giovedì 11 novembre 2010

LA RAGAZZA DEL LAGO

(di Andrea Molaioli, 2007)

Ogni tanto mi capita di vedere un bel film italiano, ciò nonostante l’impressione è che il nostro cinema non se la passi proprio bene. Vero è che le improponibili fatiche di alcuni nostri registi godano di grande risalto mass-mediatico. Gli incassi danno loro ragione e quindi vai di cinecocomeri e cinepanettoni. La starlette di turno fa notizia, il product placement si spreca, non si lesina in pubblicità all'ultimo film del cabarettista di turno, etc,etc... Visti appunto gli incassi di cotante opere forse queste, in fondo, ce le meritiamo pure. In mezzo a questa bagarre il rischio è quello di perdersi lavori decisamente più degni di attenzione che corrono il pericolo di essere offuscati da ciarpame vario e di non trovare il giusto spazio (e non è questo il caso fortunatamente). Per chi non vuol lasciarsi travolgere dalla cialtroneria, qualche buona pellicola anche il nostro paese la regala. Non solo successi riconosciuti come Gomorra o Il divo ma anche film più “piccoli” quali Il vento fa il suo giro, Pranzo di Ferragosto o questo La ragazza del lago.

La trama, che non voglio svelare, è semplice e ruota intorno all'omicidio di una giovane ragazza il cui corpo viene rinvenuto senza vita sulle sponde di un lago friulano. Il lavoro del regista è incentrato principalmente sui personaggi, tutti ben delineati e credibili. I luoghi del Nord Est italico fanno da splendida cornice a questa storia dove si indaga sui caratteri prima che sugli accadimenti.

L’ormai quasi incontestabile Toni Servillo è il commissario Sanzio, di chiare origini partenopee trapiantato in Friuli. Qui non è solo un commissario che si trova davanti alla morte di una giovane ragazza ma è anche un padre che con una ragazza altrettanto giovane ha qualche difficoltà a rapportarsi. È anche un marito con una moglie malata di una malattia degenerativa che quella sua figlia, quella ragazza, neanche la riconosce più. Il paese dove si consuma la tragedia è piccolo, tra gli abitanti i sospettati. Il ragazzo della vittima, l’allenatore della squadra di hockey dove la ragazza giocava, i genitori del bambino al quale lei faceva da babysitter, il padre, la sorellastra e il matto del paese che vive con il padre paralitico. Di tutte queste persone sappiamo qualcosa, nessuno sta lì a far da tappezzeria. Tra gli interpreti attori di ormai solida fama come Valeria Golino, Fabrizio Gifuni, Giulia Michelini e il già citato Toni Servillo che effettivamente riempie la scena in ogni inquadratura.

Il film è stato ricoperto di premi, qui in Italia addirittura 10 David di Donatello e partecipazione alla mostra di Venezia. Un film di recitazione e di luoghi che ha un'attenzione particolare verso le figure paterne, ben supportato anche dalla scelta di un azzeccato accompagnamento sonoro. Vista l'esigua mole di buoni prodotti nostrani questo è decisamente un film che vale la pena guardare.

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