lunedì 18 novembre 2019

GOMORRA - STAGIONE 1

Volendo parlare di Gomorra - La serie (per distinguerla dall'omonimo film di Garrone) ci si potrebbe concentrare sui personaggi, sulla loro evoluzione e sulle loro gesta criminali; potremmo parlare dei luoghi, dello sguardo sugli stessi e su come questi, seppur circoscritti per gran parte della stagione, portino alla serie un respiro internazionale, segno di una visione d'insieme intelligente da parte dei realizzatori ricollegandoci ai quali potremmo parlare di regia, sceneggiatura, fotografia. Si potrebbe affrontare il discorso legato ai temi sociali, alle occasioni di denuncia che la serie potrebbe essere chiamata a testimoniare. Ancora si potrebbe soffermarsi su volti e recitazione. Ma, fermo restando la validità di tutte queste caratteristiche delle quali parleremo, il punto forte della serie rimane la semplice e pura narrazione, realizzata ad arte da un team che tiene saldo in ogni singolo momento il filo di una struttura corale e orizzontale, pur concedendo qualcosa alla verticalità di diversi episodi (magari a blocchi) che si inseriscono al meglio in un contesto continuativo e più ampio, in un'epoca in cui la verticalità fine a se stessa ha perso d'attrattiva (fatto salvo per gli antologici) e fatica a trovare il consenso del pubblico più giovane.


Gomorra vive di intrighi, tradimenti, giochi di potere, violenze e tensione, sia nelle vicende narrate che nell'attesa dello spettatore, è un ordigno a orologeria perfetto che trova un'esplosione già sul finale di questa prima stagione, aperta e che costringe lo spettatore all'attesa spasmodica della seconda annata (per fortuna arrivo in ritardo e non dovrò aspettare), in più la capacità di scrittura e di messa in scena della squadra dietro alla serie, che vede coinvolti sia Roberto Saviano che una serie di registi e sceneggiatori tra i quali Stefano Sollima, la Comencini e Cupellini, rende il prodotto appetibile a ogni latitudine seguendo la recente inclinazione a portare la nostra serialità fuori da un provincialismo che sinceramente non ci meritiamo più, a mio parere, giusto per fare un esempio, sul piano della scrittura questa prima stagione di Gomorra è superiore a quasi tutto ciò che è stato prodotto per l'osannato Il trono di spade (che comunque ha degli ottimi momenti qua e là). Altro aspetto che non era facile da gestire era quello della scrittura di personaggi criminali e spietati, calati in un contesto estrapolato da una realtà nostrana molto delicata, uomini che non andavano mitizzati e non avrebbero dovuto diventare idoli per nessuno, onde evitare di andare a ferire chi quel tipo di realtà la vive sul serio. Anche in questo Gomorra è perfetta, i protagonisti sono tutti respingenti, non si può empatizzare con nessuno se non con qualche povera vittima, all'interno di un cast di attori bravissimi tutti sono alle prese con la personificazione del male, con l'interpretazione dei peggiori elementi che una fetta disadattata della nostra realtà è riuscita a produrre. Si è lavorato magnificamente anche sull'evoluzione degli stessi, in particolar modo sullo sviluppo di Genny Savastano (Salvatore Esposito) che da figlio di papà potenziale erede di un impero criminale, un ragazzone che non ha mai sparato e ancora cerca l'abbraccio della mamma, diventa una spietata macchina di morte a capo della nuova generazione in ascesa nella scalata al potere. Delineati in maniera perfetta i protagonisti, su tutti Ciro l'immortale (Marco D'Amore anche regista di qualche puntata), Don Pietro Savastano (Fortunato Cerlino) e la consorte Donna Imma (Maria Pia Calzone). Ferale la messa in scena di una Scampia e di un hinterland napoletano vero e proprio ostaggio della criminalità, quasi a  metafora della realtà, nella serie le forze dell'ordine raramente compaiono, in un territorio dove notoriamente lo Stato è per scelta assente.

Indubbiamente uno dei prodotti seriali italiani più avvincenti di sempre, almeno in questo suo esordio, è proprio di questi giorni la notizia di un possibile film dedicato alla figura dell'Immortale diretto proprio dal suo interprete Marco D'Amore. Ci si sente a breve per aggiornamenti.

8 commenti:

  1. La prima stagione fu davvero una bellissima sorpresa, tutto era al posto giusto ;)

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  2. A me non ha fatto impazzire proprio perché eccessivamente cupo, sporco, senza speranza e redenzione. Senza nemmeno ironia, nel dramma.
    Ma ne riconosco l'eccelsa qualità.

    Moz-

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    1. Dubito che in quel contesto spopoli l'ironia, è una riproposta dura di un ambiente purtroppo reale, non l'unico di quei territori per fortuna, però rimane poco da ridere. A me è piaciuto molto.

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    2. Lo so, ma diciamo che così non è il mio genere... :)

      Moz-

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  3. Sulla prima stagione sono d'accordissimo con te.
    Sulle altre e la loro schematicità ce ne sarebbe da dire, pensa che io l'ultima stagione nemmeno l'ho vista.

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    1. Io per ora ho visto solo la prima, ti saprò dire appena riesco a recuperare anche il resto.

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