(The martian di Ridley Scott, 2015)
Ridley Scott e l'amore per l'immagine. Ridley Scott e l'amore per la fantascienza (qui forse più vicina alla scienza, anche se un poco tirata per i capelli). La somma delle due infatuazioni del regista in The martian potrebbe concretizzarsi nella via al blockbuster di classe, quello costruito a dovere, blindato da una sceneggiatura solida e privo di (troppe) concessioni allo sbraco e all'americanata facile. Il film che vede in Matt Damon il suo protagonista quasi assoluto, anche se contornato da fior d'attori, sembra essere davvero un ottimo compromesso tra il film spettacolare e la storia che potrebbe piacere a tutti, anche allo spettatore che non ama le pellicole (mi ostino a chiamarle così) infarcite di vistosi effetti speciali. La vicenda è costruita sul più classico dei "riportiamo a casa i nostri ragazzi" che nel Cinema U.S.A. abbiamo visto migliaia di volte, da Salvate il soldato Ryan ad Apollo 13, giusto per rimanere in tema spaziale (e sono solo i primi due film che mi sono venuti in mente in una frazione di secondo). Quello che qui si apprezza maggiormente è però il one man show portato avanti da Matt Damon che, filmato in tutte le salse, dalle camere piazzate ad arte da Scott, alle telecamere a circuito chiuso della navicella su Marte, dai megaschermi NASA alle piccole webcam, ci racconta in prima persona la tenacia di un uomo, un botanico, che semplicemente decide di sopravvivere dopo la catastrofe, con le sue conoscenze e con la forza di volontà, in un ambiente che potremmo definire un tantino ostile. Un passo alla volta, un problema alla volta. Credibile? Non saprei, probabilmente la disperazione avrebbe sopraffatto chiunque in una situazione del genere, ma poco importa: credibile forse, divertente sicuramente. Perché il protagonista affronta la sua situazione disperata con una certa nonchalance di fondo che strappa ben più di un sorriso nonostante il piglio del film non sia proprio quello della commedia.
La spedizione Ares 3 è di stanza su Marte. L'equipaggio è composto da cinque astronauti sotto il comando di Melissa Lewis (Jessica Chastain). A causa di una fortissima tempesta di sabbia la navicella Ares 3 è costretta a lasciare Marte in fretta e furia; durante le operazioni di rientro il membro dell'equipaggio Mark Watney (Matt Damon) viene colpito e creduto morto dai suoi compagni che abbandoneranno il pianeta e il loro amico, ignari che lo stesso è sopravvissuto all'incidente. Watney, ripresosi dal trauma iniziale, si troverà a dover combattere con la probabilità sempre dietro l'angolo che si verifichino guasti di vario tipo alla sua attrezzatura, con la scarsità di cibo, con il problema di vivere su un pianeta dove l'aria non è respirabile e con la prospettiva di dover sopravvivere almeno altri quattro anni su Marte prima che una nuova spedizione ne raggiunga il suolo. Inizierà ad adoperarsi per capire in che modo poter resistere così a lungo sul pianeta rosso. Per sua fortuna l'analista della NASA Mindy Park (Mackenzie Davis), utilizzando i satelliti puntati su Marte, nota che alcune delle attrezzature abbandonate sul pianeta dalla spedizione Ares 3 sono in movimento: l'unica spiegazione possibile è che Watney sia ancora vivo. Urgerà capire come andarlo a recuperare, operazione rischiosa e difficile da realizzare. Il film alternerà la caparbia e ottimista quotidianità di Watney, intento a sopravvivere su Marte, all'angoscia dei restanti membri dell'equipaggio, convinti in prima battuta di aver perso un amico, consapevoli poi di averlo abbandonato, situazione ancor più difficile da digerire per il comandante Lewis che sente sulle proprie spalle la responsabilità per la sorte del collega. In più si assiste al febbrile lavoro a terra, dove nella sede della NASA il comandante Sanders (Jeff Daniels) e i colleghi Henderson (Sean Bean) e Kapoor (Chiwetel Ejiofor) vaglieranno tutte le possibilità per recuperare l'astronauta prima che muoia di fame (o di qualsiasi altra cosa, le opzioni sono tutte probabili).
Scott ci presenta un ottimo compromesso tra il film spettacolare, graziato da bellissime immagini e un bel lavoro sui costumi (vorrei anche io quella bella tuta da astronauta), e una narrazione pensata, studiata e per quanto possibile vicina ad essere credibile. La soluzione del videodiario tramite il quale Watney annota successi e insuccessi in chiave spesso ironica dona un bel ritmo alla narrazione, buttando lì qualche concetto anche molto divertente: Watney si autoproclama colonizzatore di Marte, in quanto essendo riuscito a far crescere patate concimandole con i propri escrementi, assolve alla definizione tecnica di colonizzazione avendo coltivato per primo un terreno finora incolto; diventa inoltre anche pirata dello spazio in quanto per cavilli tecnici e semantici per la legge internazionale Marte ricadrebbe proprio nella giurisdizione delle acque internazionali... insomma tutte trovate surreali che alleggeriscono l'atmosfera per la sopravvivenza. Tenendo conto che il pericolo di morte per il protagonista è sempre in agguato il film risulta sorprendentemente leggero e divertente.
Film molto appassionante e divertente, ogni tanto Scott ci regala ancora qualche pellicola godibile!
RispondiEliminaSi, questa a me è piaciuta parecchio.
EliminaA me il film piacque parecchio, mi dicono però che il libro da cui è tratto non è granché.
RispondiEliminaPiaciuto parecchio anche a me, del libro non so, anche l'autore non mi dice molto.
EliminaMi pare fosse una cosa nata per il web poi stampata su cartaceo dato il successo, lo scrittore dovrebbe essere un Fisico e le sue considerazioni scientifiche sono attendibilissime, ma a livello letterario è un po' piatto.
EliminaTieni presente che queste cose me le ha dette un tizio in treno qualche anno fa!
Si, avevo letto anche io che si era cercato di dare un taglio molto scientifico e credibile alla vicenda, probabilmente sul finale con la soluzione "Iron Man" e lo smontaggio della navicella un po' oltre si è andati... :)
EliminaIo sto con Cassidy, perché questo è un gran bel film ;)
RispondiEliminaConcordo, proprio un bel film.
EliminaQuelli successivi ancora non li ho visti, allora mi fermo qui? :)
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