giovedì 12 gennaio 2023

OASIS

(Oasiseu di Lee Chang-dong, 2002)

Torniamo a stretto giro al cinema di Lee Chang-dong con un altro film bellissimo che conferma ancora una volta la caratura di un autore straordinario. Sono passati solo un paio d'anni dal precedente Peppermint candy e il regista sudcoreano torna con questo Oasis, film con il quale ottiene l'importante riconoscimento internazionale al Festival di Venezia (per la miglior regia e per la migliore attrice protagonista) e circa una quarantina di premi distribuiti tra vari festival "minori" in più continenti. Per questo Oasis Lee Chang-dong si affida nuovamente alla coppia d'attori composta da Sol Kyung-gu e Moon So-ri già protagonisti del suo film precedente e qui principali artefici della buona riuscita di un'opera graziata da due prove d'attore eccellenti, in particolare quella della bravissima Moon So-ri che per girare questo Oasis deve aver passato momenti decisamente impegnativi. Film dolenti quelli del regista, c'è ancora da soffrire, questa volta non per una bensì per due esistenze difficili, quelle di due personaggi, Hong Jong-du e Han Gong-ju, nei quali gli attori riescono a calarsi con una grazia dolente, anche molto energica per alcuni versi e davvero degna di nota, un passo avanti che permette a Lee Chang-dong di elaborare un suo stile e sviluppare la sua riflessione sulla sofferenza umana e sull'indifferenza a questa condizione della società circostante con chiaro riferimento alla sua Corea del Sud.

Hong Jong-du è appena tornato dalla sua famiglia dopo aver passato gli ultimi anni in carcere. Il giovane, guidando in stato di ebrezza, ha ucciso involontariamente un uomo. Hong è un immaturo incapace di stare in società a causa di quello che sembra un lieve ritardo, il giovane uomo è indipendente ma non ha mai lavorato in vita sua, non riesce a tenere un comportamento consono in pubblico, ha difficoltà a stare fermo, si muove in continuazione, tira su con il naso, non ha ben presente quali sono i limiti di buona creanza che la società impone. Eppure Hong non è un violento, di per sé avrebbe anche un animo delicato e altruista che però fa fatica a venir fuori a causa dei suoi comportamenti eccentrici. Dopo aver in breve tempo infastidito il fratello maggiore (Ahn Nae-sang) e gli altri parenti, Hong decide di andare a casa della vittima di quel vecchio incidente per scusarsi con la famiglia del dolore causato, qui incontra la figlia della vittima, Han Gong-ju, una ragazza affetta da paralisi spastica che vive in stato di abbandono da parte della famiglia in un fatiscente caseggiato popolare. In preda ad un raptus animale Hong tenta di usare violenza sulla donna, poi pentito si scusa con lei e fugge dopo averle lasciato un biglietto da visita. Dopo qualche tempo sarà Han a chiamare Hong chiedendogli di rivederlo, forse proprio perché quello strano ragazzo sembra averla vista come una donna e non come un'handicappata, un peso per la sua famiglia come la vedono tutti gli altri.

L'impatto che ha lo spettatore nel vedere per la prima volta i due protagonisti insieme è molto forte, la scena di questo ragazzo un po' tocco che tenta di stuprare una disabile affetta da un handicap grave è realmente disturbante, quello che Lee Chang-dong mette in scena ha tutte le caratteristiche del colpo basso, una situazione collocata per di più in una dimensione di semi degrado, di abbandono familiare, in una zona fatta di cemento e casermoni (incorniciati però da splendide montagne all'orizzonte) a rendere tutto ancor più duro, triste e spietato. Poi Oasis pian piano si apre e vede un ribaltamento totale e progressivo, l'elemento che sembrava portare distruzione (Hong Jong-du) si rivelerà invece essere quello capace di ricostruire, cambiare rotta e darsi senza chiedere nulla in cambio, un mutamento che porterà grande giovamento a Han che per la prima volta vede qualcuno interessarsi a lei in maniera sincera come neanche i suoi consanguinei hanno mai fatto, presi dalle loro vite e dalla possibilità di far fruttare la situazione a loro vantaggio. Saranno invece la società esterna, le famiglie di Hong e Hang a diventare elementi distruttivi non riuscendo a riconoscere qualcosa di puro perché distante dal pensare comune, non accettato, visto come disturbante e disdicevole, emblematica in questo senso la sequenza della cena in famiglia per il compleanno della madre di Hong. C'è alla base del film uno sguardo impietoso del regista nei confronti della società sudcoreana, come spesso accade nelle cinematografie del fareast la solitudine, il disinteresse delle istituzioni per i propri cittadini, la mancanza di solidarietà sono elementi ricorrenti del cinema recente, di contro c'è anche una gestione dei personaggi che in alcuni momenti diventa pura poesia (con tocchi onirici qua e là). Sulla sequenza del prefinale è impossibile non commuoversi, quando dall'oasi del titolo vengono eliminate tutte le paure con un ultimo grande gesto d'amore. Moon So-ri offre un'interpretazione impressionante, portare avanti un ruolo come questo dev'essere stata una vera impresa, molto credibile anche Sol Kyung-gu, insieme una coppia da ricordare. Così Lee Chang-dong mette sul piatto una storia d'amore che va fuori dai canoni, con momenti non proprio ad "alta digeribilità" ma capace di creare magia anche lì dove nessuno si cura di vederla.

9 commenti:

  1. Grande cinema e grandissima interpretazione per un film davvero notevole. Contenta tu l'abbia visto.
    Al di là di scene memorabili, dure, potenti, commoventi, al di là di quell'albero.....forse conterà poco, ma delle numerose cose che ancora ricordo e ho stampate nella memoria, ho questa immagine iniziale di lui, uscito di prigione, in mezzo alla gente, mi aveva colpito quella spontaneità, questo modo di 'vivere' e non di recitare, trovo sempre in questi attori orientali una immediatezza, un modo di fare che va oltre l' interpretazione, non so se sono riuscita a spiegarmi. Una naturalezza sorprendente.

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    1. Assolutamente, a oggi il cinema asiatico è quello capace di regalarmi le emozioni più intense, Lee Chang-dong è un grande regista, a breve cercherò di recuperare Poetry, spero che anche quello possa essere un concentrato di grandi emozioni.

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  2. Mamma mia che film bellissimo, come tutti quelli di questo regista. Ha un tocco e una sensibilità davvero unici!

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    1. Sono d'accordo, il primo suo che ho visto, Burning, mi aveva incantato, a breve conto di recuperare anche Poetry.

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    2. Contenta l'abbia visto anche Jacques, in passato accennai anche a lui di questo film. Mentre invece non leggo niente di Cleo messo in lista da poco. A Torino durante il festival si chiacchiera di cinema e me ne hanno parlato insieme ad altri titoli, tra cui 'Bande a part' di Godard che ho appena visto.

      Sempre grazie per le tue belle recensioni e titoli poco conosciuti 🫶

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    3. Grazie a te Lory per la presenza costante e per i commenti che impreziosiscono i miei post 🙏

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  3. film bellissimo, commovente, forse uno dei capolavori di Lee Chang-dong

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    1. Io ne ho visti tre al momento, uno più bello dell'altro.

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