martedì 23 maggio 2023

IL REGNO DIVISO

(Divided Kingdom di Rupert Thomson, 2005)

Rupert Thomson è uno scrittore inglese originario di Eastbourne, nell'East Sussex. Nonostante Thomson abbia pubblicato il suo primo libro già nel lontano 1987 (Dreams of leaving) e conti ormai già una quindicina di opere al suo attivo, l'autore non gode ancora qui da noi di una grande popolarità. Ciò deriva con ogni probabilità dal fatto che non tutto il corpo d'opera di Thomson è stato tradotto nel nostro Paese ma anche da una situazione che in realtà riflette l'andamento internazionale. Sono infatti diversi i colleghi dello scrittore, così come varie personalità di spicco in altri campi, ad affermare come Rupert Thomson non abbia mai raccolto i riconoscimenti che avrebbe invece meritato, cosa sottolineata anche dalla generale mancanza di riconoscimenti tributata alla sua opera: tanti complimenti ma mai nessuna menzione ufficiale. Scommettiamo che questa condizione non sia un particolare cruccio per un uomo che ha viaggiato e vissuto in mezzo mondo e che nella sua vita ha fatto le esperienze più disparate. Purtroppo, se il grande talento che in molti gli riconoscono è realmente presente e gli apprezzamenti sono motivati, non è grazie a questo Il regno diviso che le qualità di Thomson vengono fuori; pur essendo questa una lettura piacevole non sono presenti contenuti particolari o marcati segni di stile che possano imprimere il nome dell'autore nella memoria del lettore.

Il Regno Unito (anche se nel libro non lo si nomina praticamente mai) è ormai un Paese allo sbando: corruzione, malgoverno, crisi economiche, impossibilità di uscire dal pantano in cui la Nazione è caduta. La classe dirigente, appurato che il sistema in corso non è più funzionale, decide per una radicale Riorganizzazione del Paese fondata sulla teoria umorale postulata nell'antichità da Ippocrate e basata sui quattro principali fluidi corporei. Questa teoria divide l'umanità (e di conseguenza la popolazione del Regno) in quattro categorie di persone, a seconda del loro fluido dominante. Avremo quindi i sanguigni (sangue), gente equilibrata, positiva e ben disposta alla vita, capaci di una convivenza pacifica con il prossimo, ci saranno poi i collerici (bile gialla) predisposti alla violenza, allo scontro continuo ma anche operosi e innovatori, seguono i flemmatici (flemma) che come da definizione sono costantemente indecisi, poco concreti, pacati e nostalgici, chiudono il gruppo i malinconici (bile nera); ogni cittadino, in seguito ad appositi test verrà ricollocato nel giusto "quartiere" di appartenenza in contatto solo con i suoi simili, una riorganizzazione che secondo le alte sfere dovrebbe portare giovamento alla società tutta. Il giovane Matthew Micklewright, dopo essere stato assegnato al "quartiere" rosso dei sanguigni, viene a forza separato dalla sua famiglia e portato a Thorpe Hall, un'istituto dove altri ragazzi "sanguigni" come lui diventano i suoi nuovi compagni di vita. Dopo un periodo di indottrinamento sulla nuova società, Matthew viene privato del suo nome, da quel momento sarà Thomas Parry, viene affidato a una nuova famiglia composta da papà Victor e da una sorella acquisita: Marie. La vita nel quartiere rosso è tutto sommato piacevole, i ricordi della vecchia vita però ogni tanto tornano a premere. Con il passare degli anni Thomas, grazie al suo lavoro, avrà modo di visitare altri quartieri, cosa altrimenti proibitissima, e di rendersi conto che forse anche nella sua esistenza comoda qualcosa è andato irrimediabilmente perduto.

Ha un po' il sapore dell'occasione non colta appieno questo Il regno diviso (Quando l'uomo si separò dall'uomo), usare l'espressione "occasione sprecata" sarebbe troppo perché la lettura è comunque piacevole e presenta diversi passaggi affascinanti, eppure si ha l'impressione che Thomson non abbia colto proprio nel segno e che tutto si risolva con un "nulla di fatto". Nell'idea iniziale, molto intrigante, c'erano le premesse per un romanzo distopico originale e dalle grandi potenzialità, inoltre alcune sequenze potevano essere ricondotte facilmente alla Storia: l'impotenza di fronte al potere, le deportazioni, le famiglie separate, i muri issati tra un territorio e l'altro e via di questo passo. Ma seppure l'ambientazione di questo nuovo Regno rimanga traccia costante per tutta la durata del romanzo, è il percorso all'interno di esso affrontato da Thomas a prendersi la scena in un peregrinare tra incontri e personaggi che cambieranno in qualche modo il protagonista ma, a parere di chi scrive, senza lasciare segni profondi nel lettore. Anche le sottotracce più intriganti, e il riferimento è a tutta la questione legata al locale "La Batisfera" nel quartiere blu (i malinconici), rimangono un po' irrisolte e lasciano l'amaro in bocca. Il regno diviso non è il romanzo più celebre (in proporzione, nessuno è proprio "celebre" in realtà) di Thomson, in ogni caso se le premesse intrigano una lettura a questo scrittore la si può concedere, le idee ci sono, si poteva svilupparle meglio ma tutto sommato aprire le porte ad autori sconosciuti è sempre una buona cosa, diciamo che basta non aspettarsi proprio il libro della vita.

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