Mi piacerebbe continuare ad omaggiare il lavoro di Ade Capone spendendo due parole su Erinni, opera più controversa e complessa rispetto a Kor One, miniserie di cui avevamo parlato la volta scorsa. Intanto la serie dedicata alla serial killer Erinni è articolata su dodici atti più due prologhi e un atto finale per una mole complessiva che sfiora le trecento pagine e che quindi ha consentito all'autore maggiori approfondimenti e occasioni di sviluppo.
Ciò non toglie che oltre ai vantaggi della foliazione massiccia, dall'opera emergano anche alcuni difetti o caratteristiche che io recepisco come tali, aspetti del lavoro di Ade Capone che accomunano diverse sue sceneggiature e creature (la mente inevitabilmente torna al caro Lazarus Ledd).
Inquadriamo il personaggio: Erinni è la professoressa universitaria Eleanore Glenn, una donna disinibita che in seguito a misteriosi episodi del suo passato inizia ad uccidere uomini che hanno un rapporto perverso e lascivo con il sesso. Nel far questo l'efferata killer si mette in gioco totalmente portando le sue vittime al massimo del piacere sessuale prima di ucciderle. La tematica sessuale, decisamente forte in quest'opera, dimostra quanto coraggio avesse un Ade Capone, autore che arrivava dal fumetto popolare italiano. Nonostante Erinni veda solo ora gli scaffali delle edicole grazie all'edizione della Cosmo, già nel lontano '96, seppure sotto l'etichetta indipendente della Liberty, questo era un fumetto che poteva considerarsi fuori dagli schemi. Portare temi poco battuti nel fumetto popolare era un pallino di Capone che anche in Lazarus Ledd, prodotto per l'edicola di stampo avventuroso (con tutte le varianti di generi), trattava il tabù sesso con una visione e un piglio più adulto rispetto ad altri albi riconducibili allo stesso segmento commerciale.
Ambienti sordidi, nudi integrali, rapporti omosessuali, fellatio, masturbazione, frigidità, orge, pornografia, rituali saffici e sangue, nulla viene risparmiato in Erinni ma nulla dà l'idea della gratuità e della scena alla ricerca dell'effettaccio. Il tutto è cornice, morbosa e atipica se vogliamo, di una trama thriller con un'assassina braccata dalla polizia e ricattata da un'agente dell'F.B.I. Perché non è la sola Erinni l'unico personaggio interessante della vicenda, c'è il Tenente Magdalene Wellman a condurre le indagini sulla serial killer, una donna frigida che viene colta da violentissimi spasmi da desiderio sessuale incontrollato ogni qual volta Erinni uccide, ci sono l'agente Culver preso dal nuovo Tenente e il volgare e laido agente Rogers e poi, tra gli altri, il Capitano Phil Boneyard che ha scoperto l'identità di Erinni e la ricatta al fine di farle uccidere alcune specifiche persone.
Insomma, carne al fuoco ce n'è ed è di quella un poco atipica, il gusto deve piacere ma la serie indubbiamente si legge bene e i risvolti del thriller non annoiano garantendo la giusta dose di divertimento. Le note dolenti arrivano a mio avviso da quella tendenza dello scrittore a cadere ogni tanto nel discorso retorico, un tantino ridondante e di maniera. Ad esempio tutto il pistolotto presente nell'atto mezzo (uno dei prologhi) a opera di un dj notturno che tanto ricorda il Nightfly di Lazarus Ledd era francamente evitabile, passaggi come questo: la giovinezza che se n'è andata, con la sua spensierata follia. S'invecchia presto, in questo cazzo di mondo, s'invecchia dentro, e quando te ne accorgi è già troppo tardi... giusto per rendere l'idea, artificiosi, superflui, alcune considerazioni spezzano il ritmo e personalmente mi infastidiscono anche un po'.
Come in Kor One le matite del prologo sono affidate ad Alessio Fortunato che anche qui non si smentisce confermandosi uno dei migliori disegnatori tra i collaboratori di Ade. Il secondo prologo, quello col pistolotto del dj, è un episodio natalizio realizzato da Andrea Carnevale che nelle intenzione voleva forse richiamare, senza peraltro riuscirci, l'impatto visivo del Sin City di Frank Miller. Il grosso dell'opera è affidato a Luca Panciroli, disegnatore ufficiale della serie, matitista che non rientra tra i miei preferiti e che qui mette su carta un lavoro discontinuo che alterna tavole più curate ad altre meno riuscite, spigoloso e deformato su molti volti e anatomie garantisce comunque un lavoro fruibile e atmosfere adatte alla storia. Un poco meno gradevoli i due atti finali a opera di Marco Sciame che arrivano forse quando ormai l'occhio si è abituato al tratto di Panciroli. Si chiude in bellezza con l'atto finale a cura di Fabio Bartolini, un grande disegnatore dal tratto forse fin troppo pulito ma che crea uno stacco stilistico e qualitativo con gli episodi precedenti che garantisce una bella chiusura alla serie.
Appuntamento tra qualche tempo con nuove opere scritte da Ade Capone.
Ebbi modo di apprezzare Ade Capone ed i suoi fumetti una quindicina di anni fa, quando aveva appena cominciato Lazarus e Erinni. All'epoca scrivevo per un paio di fanzine cartacee. Gli scrissi chiedendogli una intervista, lui accettò anche con molta gentilezza.
RispondiEliminaPoi non se ne fece nulla, oggi mi dispiace doppiamente non aver potuto approfondire la sua frequentazione.
Io ebbi modo di chiacchierarci un po' in occasione di qualche edizione di Torino Comics, mi sembrò una persona disponibile e gentile.
EliminaCi manca sempre più Ade Capone
RispondiEliminaPurtroppo se n'è andato davvero troppo presto.
EliminaIo ho conosciuto Ade Capone molto tardi in realtà (conosciuto solo attraverso le sue opere ovviamente), proprio ultimamente ho letto Requiem, uscito ultimamente per l'editoriale cosmo. Mi è piaciuto, anche se non in toto, un po' come tutte le sue opere. Mi piacerebbe leggere un tuo post proprio su Requiem, visto che da come ho capito continuerai a prendere in esame le opere di Capone!
RispondiEliminaRequiem l'ho appena comprato, magari tra un mesetto arriva anche il commento :)
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