(di Anna Boden e Ryan Flack, 2019)
Guardando i film della Casa delle Idee (come storicamente viene definita la Marvel) e soprattutto mettendoli a confronto con quelli della Distinta Concorrenza (la D.C. Comics), sembra quasi che ai Marvel Studios ogni cosa riesca al meglio con enorme facilità. Sicuramente questa è una mera semplificazione, dietro al Marvel Cinematic Universe c'è una pianificazione in corso ormai da più di un decennio che ha portato a risultati di ottimo livello (pur non esenti da difetti) nel campo dell'intrattenimento e addirittura alla vittoria di ben tre Oscar per il recente Black Panther. Il franchise Marvel non ha nemmeno bisogno di nomi di richiamo alla regia per andare a segno, i film come si dice in gergo ormai "si vendono da soli", portano carrettate di denaro sonante e fanno la felicità allo stesso tempo di produttori e consumatori. Sul finire della terza fase del progetto denominato Marvel Cinematic Universe, che si concluderà con l'imminente Avengers: Endgame, arriva finalmente il primo film dedicato in toto a una supereroina: Carol Danvers, alias Capitan Marvel (Brie Larson), personaggio storico e di un certo peso all'interno dell'universo a fumetti della Marvel Comics. Anche quando si ha l'impressione che la saturazione da cinecomics sia ormai alle porte (mi era capitato guardando Ant-Man and the Wasp ad esempio), bastano pochi mesi di digiuno e un film come Captain Marvel per far tornare la voglia di andare al Cinema e seguire le avventure di questi eroi in pigiama; il fatto che le avventure di tutti questi eroi siano collegate fra loro non fa che rendere la cosa più avvincente e intrigante (ah, la cara vecchia continuity...).
All'interno del segmento blockbuster supereroico Captain Marvel può considerarsi un ottimo film grazie alla costruzione di una trama molto solida seppur non sempre lineare, caratteristica che spiazza nei primi minuti (quelli ambientati nella galassia dei Kree e che si rivelano anche i più deboli) ma che raccoglie tutti i suoi frutti nella lunghissima sequenza sulla Terra che vede protagonisti oltre a Carol Danvers anche Nick Fury (Samuel L. Jackson) e l'agente Coulson (Clark Gregg). Ci vuole un attimo per arrivare al cuore del personaggio e nel vivo del film, la classica origin story da prima comparsa cinematografica ci viene offerta a piccole dosi, tassello dopo tassello per tutta la durata del film, andando a costruire un bel personaggio che non tradisce troppo le sue origini cartacee legate al Mar-Vell originale, qui completamente ignorato (o almeno molto, molto reinterpretato). Vers (Brie Larson) è un guerriero della razza dei Kree, un membro della Starforce comandata da Yon-Rogg (Jude Law), condottiero nella guerra contro la razza dei mutaforma Skrull. Priva di memoria, Vers ha dei lampi che la rimandano a un vita diversa alla quale non sa dare spiegazione, nemmeno la Suprema Intelligenza dei Kree sembra essere d'aiuto. I tasselli inizieranno pian piano a riemergere e a ricostruire il retaggio terrestre della donna solo in seguito a un rapimento da parte degli Skrull e al precipitare degli eventi che porteranno Vers sulla Terra, luogo dove la sua storia prenderà forma e la trasformazione in Capitan Marvel diverrà definitiva.
L'idea vincente del film è stata probabilmente quella di ambientare il tutto molto prima degli eventi narrati negli altri film del MCU; quando Vers atterra sulla Terra (scusate il gioco di parole) si schianta su un negozio della catena Blockbusters, alcuni film a noleggio, le auto per strada, l'estetica delle scenografie ma soprattutto la musica scelta come colonna sonora, ci riportano a metà degli anni 90 andando ad aggiornare quella vena retrò nostalgica imperante nella cultura pop moderna che per lo più finora si era concentrata sulla riscoperta del decennio precedente, i cosiddetti favolosi eighties. Da qui in avanti il film convince appieno rivelandosi uno dei migliori prodotti Marvel finora concepiti, Vers pian piano diverrà Carol Danvers e colmerà le lacune della sua vita precedente causate da un evento risalente ad ormai sei anni prima, scoprirà l'importanza che avevano per lei la sua amica Maria Rambeau (Eva Padoan) e sua figlia Monica, l'aviazione degli Stati Uniti e la dottoressa Lawson (Annette Bening), riconsidererà il ruolo di Yon-Rogg e della Starforce tutta e metterà in prospettiva persino la guerra Kree/Skrull. Ad aiutarla un Fury e un agente Coulson sui quali è stato fatto un lavoro di ringiovanimento digitale stratosferico, soprattutto per Samuel L. Jackson il risultato è pazzesco e naturale, quasi sulla soglia tra l'irreale e l'immorale (almeno l'attore in questione è ancora vivo). C'è un equilibrio perfetto tra costruzione della storia, omaggi al mondo Marvel (da lacrime quello per Stan Lee in apertura), sequenze ironiche e spiritose, uso della musica, incastri con gli altri film, scene action e letture morali positive sempre educative per i più piccoli. Capitan Marvel è un eroe positivo al 100%, dice no a razzismo, maschilismo e arrendevolezza, cosa si può chiedere di più a un modello femminile che anche dal punto di vista della bellezza risulta più vicino all'umano che non al divino? (vedi ad esempio Margot Robbie o Gal Gadot, vere dee scese in Terra). In più, in ottica futura, Capitan Marvel è uno dei pochi personaggi in grado di poter fare il culo anche a Thanos, e quindi...
Per i Marvel fan: interessante vedere da dove nasca l'idea del nome che Nick Fury sceglierà per il Progetto Avengers, come lo stesso si ritrovi senza un occhio e soprattutto muove un po' di aspettativa quel cognome, Rambeau, ancor più se a portarlo è una bambina di nome Monica.
Nel complesso anche nel portare sui grandi schermi la prima supereroina la Marvel batte la D.C. che con Wonder Woman aveva centrato il bersaglio solo in minima parte. Captain Marvel invece fa centro pieno e si candida come protagonista di primo piano per la chiusura della terza fase del MCU in Avengers: Endgame. Possiamo farcela, l'attesa sarà di un solo mese!
Manca un mese abbondante a Endgame, possiamo farcela dai! :D Bellissime le cose per i Marvel fan, compresa l'intro iniziale con l'omaggione a Stan Lee!
RispondiEliminaDoveroso, gli devono tutto... :)
EliminaEsatto, poi anche loro tirano fuori cose ottime, altre solo buone, qualche passaggio a vuoto c'è, nel complesso però tanto di cappello.
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