(di Damien Chazelle, 2016)
Ci sono film che sembrano avere come scopo principale la celebrazione della Hollywood che fu, un'industria cinematografica inevitabilmente cambiata nel corso degli anni e che per diverse ragioni può dar vita a moti nostalgici e professioni d'amore genuine e più che giustificate. C'è un tipo di Cinema che ormai non si fa (quasi) più, pensiamo alla commedia brillante o di genere slapstick, al musical o a tutte quelle produzioni enormi che ora sono appannaggio del digitale (le migliaia di comparse per il peplum ad esempio). A quella Hollywood guardano con amore e affetto alcune pellicole recenti, dall'ultimo Tarantino di C'era una volta a... Hollywood all'Ave Cesare! dei fratelli Coen a Tutto può accadere a Broadway di Bogdanovich ma anche in maniera più laterale il Café Society di Allen, il remake di A star is born di Cooper e anche (e più di altri) questo La La Land di Damien Chazelle. Quest'ultimo percorrendo la via del musical lo fa a maggior ragione, perché nonostante la nuova ondata dei 70 che partorì ottimi esiti (The Rocky horror picture show, Hair, Grease, Jesus Christ Superstar, Tommy, etc...) e i più recenti tentativi di revival del genere, in fin dei conti Gene Kelly, Fred Astaire, Stanley Donen, Vincente Minnelli sono morti, e la loro arte con loro.
È nell'ottica dell'omaggio che si muove La la land, inserendo in un contesto cantereccio e danzereccio la più classica delle storie d'amore, Chazelle sceglie due ottimi attori per interpretare i suoi personaggi, Ryan Gosling ed Emma Stone, che cantano, ballano, suonano (?) ma che lasciano trasparire in fondo di non essere cantanti, ballerini, musicisti ma solo appunto ottimi attori. Qualche passaggio un poco più impacciato e scolastico c'è, eppure il tono lieve e le indubbie capacità del regista e di chi ha curato scenografie e soprattutto coreografie rendono La la land un film molto piacevole dove più che i numeri musicali e danzanti, non tutti eccelsi e nemmeno troppo invasivi, a catturare l'attenzione è la storia romantica tra due personaggi molto indovinati in fase di scrittura, una stesura leggiadra che dona la giusta grazia e leggerezza necessaria per un film di questo genere.
Si apre con un ingorgo autostradale, uno di quelli quotidiani di una Los Angeles sempre indaffarata, Chazelle dirige una coreografia corale complessa e spettacolare sul primo brano di facile presa del film, spara colori accesi, gioca con le inquadrature e inscena un primo incontro come da copione problematico tra Mia Dolan (Emma Stone), aspirante attrice, e Sebastian Wilder (Ryan Gosling), musicista jazz col sogno di acquistare e rilanciare uno storico locale jazz ormai decaduto. Da lì in avanti è un attimo appassionarsi alla storia d'amore tra i due protagonisti, divisi tra questo rapporto e i loro rispettivi sogni, per realizzare i quali conteranno l'uno sull'altro, si daranno manforte, si scontreranno fino a un finale che riserva più d'una sorpresa.
La la land (ri)propone un genere quasi estinto e lo fa con una dose di leggerezza e brio davvero preziosa, forse manca il talento vero nel realizzare un certo tipo di coreografie e di passaggi (purtroppo ho sempre in mente Gene Kelly che amo profondamente) ma si compensa tutto con la recitazione, con un'ottima regia e proprio con quel pizzico di nostalgia che operazioni come questa sanno scatenare. La la land porta a casa ben cinque Oscar (regia, miglior attrice, canzone, colonna sonora, fotografia e scenografia, e contandoli bene sono sei) tutto sommato tutti giustificati e ancora una volta, caso isolato in mezzo al deserto, apre la porta su un genere che in fondo è possibile rivitalizzare, in attesa che qualcun'altro colga la palla al balzo.
Film incantevole. Meritava anche la statuetta per il best movie.
RispondiEliminaMi pare abbia vinto Moonlight, non ti so dire in quanto Moonlight non l'ho visto e non posso azzardare il giudizio, però posso dirti già di aver apprezzato di più Manchester by the Sea candidato lo stesso anno, poi per alcuni versi un film come La la land potrebbe essere un film più importante proprio per l'industria cinematografica.
EliminaSi posson trovare tutti i difetti possibili, ma alla fine è un film piacevole, leggero e godibile, che non puoi non amare ;)
RispondiEliminaConcordo
EliminaGrandissimo film, ci strappò applausi a scena aperta, e la notte degli Oscar aveva un sacco di ottimi concorrenti, altrimenti avrebbe fatto manbassa. Voglio rivederlo in tv, anche se temo mi guasti quella grandezza che vedemmo sul grande schermo.
RispondiEliminaEffettivamente credo che in sala avesse tutto un altro impatto, comunque bello anche il tele.
EliminaIn effetti non se ne vedono più tanti di musical, anzi quasi per niente. Questo è un bellissimo film che quando l'ho visto mi ha fatto arrabbiare perché non volevo che la relazione tra i due protagonisti arrivasse là dove purtroppo è arrivata. Però anche il finale ha molto senso, se ci pensiamo.
RispondiEliminaAssolutamente, in fondo quante sono nella realtà le favole veramente a lieto fine?
EliminaPoche...
EliminaSarà che i film con Gene Kelly me li sono sempre persi, però qui dentro ho trovato tutto perfetto. Anche le coreografie. :)
RispondiEliminaIndubbiamente un bel film, anche le coreografie sono belle, loro si vede che non sono Gene Kelly o Ginger Rodgers ad esempio, almeno Cantando sotto la pioggia recuperarlo.
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