mercoledì 13 dicembre 2023

JIMMY'S HALL - UNA STORIA D'AMORE E LIBERTÁ

(Jimmy's hall di Ken Loach, 2014)

A otto anni di distanza dall'uscita de Il vento che accarezza l'erba Kenneth Charles Loach ritorna nelle terre d'Irlanda accompagnato dall'ormai inseparabile Paul Laverty alla sceneggiatura, lo fa per raccontarci il periodo immediatamente successivo a quello della guerra civile che mise fratello contro fratello nei primi anni Venti del secolo scorso; proprio in quegli anni prende il via la vicenda qui messa in scena da Loach e che si ispira alla vita (o almeno a un pezzo di essa) di un uomo realmente vissuto, Jimmy Gralton, per poi spostarsi nel corpo del suo svolgimento ai primi anni Trenta, un decennio più tardi. Per Jimmy's hall, che a Cannes raccolse dieci minuti di standing ovation (un'esagerazione se vogliamo), Loach sceglie di lasciare fuori dalla narrazione gli scontri cruenti, le vicende dell'I.R.A. per esempio non sono mai protagoniste né tanto meno richiamate, nemmeno in relazione al decennio precedente quando era in atto la guerriglia contro l'esercito inglese, c'è però sempre ben evidente e condannata l'inclinazione dei soliti prepotenti a troncare sul nascere ogni sorta di moto indipendente, fosse anche questo del tutto naturale, spontaneo e legato a fatti estranei alla politica; anche con questo film Loach si erge a difensore delle libertà, che siano queste individuali o (soprattutto) collettive, mentre si scaglia contro il sopruso di chi abusa dei propri poteri, legali o (presunti) morali che essi siano.

Dopo un decennio di lontananza nella contea di Leitrim torna Jimmy Gralton (Barry Ward), un irlandese costretto a fuggire dal suo Paese anni prima perché accusato di simpatie comuniste e inviso al potere costituito a causa di una serie di attività a favore della collettività che Jimmy portava avanti in un salone da lui inaugurato, la Pearse-Connolly Hall. Al suo ritorno, motivato dalla necessità di aiutare la madre ormai anziana, un gruppo di ragazzi della contea chiede a Jimmy di riaprire la sala; in paese non c'è nulla da fare per i giovani, le giornate scorrono noiose e la Hall sarebbe un ottimo punto di ritrovo e di socializzazione che potrebbe anche insegnare qualcosa di utile a questi ragazzi e ragazze. In principio riluttante Jimmy si lascia poi convincere a dare nuova vita alla sala, un luogo dove si potrà leggere, ascoltare musica jazz, seguire corsi di boxe, studiare, portare avanti altre attività e soprattutto danzare, ma quello che sembra un ritrovo dedito alla cultura e al divertimento, alla convivialità e alla socializzazione, non è visto di buon occhio dai notabili del paese tra i quali c'è anche lo scontroso Padre Sheridan (Jim Norton), prete molto vicino agli esponenti politici locali. La classe dirigente cercherà così in ogni modo di ostacolare l'indole libertaria di Jimmy e dei ragazzi e di far chiudere la Hall, nonostante la sala sia frequentata da moltissimi stimati cittadini della contea.

L'ostracismo che colpisce le iniziative culturali non è cosa nuova, la vicenda che vide protagonista la Pearse-Connoly Hall di Jimmy Gralton ne è un chiaro esempio e Loach la prende a pretesto per schierarsi ancora una volta dalla parte degli oppressi. Il regista inglese sembra questa volta meno incisivo che in altre occasioni, la storia sembra rimanere sulla punta della penna di Laverty senza mai staccarsene davvero per costruirsi (e costruire) nel film un qualcosa dalla personalità forte, i personaggi mancano di quello spessore necessario a creare empatia (giusto Padre Sheridan sul finale ammette la possibilità di qualche piccola sfaccettatura) o almeno la giusta dose di interesse nella vicenda la quale, se vista dopo cose come Io, Daniel Blake, Terra e libertà, Il mio amico Eric o altre pellicole di Loach perde inevitabilmente il confronto. Intenti ancora una volta lodevoli, su questo Loach non si discute mai, qui l'esito purtroppo non è così felice, il difetto non è nemmeno il didascalismo del messaggio veicolato quanto la poca sapidità e consistenza dei protagonisti, dei confronti e degli sviluppi, tutti elementi che fanno di Gralton uno dei protagonisti meno memorabili del cinema di Loach e di Jimmy's Hall una visione passabile ma non certo entusiasmante. Con questo film chiudiamo la piccola rassegna dedicata al lavoro di Loach, mancano all'appello cose meritorie come Sorry we missed you o Io, Daniel Blake, film di cui ho già parlato in passato, in home però trovate l'utilissima funzione "cerca" e quindi...

4 commenti:

  1. L'ho visto l'altra sera in tv (al cinema mi era sfuggito) e sostanzialmente concordo sul fatto che non sia uno dei film memorabili di Ken Loach, ma secondo me è comunque un prodotto valido. D'altra parte con Loach non ti sbagli mai, io almeno non sono mai stato deluso anche se non sempre ha saputo o potuto arrivare alle vette di Terra e Libertà, Il Pane e le Rose, Io Daniel Blake, Looks & Smiles e pochi altri. Ma è fisiologico che sia così visto che è molto prolifico.

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    1. Sono d'accordo, nel complesso non è un brutto film, come dici tu con Loach non si sbaglia mai, non all'altezza però delle sue cose migliori, forse un po' troppo schematico.

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  2. Bello, ma difficilmente Loch fa film brutti, si sente la passione.

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    1. I film di Loach sono tutti da vedere, questo l'ho trovato meno coinvolgente di altri.

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