mercoledì 6 novembre 2019

SERENITY

(di Joss Whedon, 2005)

Nel corso degli anni Serenity si è creato la fama di film di culto, un culto nemmeno tanto piccolo se teniamo conto che non stiamo parlando di un film che sta proprio sulla bocca di tutti. Joss Whedon, il suo regista che oggi tutti noi conosciamo, si è fatto le ossa con le sceneggiature per Hollywood (X-Men, Speed, Toy Story, Alien - La clonazione) per arrivare al successo con la serie Buffy l'ammazzavampiri, target adolescenziale e un'esplosione di pubblico probabilmente inaspettata che ha portato la serie ad andare avanti per anni e a generare merchandise, una serie a fumetti e lo spin-off Angel dalle tematiche più adulte. Ormai affermato, Whedon può permettersi di lanciare la serie fantascientifica Firefly che viene spesso definita un incrocio tra il western e la space opera; il progetto si arena però dopo la messa in onda della prima stagione: poco pubblico e taglio della produzione. I fan però vorrebbero vedere un seguito alle avventure dell'astronave Serenity e del suo equipaggio, e anche Whedon non è soddisfatto di come si sono concluse le cose. Nasce così Serenity, il film ha il compito di accontentare gli orfani di Firefly e di traghettare verso la conclusione una serie chiusa prima del tempo. All'epoca della sua uscita Serenity ripaga a malapena i costi di produzione, ancora una volta intervengono i fan adoranti che incrementano gli incassi grazie alle vendite dei dvd, le richieste di ulteriori sequel però non hanno avuto finora alcun seguito. Eppure con gli anni il film cresce in considerazione, l'anno di uscita vince il prestigioso premio Nebula per la sceneggiatura, viene eletto miglior film di fantascienza dell'anno da Rotten Tomatoes, si porta a casa il premio Hugo e in alcune classifiche di riviste di settore si piazza al primo posto dei migliori film di fantascienza surclassando Star Wars e compagnia bella.


Molto probabilmente per capire il culto bisogna far parte del culto. Guardando il film da profano, non avendo mai seguito la serie Firefly, devo dire che Serenity non mi ha di certo sconvolto. Il film ha il pregio di essere comprensibile pur non conoscendo i trascorsi dell'equipaggio della Serenity, un gruppo di uomini e donne che sfoggiano caratteri e caratteristiche diversi, probabilmente già esplorate e ben definite lungo il corso della serie precedente. Il film è abbastanza lineare, non presenta grosse sorprese nella sua costruzione ma si avvale di un impianto visivo artigianale di buona fattura considerato il budget non troppo elevato investito nella produzione, si risparmia sulle location e sugli effetti digitali sempre dignitosi ma in alcuni passaggi un po' artificiosi e poco convincenti. Whedon si destreggia molto bene a bordo della Serenity, i movimenti di macchina sono fluidi e spesso interessanti, nonostante il lavoro sui personaggi venga considerato il punto di forza del film la crew non è esente da stereotipi. Il comandante Reynolds (Nathan Fillion) è una sorta di Han Solo in chiave minore, guascone e a tratti più determinato, non manca di dimostrare il suo buon cuore, Cobb (Adam Baldwin) è l'elemento aggressivo monodimensionale pronto a sparare a tutto ciò che si muove, River Tam (Summer Glau) è la ragazza fragile e vittima pronta a trasformarsi in un'arma mortale, e via di questo passo. Non ci sono passaggi memorabili o scene troppo spettacolari, il film vive su un incedere concreto e costante spesso imbevuto di una simpatica ironia, scenograficamente strizza l'occhio in un paio di sequenze a Blade Runner, in altre all'immaginario di Star Wars (ma non ci sono blaster, solo armi tradizionali). In fin dei conti di questa operazione non se ne può parlar male, Serenity è un film riuscito ma da quell'aura di culto che si porta dietro mi aspettavo sinceramente qualcosa di più.


Per chi fosse completamente a digiuno di serie e film. L'alleanza è una forza interplanetaria di unione ma anche di invasione e oppressione. Tra le varie malefatte che gli esponenti dell'Alleanza compiono, c'è quella di sperimentare sul cervello di alcuni soggetti con doti precognitive. Una di queste, River Tam, riuscita a fuggire alle grinfie dell'Alleanza grazie al fratello Simon (Sean Maher), trova rifugio a bordo della Serenity, una nave il cui Capitano non ha in simpatia le forze dell'Alleanza. Presto River Tam si rivelerà ben più importante per l'Alleanza di quel che fosse lecito supporre, questo scatenerà sulle tracce dell'equipaggio della Serenity lo spietato Operativo (Chiwetel Ejiofor) che tenterà con ogni mezzo di riprendersela. A complicare le cose la razza spietata dei Reavers, uomini brutali tornati allo stato selvaggio e violento.

Nell'arco del film impariamo a conoscere questi personaggi e la loro nave che per il Capitano sono un po' come una famiglia e una casa, non necessita conoscere i pregressi, indubbiamente Serenity si lascia apprezzare da chiunque abbia un minimo di feeling con la fantascienza, è solo che... questa maledetta aspettativa!

4 commenti:

  1. Un film tirato su per concludere una serie (meravigliosa) che è durata dannatamente troppo poco. “Serenity” ha almeno una scena che ti strappa il cuore dal petto, ma è pochino, un contentino per concludere appunto la serie originale, che avrebbe meritato ben altre fortune. Cheers!

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  2. E' così tanto di culto che in verità non l'ho mai visto...dici che dovrei?

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    1. Beh, se ti piace la fantascienza una visione gliela si può dare, non aspettarti il capolavoro.

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