lunedì 3 giugno 2019

BABY DRIVER - IL GENIO DELLA FUGA

(Baby driver di Edgar Wright, 2017)

Edgar Wright con Baby driver riesce nell'intento di dare un'impronta d'autore a un film che a conti fatti rimane un energico action, veloce, ricco di scene girate su automobili lanciate a rotta di collo e con la classica trama da nero, inclusa la deriva sentimentale del protagonista che per amor della sua bella vorrebbe uscire dal giro della mala. Però che confezione e che utilizzo della musica ci regala il regista della trilogia del cornetto, la sequenza sui titoli di testa, nella quale Baby (Ansel Elgort), il protagonista, esce da un hotel per andare al bar a comprare quattro caffè per poi tornare subito in hotel è qualcosa di fantastico. È un balletto urbano quello di Elgort, sulle notte della magnifica Harlem Shuffle nella sua versione originale (Bob & Earl, 1963), scandito dalle note, dal testo del brano che a pezzi compare sui graffiti della città, sui pali della luce, sui volantini e sulle insegne (e sulla bocca di Baby, nelle sue parole), l'uso della colonna sonora è gestito con rara intelligenza dal regista, c'è un fortissimo legame tra questa e lo sviluppo non solo della vicenda ma finanche delle singole azioni compiute dal protagonista, il tutto gestito con un'originalità inedita per un film d'azione molto lontano dal voler essere un musical o qualcosa di simile. Il risultato è che Baby driver sembra realmente qualcosa di fresco, quasi nuovo pur non essendolo mai veramente. Non manca un'attenzione estetica alla composizione che Wright calca in maniera ruffiana se non proprio tamarra ma che diventa una vera gioia per gli occhi: prendiamo ad esempio la scena della lavanderia (guardate dentro quelle lavatrici), o il look dei componenti della varie bande reclutate da Doc (Kevin Spacey) per portare a termine i vari colpi o ancora il colpo d'occhio d'insieme del locale dove Debora (Lily James) fa la cameriera, stereotipato magari ma irresistibile. Le sequenze puramente action sono tutte vivissime, coreografate al meglio e studiate nei più piccoli dettagli; se l'impressione che finora posso aver trasmesso è quella del mero ma riuscito esercizio di stile, beh... ricredetevi, Baby driver racconta anche una bella storia, non originalissima ma declinata in maniera nuova, divertente e con un ritmo indiavolato che ce la fa amare dalla prima all'ultima sequenza.


Baby è un ragazzo giovane suo malgrado costretto a seguire la via del crimine per ripagare un vecchio debito con il criminale di nome Doc. A renderlo prezioso per le squadre con cui lavora, una diversa per ogni colpo, è la sua abilità quasi inumana alla guida di ogni genere d'automobile, un maestro della fuga che risulta imprendibile per le forze dell'ordine cittadine. È un tipo strano Baby, un solitario, un taciturno che non si integra al meglio con il resto della squadra, un bravo ragazzo che ha un rapporto simbiontico con la sua musica e con quella che all'apparenza sembra una serie infinita di playlist con le quali convive praticamente h24. Colpo dopo colpo Baby accumula soldi per ripagare il suo debito, si prende cura del padre adottivo sordomuto e nell'arco della vicenda troverà il tempo di innamorarsi della giovane Debora con la quale vivrà momenti da fiaba nera.


Quello che rende Baby Driver un film d'eccezione, oltre alle sequenze action girate in maniera superba, è il lavoro fatto con la musica e con il suo protagonista, un Elgort bravissimo, un rapporto che troverà tutte le sue spiegazioni all'interno del film e che vivrà anche del contrasto con le percezioni di quell'amorevole padre adottivo sordomuto, in tutto questo Edgar Wright trova una misura talmente efficace da risultare geniale. Poi c'è un cast di contorno mica da ridere, oltre a un Kevin Spacey gigione e allo stesso tempo spietato (in una delle sue ultime interpretazioni pre-scandalo), ci sono un Jamie Foxx incontenibile e fuori di testa, un Jon Bernthal duro e diffidente e un Jon Hamm per me inedito in vesti criminali sul quale è cucita una delle parti più importanti del film. Quasi dimenticavo - ma non servirebbe nemmeno sottolinearlo visto quanto scritto sopra - colonna sonora da urlo che porta anche a una serie di dialoghi molto, molto gustosi.

Baby driver è un action puro, non certo un genere alto o nobile, però ad avercene di film fatti così, capaci di portare quella ventata di freschezza di cui è sempre alla ricerca chi ama veramente il Cinema. Rimarchevole.

4 commenti:

  1. Viviamo in tempi veloci, più frenetici della bella regia di Edgar Wright. Tempi che non fanno in tempo (ah-ah) ad assimilare perché bisogna già passare al prossimo titolo che crea attesa. Questo “Baby Driver” sarebbe stato un film di culto in tempi più saggi, è un film con radici nel passato (il “Driver” di Walter Hill”) e uno spirito quasi anni ’70. L’ho amato tantissimo non avresti potuto dirla meglio, davvero rimarchevole. Cheers

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    1. Purtroppo è proprio come dici tu, ormai mastichiamo e risputiamo tutto a velocità supersonica e nulla rimane, vale anche per la musica, eppure un film come questo avrebbe meritato maggiore attenzione. Noi cerchiamo di diffonderlo, più di questo...

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  2. Già, di rimarchevole nient'altro, hai detto tutto quello che c'era da dire su questo gran film ;)

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