosità che suscitano le meccaniche di narrazione messe su pagina da Asimov legate ai temi principi della raccolta, non manca la possibilità di affezionarsi ad alcuni personaggi, su tutti la coppia Powell/Donovan che si trova sempre in qualche situazione complicata da dirimere, ma anche a qualcuno di quelli meccanici come Robbie, protagonista del primo racconto nel quale Asimov è in grado, in un contesto completamente familiare e rilassato, di creare la giusta tensione nel lettore che non sa cosa aspettarsi dal comportamento di questo robot. Con tutta probabilità Io, robot non è ascrivibile agli scritti più profondi e stratificati del genere ma rimane un fondamentale, tanto importante quanto ben riuscito sotto il punto di vista meramente narrativo.

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