(The club of queer trades di Gilbert Keith Chesterton, 1905)
È probabile che molti lettori appassionati di giallo classico conoscano il prolifico G. K. Chesterton come creatore di padre Brown, prete cattolico che grazie alla sua vispa intelligenza si adopera per risolvere enigmi assortiti, sorta di contraltare al più scientifico e deduttivo Sherlock Holmes. Chesterton in realtà ha scritto tantissimo e dei più disparati argomenti: scrittore, giornalista ma anche pensatore e filosofo Chesterton ha lavorato per diverse testate giornalistiche, ha redatto biografie, si è occupato tramite svariati saggi di politica, filosofia, economia e tanto altro, si è dedicato alla poesia e alla religione. In virtù della sua fervente conversione al cattolicesimo, in tempi recenti si è aperta anche un'indagine per una possibile beatificazione dello scrittore inglese, procedura interrottasi a causa delle presunte simpatie antisemite di Chesterton. Un intellettuale e artista a tutto tondo che con i sei racconti contenuti in questa breve antologia che va sotto il titolo de Il club dei mestieri stravaganti si concede un divertente excursus in una serie di "gialli" senza delitto, in realtà le situazioni proposte nei vari racconti qui raccolti (Le straordinarie avventure del maggiore Brown, La penosa caduta di un'illustre reputazione, L'improbabile motivo della visita del vicario, La geniale pensata dell'agente immobiliare, Lo strano comportamento del professor Chadd e L'eccentrica reclusione dell'anziana signora) sono tanto misteriose quanto bizzarre, a dipanare le ingarbugliate matasse un personaggio sui generis, l'ex giudice Basil Grant."Potrei sembrare uno sciocco, e in effetti tanto centrato non sono, ma non ho mai creduto a quell'uomo... come si chiamava... ah sì, Sherlock Holmes! Ogni dettaglio indica qualcosa, certo, ma spesso indica la cosa sbagliata". Questa frase ben descrive l'approccio di Basil Grant al suo "sistema investigativo" che punta più sulla filosofia e sulla conoscenza del carattere delle persone che non sulla deduzione o sulla prova scientifica. Basil Grant è un ex giudice all'apparenza improvvisamente impazzito, i suoi strani comportamenti durante le sedute della corte e il suo successivo abbandono della professione lasciano intendere chiari segni di follia. In realtà Basil ragiona ancora benissimo, l'ex giudice si può definire più bizzarro che folle, la sua eccentricità è in netto contrasto alla metodologia asettica (ma non troppo) del fratello Rupert, detective atletico e interventista che difficilmente verrebbe a capo delle situazioni strampalate che i due, insieme all'amico che qui funge da narratore, si trovano spesso e volentieri a dover sbrogliare. Nello specifico in questi sei racconti i casi sono legati ai membri del fantomatico Club dei mestieri stravaganti, un'associazione per appartenere alla quale è necessario inventarsi un nuovo mestiere, che questo sia appunto stravagante, non praticato da nessun altro, e dallo stesso guadagnare almeno una somma tale da potersi permettere una seppur minima sussistenza, ognuno dei brevi scritti riporta nel suo titolo il nocciolo della inusuale questione alla quale i nostri tre eroi dovranno di volta in volta far fronte.
I racconti contenuti in questa breve antologia non sono di certo pane per i denti di quei lettori che amano raccogliere indizi durante la lettura per tentare, con il procedere delle pagine, di svelare il mistero di turno, le soluzioni e i protagonisti qui sono tanto bislacchi da esulare da qualsivoglia credibilità, alcuni sviluppi è facile indovinarli (abbiamo in fondo più di un secolo di libri/letture a nostro vantaggio), altri quasi impossibile. Quel che a Chesterton interessa è creare una sorta di arguta presa in giro dei meccanismi del giallo classico, del mistery all'inglese, affidando di volta in volta il disvelamento del "caso" alla conoscenza da parte del (ex) giudice Grant dell'animo umano, arricchendo i racconti con spunti filosofici e situazioni grottesche. L'effetto parodico si raggiunge in maggior misura quando si mette all'opera Rupert Grant, detective che pur di far tornare i suoi ragionamenti "scientifici" azzarda collegamenti strampalati senza nesso alcuno. Libro che si legge in pochissimi giorni (a seconda del tempo a disposizione), leggerissimo, per chi scrive nemmeno così esaltante, non troppo consigliato per gli amanti del giallo duro e puro, una buona variante per chi sull'argomento vuole farsi strappare un sorriso. Per chi fosse interessato a un altro club dedito al disvelamento di misteri spesso non delittuosi il consiglio è di orientarsi sui libri dedicati da Asimov al club dei Vedovi neri e fare la conoscenza del fine ingegno del cameriere Henry Jackson.
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