giovedì 27 agosto 2020

PARNASSUS - L'UOMO CHE VOLEVA INGANNARE IL DIAVOLO

(The Imaginarium of Doctor Parnassus di Terry Gilliam, 2009)

"Nulla è per sempre, neanche la morte"

Mentre Johnny Depp recitava queste poche parole Heath Ledger ci aveva già lasciati. Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo viene ricordato più per essere l'ultimo lavoro dell'attore all'epoca sulla cresta dell'onda che non per il voluttuoso lavoro immaginifico messo in scena da Terry Gilliam. Seppur visionario, scenograficamente interessante e nel solco di alcune cose fatte in passato dall'ex Monty Phyton, l'eco del film venne indubbiamente e comprensibilmente amplificata dalla dipartita del giovane divo la cui interpretazione rimane tra le cose più belle di questo film, insieme ad altre scelte di casting, e non mi riferisco ai nomi illustri chiamati a concludere con rispetto e sincero affetto il lavoro lasciato incompiuto da Ledger (Johnny Depp, Colin Farrell e Jude Law) quanto piuttosto a Christopher Plummer nei panni del Dott. Parnassus e il mefistofelico Tom Waits in quelli del Diavolo.

Messa da parte la triste vicenda del giovane attore, che qui offre una prova che lascia un ottimo ricordo e diversi rimpianti per quel che ancora poteva essere (oltre al dolore per una morte prematura), Parnassus è il film ideale per chi ama le atmosfere costruite, teatrali, che richiamano molto il lato artigianale delle scenografia, del set, del ricreare mondi altri e smaccatamente fantastici ma allo stesso tempo posticci; devo ammettere di non rientrare tra gli ammiratori del filone e infatti, non fosse per alcune buone prove d'attore, il film raramente è riuscito a suscitare in me moti d'interesse se non per un'oggettivo apprezzamento per il lavoro delle maestranze su costumi, scenografie, luci.


Londra. Arriva in città il piccolo carrozzone del Dottor Parnassus che insieme alla giovane figlia Valentina (Lily Cole), all'aiutante Anton (Andrew Garfield), al nano Percy (Verne Troyer) e in seguito allo strano aspirante suicida Anthony (Heath Ledger) mette in scena uno spettacolo dagli strani risvolti. Infatti il vecchio Parnassus è uso a scommettere e giocare con il Diavolo, ma la sua ultima scommessa, pur avendolo reso felice per lungo tempo, ora deve essere pagata e a farne le spese potrebbe essere proprio la fedele Valentina in procinto di compiere il suo sedicesimo compleanno. Ma a dare una svolta alla situazione arriva proprio Anthony appeso a un cappio, ma anche sulla sua figura gli sviluppi saranno imprevedibili.


Al centro del palco del Dottor Parnassus c'è uno specchio, dietro quello specchio si aprono desideri, mondi da favola lisergica, cartoonesca, sogni a tinte pastello fatti di scarpe giganti, volti cangianti, scale infinite proiettate verso il cielo, c'è tutta la fantasia di Gilliam, lunga quanto una sfida infinita tra un uomo e un diavolo, c'è un gusto retrò e una ricerca per ciò che l'occhio vuole, poi c'è una storia, non così eccezionale, non così memorabile. Poi, purtroppo, c'è la tragedia a rendere tutto indimenticabile. Indubbiamente un bel film per chi ama questo tipo di film, per chi apprezza enormemente l'aspetto visivo dei film di Burton ad esempio, per chi ama le favole. Per tutti gli altri, insomma... poco rimane.

6 commenti:

  1. La CGI è poco in linea con lo stile di Gilliam, qui si nota paurosamente. Sgangherato, come solo un film dove il suo protagonista viene a mancare dopo pochi giorni di riprese può essere, però anche un film teorico sul cinema stesso, Gilliam riflette sulla sua paura di essere diventato un artista fuori dal tempo, oppure semplicemente realizza di essere già diventato Parnassus. Cheers!

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    1. Gilliam è probabilmente fuori dal tempo, premettendo di non amare questo genere di film la parte migliore è quella fuori dallo specchio, nel mondo reale, dove si apprezza la vena artigianale di Gilliam, la cgi cozza e non si amalgama (vedi ultima foto). Insomma, not my cup of tea.

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  2. Un film decisamente controverso, che non so ancora dopo anni se mi piace o meno, rimane legato molto all'attore, inconfondibile lo stile del regista, diciamo che non è tempo perso nel vederlo.

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    1. Sicuramente ha dei pregi dal punto di vista visivo, a me comunque non è piaciuto.

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  3. Eccessivamente confusionario, soprattutto nella seconda parte.

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    1. Quello ci potrebbe anche stare, dopo la morte improvvisa di Ledger la sceneggiatura è stata modificata in corsa, ma nel complesso è un film che non mi convince.

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