martedì 19 marzo 2019

FROZEN RIVER - FIUME DI GHIACCIO

(Frozen river di Courtney Hunt, 2008)

Frozen river è un thriller immerso nel ghiaccio e nelle nevi dello Stato di New York, su al nord, al confine con il Canada, dove il fiume San Lorenzo separa le due nazioni, così vicine eppure così diverse tra loro. La regista Courtney Hunt, anche sceneggiatrice, pone al cuore della sua opera non tanto l'intreccio, di per sé abbastanza lineare, quanto la stratificazione dei due personaggi principali, due donne che dovranno adattarsi a situazioni estranee al vivere comune per far fronte a miseria e solitudine, prerogative in cui sono immerse le vite di Ray Eddy (Melissa Leo) e di Lila Littlewolf (Misty Upham).

Ray sta aspettando la nuova casa, una di quelle villette che negli Stati Uniti si consegnano su di un camion, un'abitazione acquistata con i soldi di tanti sacrifici, una speranza di togliere dalla condizione di vita miserevole in cui sono costretti a crescere i suoi due figli, il quindicenne T. J. (Charlie McDermott) e il figlio minore di soli cinque anni. Purtroppo il marito di Ray, che nel film non vediamo mai, sparisce con i soldi del saldo, motivo per cui la casa nuova se ne torna indietro sullo stesso camion con cui è arrivata. Il tempo stringe, Ray deve trovare i soldi per avere la casa e non perdere quanto versato d'anticipo, combattendo ogni giorno per mettere in tavola qualcosa di diverso da popcorn e aranciata per i suoi figli, per pagare la rata del televisore e per provvedere alle riparazioni immediate che la vecchia casa richiede. Natale sta arrivando e la soglia della dignità forse è già stata dimenticata. A versare benzina sul fuoco arriva il furto della sua auto ad opera di Lila, una nativa americana che vive in una roulotte nella vicina riserva Mohawk. A Lila hanno portato via il figlio di appena un anno, ottenere giustizia nella riserva non è facile, dopo un conflitto iniziale e diverse minacce, le due donne si troveranno in auto ad attraversare il fiume ghiacciato, un confine poco sorvegliato lungo il quale Lila traffica in clandestini, occupazione che le permette di accumulare soldi per il figlioletto che spia da lontano e che sarà la soluzione per Ray con cui far fronte ai suoi problemi. Quello che non può la società civile...


L'ambiente è gelido, in tutti i sensi, il fiume ghiacciato incombe minaccioso, soprattutto quando attraversato in notturna. Un gabbiotto, un contatto, il Canada, i clandestini nel bagagliaio, di nuovo il fiume, gli Stati Uniti. Un viavai che ci aspetteremmo di vedere nelle lande assolate ai confini con il Messico, verso sud, qui invece tutto è ribaltato, freddo, ghiaccio, buio; non ci sono uomini cattivi, solo due donne che in qualche modo devono continuare a vivere. Il rapporto di conoscenza tra le due donne assume toni tanto tragici quanto solidali, se è possibile intravedere una luce in fondo al tunnel, le possibilità, le prospettive che offre l'ambiente dei dimenticati, di chi è ai margini della società, si rivelano irrisorie e portano a cercare via alternative. Se nel corso del film non mancano momenti più tesi dove si tiene un po' il fiato per il destino delle due donne (e non solo), è proprio la crescita di un legame coltivato all'ombra della necessità e dell'illegalità a rendere Frozen river decisamente interessante. Dal punto di vista estetico la regista nulla concede al bello, lo squallore prevale, anche il paesaggio sicuramente magnifico se ripreso dalla giusta angolazione (basti guardare le foto del San Lorenzo sul web), sembra qui foriero unicamente di solitudine, asprezza e difficoltà da superare, il volto della Leo è segnato, affaticato, la definizione di white trash, almeno per quel che concerne la miseria materiale, non può non tornare alla mente. Ma tutto quel che l'ambiente e la condizione sociale negano si trova nella forza delle due donne, una forza diretta nell'unica direzione possibile.

La Hunt supera il battesimo del fuoco dietro la macchina da presa in maniera brillante senza però suscitare grande clamore, peccato si sia dovuto aspettare quasi un decennio per la sua opera successiva, anche quella non proprio di primo piano. C'è tanto equilibrio in Frozen river, tutto è misurato, una misura che spesso manca anche al Cinema più blasonato.

5 commenti:

  1. visto qualche anno fa in un cineforum: molto carino. E' quello in cui il figlio tenta una truffa telefonica ai danni di una vecchietta o lo confondo con un altro?

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    1. Si è quello, curioso vedere come le pene poi non fossero così severe, il ragazzino se la cava con un rimbrotto, e anche per il traffico di clandestini per gli incensurati c'era una pena di pochi mesi.

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    2. Sì, è vero, ripensandoci se la cavavano con poco.

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  2. Bello ma non memorabile, interessante ma non convincente fino in fondo.

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    1. A me non è dispiaciuto contando che è un'esordio, un film sicuramente da un budget non troppo elevato, centra il bersaglio.

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