domenica 1 agosto 2010

AMERICAN GANGSTER

(di Ridley Scott, 2007)

Se in Sei pezzi da Mille il traffico d’eroina proveniente dal Vietnam era uno degli elementi del grande quadro d’insieme, in questo film di Ridley Scott diventa il vero motore della vicenda.
Harlem, New York. Il vecchio boss del quartiere Bumpy Johnson (Clarence Williams III) muore lasciando un vuoto di potere. Per tutti è l’occasione per emergere, l’unico al quale importa della morte di Bumpy è Frank Lucas (Denzel Washington), il suo uomo più fidato che dal suo ex-capo aveva imparato bene come muoversi nel suo mondo. L’idea di Lucas è semplice quanto redditizia. Per diventare leader nel traffico di stupefacenti elimina gli intermediari e, grazie a conoscenze nell'esercito di stanza in Vietnam, va a prendersi l’eroina direttamente alla fonte. Quando la immette nelle strade di Harlem la sua roba è la migliore, la più pura e la più economica. Le da il nome di Blue Magic e i suoi diretti concorrenti non riescono più a stare al passo. L’attività di Frank diventa un impero, la sua famiglia si trasferisce dal North Carolina per dargli una mano, i morti per le strade aumentano.
Non è tutto facile, bisogna tenere sotto controllo i vecchi avversari, tenere a distanza poliziotti corrotti troppo esuberanti, disciplinare i propri fratelli e convincerli a tenere un profilo basso e poi c’è un tale di nome Ritchie Roberts (Russell Crowe).


Ritchie Roberts è un poliziotto onesto, e in quegli anni a New York (siamo tra la fine dei ’60 e i primi ’70) sono in molti i poliziotti a non esserlo. Ritchie e il suo compagno di squadra nella polizia trovano un auto piena di soldi al termine di uno dei loro lavori di sorveglianza. È denaro che alimenta la corruzione nella polizia. Ritchie lo consegna tutto, sollevando un gran polverone e attirando su di se il disprezzo dei suoi stessi compagni corrotti. Il suo capo sa però che Ritchie è un poliziotto onesto. Quando il problema della droga diventa troppo ingombrante per la città viene istituita una squadra speciale al capo della quale viene messo proprio Ritchie che avrà la facoltà di scegliersi personalmente gli uomini che dovranno lavorare con lui. Le indagini avanzano, arrivano a dei punti morti, ricominciano. I suoi uomini sono per le strade, cercano di collegare la Blue Magic a qualcuno. Un incontro fortuito li porterà a conoscere Frank Lucas.


I due attori sono una garanzia e anche in questo American Gangster offrono entrambi un’ottima prova. La fotografia delle strade di Harlem, del Jersey, di New York ha fascino da vendere (ammetto di essere un po’ fissato con quei luoghi e con quegli anni) e anche i vari personaggi di contorno sono ben delineati. L’ingombrante sbirro corrotto Trupo è interpretato da Josh Brolin e l’anziana attrice che interpreta la madre di Frank (Ruby Dee, classe 1924) è stata anche candidata all'oscar come miglior attrice non protagonista.
Il film è tratto da una storia vera, un fatto di cronaca giudiziaria del quale sto per raccontarvi la conclusione. Se non avete già visto il film non andate oltre.
La squadra di Ritchie riesce a incastrare un autista di uno dei fratelli di Lucas grazie al quale si riuscirà a dipanare il bandolo della matassa. Ritchie scopre che la droga entra negli Stati Uniti tramite voli militari nascosta nelle bare dei soldati uccisi in Vietnam. La squadra segue le bare e arriva al covo dei trafficanti che lavorano per Lucas. Partono incriminazioni e arresti e si arriverà all'arresto di Lucas stesso che Ritchie Roberts organizzerà in maniera spettacolare. Nel frattempo Ritchie ha ottenuto l’abilitazione per esercitare la professione di avvocato. Nei successivi incontri tra Lucas e Roberts i due imparano a conoscersi e giungono a un accordo. A Roberts interessa sgominare la corruzione all'interno della polizia e con l’aiuto di Lucas riuscirà a farlo. Proprio Roberts accetterà di difendere Lucas in tribunale e la sua condanna passerà da 70 a 15 anni di reclusione. Frank Lucas è uscito di galera agli inizi degli anni ’90.

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