lunedì 25 dicembre 2023

FIRMA AWARDS 2023 - FILM CLASSICI

Per ciò che riguarda i film, come già accaduto gli scorsi anni, per convenzione dividerò le mie visioni in due categorie, quella dei FILM e quella dei FILM CLASSICI, dove nella prima lista finiranno i film più recenti, che non vuol dire usciti quest'anno bensì distribuiti negli ultimi vent'anni, un bell'archivio da cui attingere dunque, mentre nei "classici" ci finirà tutto ciò che conta più di venti primavere (dai ventuno a salire quindi). Come da qualche edizione a questa parte ci sarà anche una menzione "ad honorem" per un film che giunto all'ennesima visione continua a regalare emozioni. In realtà, contrariamente a quanto fatto in passato, nella classifica dei film classici ho inserito anche qualche rewatch (dando però più risalto a quelle che per me erano "novità"), film di cui mi sono preso la briga di scrivere un commento nonostante non fossero alla prima visione da queste parti, d'altronde la categoria si chiama FILM CLASSICI mica per niente e proprio da questa categoria andremo a cominciare per quel che riguarda la sezione cinema. Ricordo solo che negli anni passati le menzioni ad honorem furono assegnate a The Blues Brothers di John Landis e ai primi due capitoli della saga di Rocky rispettivamente di John J. Avildsen e Sylvester Stallone. Per chi seguisse i miei pezzi su Loudd ricordo che le classifiche qui presenti non seguiranno i voti numerici dati ai vari titoli su Loudd, un po' perché il tempo affina il giudizio, un po' perché tutto va relativizzato e contestualizzato, e quindi...


Menzione speciale, laurea ad honorem, cittadinanza di Firmalandia:
L'attimo fuggente di Peter Weir (1989)
Doveroso omaggio al grande Robin Williams, attore mai troppo compianto, qui in uno dei suoi ruoli più memorabili, quello del professor John Keating, alcune sequenze del film sono state regalate alla storia del cinema e non verranno dimenticate. Tutti in piedi sui banchi per il grande Robin.




Nono classificato:
La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo (1966)
Algeri tra il '57 e il '62; tra finzione e documentario Pontecorvo illustra la situazione calda nella capitale algerina che tenta di ribellarsi all'invasore e scrollarsi di dosso il colonialismo francese. Film senza peli sulla lingua che non piacque troppo ai cugini d'oltralpe.



Ottavo classificato:
Eraserhead di David Lynch (1979)
Con Eraserhead un rivoluzionario David Lynch irrompe sulle scene segnando il panorama cinematografico internazionale con i prodromi delle sue atmosfere inquietanti, surreali e disturbanti. I semi del genio ci sono già tutti.



Settimo classificato:
Terra e libertà di Ken Loach (1995)
Film in cui traspaiono il cuore e tutta la passione di "Ken il rosso", un inno di libertà nella Spagna da liberare dal fascismo di Francisco Franco: amore e guerra e i più alti ideali di giustizia sono al centro di un film magari non impeccabile nella forma ma di ineguagliata sincerità e trasporto. W Ken, sempre.



Sesto classificato:
L'ultimo dei Mohicani di Michael Mann (1992)
L'afflato epico tradotto in immagini, l'essenza dell'avventura classica al servizio dello spettacolo di qualità, emozione e perizia in un film costellato da personaggi memorabili. Score musicale a impreziosire il tutto.



Quinto classificato:
Dov'è la casa del mio amico? di Abbas Kiarostami (1987)
Lo sguardo e l'agire di un bambino dalla profondità morale disarmante in un mondo di adulti distratti e indifferenti, disattenti alle esigenze dei più piccoli in un paese non facile come l'Iran. Perla del maestro Abbas Kiarostami.



Quarto classificato:
Peppermint candy di Lee Chang-dong (2000)
Attraverso la storia di Yong-ho il regista Lee Chang-dong ci illustra stralci della storia della Corea del Sud costruendo il film con una struttura a incastro che valorizza ancor di più la profondità di un racconto importante. Ci sono già tutte le avvisaglie di un grandissimo autore in arrivo.



Terzo classificato:
La notte dei morti viventi di George A. Romero (1968)
Film culto per la storia del cinema e non solo dell'horror, fenomeno involontario girato con pochissimi soldi capace di generare riflessioni di cui stiamo a discutere ancora oggi. Seminale, un film a cui vale la pena di tornare in qualsiasi momento.



Secondo classificato:
Il laureato di Mike Nichols (1967)
Uno dei film che ha dato la stura al fenomeno irripetibile della New Hollywood, dalle istanze di fine anni 60 nasce un nuovo cinema e Il laureato di Mike Nichols ne è orgoglioso stendardo e trova in Dustin Hoffman il volto del nuovo eroe comune. Epocale.



Primo classificato:
Oasis di Lee Chang-dong (2002)
Lee Chang-dong è stato sicuramente uno degli autori dell'anno da queste parti, un cinema profondo e sempre ficcante che trova con Oasis (insieme a Burning visto tempo addietro) uno dei suoi culmini artistici. Moon So-ri in una delle interpretazioni più impressionanti dell'anno (del mio ovviamente).



E questo per i FILM CLASSICI è più o meno tutto, ci sentiamo a breve per la classifica dei FILM dell'anno, se vi piace leggere invece cliccate qui.

2 commenti:

  1. Alcuni li ho visti, altri potrei recuperare, tipo i due coreani ;)

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    Risposte
    1. Te li consiglio, Lee Chang-dong ha fatto cose meravigliose.

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