martedì 19 maggio 2020

INTERSTELLAR

(di Christopher Nolan, 2014)

Devo ammettere che mi riesce difficile esprimere un giudizio netto su Interstellar fermo restando come la visione di un film di Nolan si confermi una volta di più un'ottima esperienza visiva. In Interstellar Nolan ripropone le caratteristiche che più ci hanno fatto apprezzare il suo Cinema: un'attenzione maniacale per le immagini, studio delle inquadrature e regia inappuntabile, tutti elementi che donano valore aggiunto a quanto proposto: Nolan lavora molto bene e meglio che in passato (o in futuro se pensiamo a Dunkirk) sul piano emotivo andando a toccare corde profonde, ancora una volta scrive una sceneggiatura (insieme al fratello Jonathan) che vorrebbe essere una costruzione perfetta in cui i vari tasselli, con l'avanzare del film, si incastrano in maniera precisa tra di loro, crea almeno in parte quello che viene ormai definito "film cervello" di cui Nolan è tra i massimi esponenti. Purtroppo è proprio sotto questo aspetto, evidente nella parte finale di Interstellar, che il regista perde colpi chiudendo l'opera con una tesi che a mio parere va a inficiare in buona parte quanto di buono fatto dal punto di vista tecnico ed emozionale per almeno due terzi del lavoro. Con questo non voglio dire che il cerchio non si chiuda, il problema è proprio questo, forse sarebbe stato meglio non chiuderlo questo cerchio, lasciare un alone di mistero o un finale più aperto a questa struttura circolare. Da un certo punto in avanti l'impressione è che si sia cercata un'idea per far tornare il tutto, un'idea non tanto poco credibile ma semplicemente molto, molto deludente e che a conti fatti avrebbe potuto essere sostituita con un'altra qualsiasi soluzione. Sembra quasi che si arrivi a un punto della vicenda in cui si dice "ok, da adesso vale tutto e questa è la mia soluzione" e la soluzione scelta da Nolan fa un po' cascare le braccia, ma qui si rientra nel campo imponderabile della soggettività, a qualcuno il finale che (come un po' tutto il film) vuole andare oltre il 2001: Odissea nello spazio di Kubrick, in maniera un po' pretenziosa forse, sarà anche piaciuto, De gustibus non disputandum est. Peccato.


Peccato, perché prima che Nolan perdesse la trebisonda in sviluppi quantomeno opinabili Interstellar aveva le carte in regola per essere considerato un grande film. Intanto c'è una visione del futuro per taluni versi originale, per una volta il progresso e la tecnologia sono visti come una salvezza possibile e non come la mera causa di un disastro del quale poco ci è dato sapere, è questa una visione che si discosta dalla corrente di pensiero imperante nelle proiezioni future, pur non avendo lo stesso ottimismo del regista nei confronti del ruolo che il "progresso" avrà sulla nostra società ammetto di aver apprezzato moltissimo incipit e primo svolgimento del film.

Futuro prossimo. Una piaga sta distruggendo le fonti di sostentamento alimentare della Terra, resiste solo il mais, la razza umana è a corto di cibo e attanagliata da continue ed enormi tempeste di sabbia (almeno nell'America rurale, del resto del mondo non ci è dato sapere). Proprio per questo la quasi totalità della popolazione deve dedicarsi all'agricoltura, c'è un disperato bisogno di cibo, per evitare che una parte degli uomini coltivi ambizioni diverse da quelle di base viene effettuato un revisionismo storico in modo da demolire presso le nuove generazioni attività considerate inutili come ad esempio la ricerca spaziale. Ma proprio nello spazio potrebbe trovarsi una possibilità di salvezza per una razza umana destinata all'estinzione. Joseph Cooper (Matthew McConaughey) è un ex pilota della NASA ora costretto a fare l'agricoltore, vedovo e padre di due figli, la piccola Murphy (Mackenzie Foy) e l'adolescente Tom (Timothée Chalamet) che Joseph cresce con l'aiuto del suocero Donald (John Lithgow). La piccola Murphy tenta di convincere il padre come nella sua stanza ci sia una sorta di fantasma che sta cercando di comunicare con lei, da cosa nasce cosa e da lì nascerà una nuova speranza per gli abitanti della Terra.


Come si accennava prima il film è bellissimo per almeno due terzi e sotto più d'un punto di vista, Nolan costruisce una rapporto padre/figlia semplicemente meraviglioso e commovente, un saliscendi d'amore, astio, tradimento, fiducia, rifiuto in un'altalena di sentimenti portata in scena splendidamente da McConaughey ma soprattutto dalla giovane Foy prima e da Jessica Chastain poi, tutto il lato emotivo è descritto molto bene, altra coppia padre figlia su cui soffermarsi è quella composta dal Professor Brand (Michael Caine) e sua figlia Amelia (Anne Hathaway), rispettivamente l'ideatore del progetto che potrebbe far rinascere l'umanità e la compagna di viaggio di Cooper. Poi c'è il cast, oltre ai nomi già citati Matt Damon, Casey Affleck ed Ellen Burstyn. Bellissimo il lavoro tecnico con pochissime cadute di tono (la superficie di saturno sembra un mobile Ikea) ma soprattutto una bella storia, con le sue scoperte, i suoi intoppi, le sue emozioni, le sue rivelazioni e tutte le pieghe di trama capaci di appassionare uno spettatore. Poi quel pasticciaccio brutto a tagliare le gambe. Davvero peccato, poteva essere uno di quei film del cuore, e invece...

4 commenti:

  1. Di certo non è un capolavoro, ma a me è piaciuto davvero tanto, e comunque personalmente preferisco più un finale "chiuso" che uno aperto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io non ho preferenze sui finali, mi basta che non siano deludenti, fino a due terzi del film, diciamo prima che inizi l'operazione per sganciare uno dei due robottini nel buco nero, mi è piaciuto tantissimo anche a me, non capivo infatti alcune critiche al film, invece sul finale mi sembra che Nolan svacchi e qui allora avrei preferito un finale aperto piuttosto o magari una soluzione diversa. Peccato perché c'è tanto di buono in questo film.

      Elimina
  2. Onestamente, lo ricordo come uno dei film più pretenziosi ed antipatici di sempre, quello in cui Nolan ha fatto il salto dello squalo diventando un idolo per troppi cinèfili che lo coccolano no matter what.
    Non credo lo riguarderò mai più.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si, l'accostamento al salto dello squalo ci sta, probabilmente non sapeva più cosa inventarsi, peccato perché per buona parte del film ci sono stati ottimi spunti e la premessa per un gran lavoro.

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...