(The corruptor di James Foley, 1999)
The corruptor esce sul finire dei 90 del secolo scorso ma invece di essere proiettato nel millennio successivo sembra guardare agli action polizieschi dei decenni precedenti. James Foley, in passato distintosi con il bel film Americani che godeva di un cast di prim'ordine, torna a far parlare di sé con un buon film di genere, a volte non limpidissimo nella sceneggiatura ma apprezzabile dal punto di vista del ritmo e della ricostruzione d'ambiente messa in scena. Siamo nella Chinatown di New York, un quartiere violento e difficilmente gestibile dai poliziotti wasp della grande mela. In forze al distretto di zona c'è l'agente esperto Nick Chen (Chow Yun-Fat) di origini cinesi, un uomo duro che sa come muoversi tra la vecchia malavita di Chinatown e la giovane criminalità in ascesa, tenendo in equilibrio precario boss della mala, prostitute e trafficoni di vario tipo. Per garantire questo equilibrio Nick non lesina nel prendere mazzette, frequentare prostitute (in tutti i sensi) e cospargere il quartiere con una buona dose di proiettili e di morti. Ma Chinatown rimane calda e ingestibile, nell'ottica di rinforzare la squadra di Chen arriva il novellino Danny Wallace (Mark Whalberg), ragazzone all'apparenza ingenuo e alimentato da buoni propositi, convinto di poter cambiare le cose nel quartiere, di poter aiutare donne e bambini sfruttati in una manovalanza opprimente e da condizioni di lavoro equiparabili a vera e propria schiavitù. Nel far questo dovrà confrontarsi proprio con quegli equilibri mantenuti in piedi con fatica dal collega esperto Chen cercando di rimanere "pulito" e di non farsi trascinare nella spirale di violenza e corruzione che attraversa il quartiere.
The corruptor - Indagine a Chinatown ha il sentore del noir, per metterlo in scena Foley si avvale dell'esperienza maturata nel Cinema di genere di Hong Kong da Chow Yun-Fat, protagonista della trilogia di John Woo e Tsui Hark A better tomorrow, ripulisce le scene d'azione dalle coreografie estetizzanti d'oriente e catapulta tutto nei vicoli fatiscenti di Chinatown, nei suoi corridoi stretti, nei sottoscala, donando al film un tono fetido e misero ben bilanciato dalle riprese aeree sulla città e dall'illuminazione al neon dei notturni e degli interni. La regia è vivace, il ritmo forsennato, non ci sono momenti di stanca in questo noir che tutto sommato rispetta le coordinate del genere senza riservare sorprese o grossi stravolgimenti al canovaccio che lo spettatore potrebbe aspettarsi. Di fianco all'attore di Hong Kong un giovane Mark Whalberg tutto sommato ancora a inizio carriera, la sicurezza e la piena consapevolezza sono ancora di là da arrivare però il ragazzo già si muove bene pur non riuscendo a cucire al suo personaggio lo stesso fascino emanato dal collega più anziano ed esperto. Da segnalare una bella sequenza di inseguimento che indubbiamente richiede una certa sospensione d'incredulità ma alza il livello spettacolare del film.
Nulla di nuovo sotto il sole (né oggi, nel in quel finire di anni Novanta), un film solido che mantiene quel che promette e che non mancherà di soddisfare i fan del genere e i nostalgici del Cinema action di quel decennio e di quelli precedenti.
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