
L'intreccio è scontato, fotocopia di centinaia d'altri film del genere (suppongo, perché credo in verità di non averne visti proprio centinaia), gli sviluppi facilmente intuibili da chiunque, canovaccio risaputo e scena madre sul finale.
Non c'è nulla che non funzioni e pure qualche pregio è presente. Un Gérard Depardieu giovane in forma smagliante (forma attoriale non fisica) che per buona parte del film sovrasta la forse troppo caruccia Andie MacDowell, qualche bel battibecco (nulla di che, intendiamoci), una bella seppur scontata scena finale.
Altro? Direi di no.
Per passare una serata senza pensieri va bene, se vi piace il genere ancora meglio. Non aspettatevi sorprese.
Comunque in caso foste fan di questo tipo di commedie il succo è questo: George ha bisogno della Green Card per poter rimanere negli U.S.A., Bronte vuole tanto andare ad abitare in una casa con una serra riservata però solo a coppie sposate.
Si combina così un bel matrimonio di convenienza ma la cosa comincia a puzzare agli impiegati dell'ufficio immigrazione. Seguono peripezie varie per ingannare i solerti dipendenti statali, a Bronte George non piace, qualche scontro e abbiamo capito tutti come va a finire. In realtà io lo so perché il film l'ho visto ma vi garantisco che avevo capito tutto allo scadere del secondo minuto di questo Green Card.
PS: Alcune belle inquadrature su New York impreziosiscono la pellicola. Lo so, sono un po' fissato.
Sì, pure io lo ricordo come dimenticabile o giù di lì...
RispondiEliminaLo vidi al cinema, millemila anni fa.
RispondiEliminaLa MacDowell simpatica sempre come una multa sotto il tergicristallo.
E Depardieu in gran spolvero.
Magari dovrei rivederlo, ma non ne ho un brutto ricordo.