martedì 9 settembre 2014

LA GRANDE RAPINA

(Di Claudio Nizzi e José Ortiz, 1993)

Mette un po' di malinconia leggere ora il sesto Texone, quello disegnato da José Ortiz, fumettista spagnolo scomparso qualche giorno prima dello scorso Natale. Con Ortiz l'epopea del west ha perso uno dei suoi grandi narratori per immagini, uno di quei disegnatori capaci di instillare tempra ai suoi personaggi tramite la punta della matita, di piazzare il giusto volto sull'animo di certe carogne che nessuno si augurerebbe di dover mai incontrare, uno capace di alzare tonnellate di polvere stando comodamente seduto al suo tavolo da lavoro. Il suo contributo al Texone, complice probabilmente la solita tavola ariosa, rimane la sua interpretazione di Tex che ho apprezzato in misura maggiore, nonché il suo esordio sul personaggio che continuerà a frequentare in seguito con una certa regolarità.

Il titolo di questo sesto appuntamento speciale con Tex è La grande rapina, titolo che suona quasi monco. Al treno, verrebbe quasi spontaneo aggiungere. Proprio questa è la classica situazione western che Claudio Nizzi decide di imbastire a servizio delle matite di Ortiz e del lettore. Proseguendo con la lettura dei vari Texoni mi sembra sempre più un delitto che il nome di Nizzi non compaia sulle copertine degli albi, è vero che l'iniziativa è nata proprio per dare importanza alle diverse interpretazioni del ranger da parte delle Nizzi si sobbarca una grande mole di lavoro eseguita sempre con professionalità e con esiti, come in questo caso particolare, davvero ottimi. In questo La grande rapina, oltre ai disegni di un bravissimo Ortiz è proprio la storia a risultare molto godibile presentando insieme agli stilemi del genere numerose svolte narrative dettate da doppi e tripli giochi e una bella concatenazione di eventi, il tutto insaporito da una soffusa vena ironica (vedi la disavventura del postiglione) e da antagonisti parecchio indovinati.
grandi matite del fumetto però è pur vero che

Un treno corre nella notte tra il New Mexico e l'Arizona, a bordo le paghe in oro destinate ai soldati di Fort Defiance accompagnate da una discreta scorta militare. Con un abile piano la banda capeggiata da Lynch Weiss riesce ad appropriarsi del bottino ignara del fatto che sullo stesso treno viaggiano i pards Tex Willer e Kit Carson che ovviamente non se ne staranno con le mani in mano. Seguiranno diverse sorprese la prima delle quali si presenterà alla banda di malfattori al momento della spartizione del bottino.

Oltre a un Tex oltremodo granitico e a un Carson quasi luciferino, Ortiz mette in campo un parterre di figuri davvero niente male, primi su tutti i tre fratelli Clayton, tipi davvero poco raccomandabili. L'interpretazione data dal disegnatore spagnolo di questi loschi arnesi è magistrale così come la realizzazione delle diverse sequenze in notturna e quella dell'uso espressivo dei primi piani. Un segno pieno, intenso o dinamico a seconda dell'occorrenza, che rende sempre giustizia alla bella sceneggiatura di Nizzi che insieme ad Ortiz realizza ancora una volta un Texone di grande livello.

José Ortiz

6 commenti:

  1. Non sono mai stato un lettore accanito di Tex, ma questo me lo ricordo bene :)

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    1. Tex l'ho riscoperto da qualche anno, nonostante sia molto classico lo leggo con molto piacere.

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  2. Io invece non ho mai davvero smesso di leggerlo, Tex, per quanto non mi piacciano troppo le storie di "impianto classico" (che vuol dire tutto e niente).
    Questo Texone lo ricordo bene come gli altri, ma hai fatto bene a ricordare Ortiz. Proprio in questi giorni avrebbe compiuto ottantadue anni. Ho finito di leggere proprio nei giorni scorsi la sua ultima doppia avventura sulla serie regolare. Era proprio un Maestro, poco da fare.

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    1. L'ho letta anche io la sua ultima prova su Tex, con un po' di tristezza. Che peccato...

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  3. P.S.: Se stai procedendo in ordine cronologico, volevo solo ricordarti che prossimamente ti toccano Giovanni Ticci, Aldo Capitanio e Magnus. Un'infornata di giganti. Buona lettura :)

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    1. Si, sto procedendo proprio in ordine cronologico, li ho recuperati tutti (in versione tre stelle) al mercatino di Piazza Madama e ora, pian pianino, me li sto godendo uno a uno...

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