giovedì 26 agosto 2010

GREYSTORM

Questo articolo è stato scritto per il sito fumettidicarta


Lessi (io, non il cane) il primo numero di Greystorm sul treno, di ritorno da una trasferta di lavoro in quel di Livorno. Casualmente in quei giorni stavo leggendo anche il romanzo di Jules Verne “Dalla Terra alla Luna”. Proprio le atmosfere descritte da Verne, alcune tematiche da lui affrontate nei suoi libri ma soprattutto la visione fantastica di un mondo in continuo progresso e colmo di imprese straordinarie sono il trait d’union tra le opere del francese e la nuova creatura di Antonio Serra.
Procediamo con ordine: La storia inizia nell’Inghilterra del 1894, protagonisti una coppia d’amici. Jason Howard è un ottimo studente con la testa ben piantata sulle spalle erede di una enorme fortuna, Robert Greystorm un sognatore dalla geniale intelligenza, fan delle opere di Verne con il quale intrattiene un rapporto epistolare grazie al quale scambia idee e visioni con quello che lui considera uno spirito affine. Nel primo numero si incontrano altri elementi ad infarcirne la trama: una donna (amata da uno ma che ama l’altro), le prime invenzioni di Greystorm (il suo laboratorio e la prima macchina volante) e un’entità sovrannaturale che proprio dalla genialità del protagonista viene attratta tanto da chiamarlo a sé. Alla fine del primo numero alcuni scenari sono delineati, tre anni sono passati (nella storia), e io, alla fine del viaggio di ritorno, non ero pienamente convinto né della bontà della miniserie né di quella del libro di Verne che ho trovato piuttosto noiosetto (meglio “Viaggio al centro della Terra”).
Con il secondo episodio mi sono ricreduto. Avventura con la A maiuscola. Greystorm intende arrivare al Polo Sud su una specie di dirigibile metallico, l’Iron Cloud, e quindi mette insieme un equipaggio adatto all’impresa al quale parteciperà anche il finanziatore e vecchio amico Howard.
Greystorm ancora non sa di essere attirato verso il polo dall’entità maligna, l’Iron Cloud decolla e la serie pure. Il nostro eroe (???) comincia a far intravedere lati oscuri del suo carattere e una spiccata mancanza di scrupoli. Nei numeri successivi la serie si arricchirà di nuovi elementi: il contatto con l’entità maligna, un’isola incontaminata e i suoi abitanti, i fallimenti di Greystorm e il progressivo mutare del protagonista in qualcosa di terribile.
Nella prima parte della serie è l’avventura a farla da padrone, con il passare dei numeri prenderà sempre più piede il lato oscuro e sovrannaturale. L’ambizione e la follia di Greystorm cresceranno e a contrastarle ci saranno i suoi vecchi amici e la loro prole.
Primo numero a parte, di introduzione diciamo, la serie viaggia molto bene fin sul finale che, a mio parere, poteva chiudersi un pochino prima (forse con uno o due numeri in meno la tenuta ne avrebbe guadagnato). Comunque l’opera, ormai conclusasi anche se deve ancora uscire un ultimo numero che sarà una specie di albo extra con scene inedite, realizzazione del fumetto etc…, può dirsi originale nel panorama italiano da edicola, ottima per chi ama Verne e atmosfere similari, molto buona per i fan dell’Avventura. Io non rientro nelle categorie sopra citate e comunque mi sono goduto il viaggio. Non sentivo questo progetto tanto nelle mie corde ma ammetto di essere rimasto piacevolmente colpito dalla creatura di Serra. In fondo sono pochi i fumetti di questo tipo dove il protagonista non solo ha dei lati oscuri ma si può considerare a pieno titolo il farabutto di turno.


Greystorm 1-11, Sergio Bonelli Editore, 98pp, 2,70 euro cad.

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