martedì 4 agosto 2020

RE PER UNA NOTTE

(The king of comedy di Martin Scorsese, 1983)

Re per una notte non è tra i film più celebrati di Martin Scorsese, al momento della sua uscita non riscosse grande successo né di pubblico né di critica, in realtà nemmeno il regista aveva una gran voglia di farlo questo film, già rifiutato qualche anno prima, pare sia stato proprio De Niro a convincerlo a sposare il progetto in un periodo in cui Scorsese usciva estenuato dalle riprese di Toro Scatenato, film che valse a De Niro il suo secondo Oscar (il primo da protagonista). Per venire incontro al regista si decise di spostare la location di Re per una notte da Los Angeles a New York, città d'elezione di Scorsese, e dare il via alle riprese; indubbiamente il film, che di recente è stato anche ispirazione per il Joker di Todd Phillips, non è la stella più brillante nel firmamento scorsesiano, a conti fatti però l'opera è stata in gran misura sottostimata e può contare non solo su una grande prova d'attore, quella del solito De Niro, ma anche sul contributo preziosissimo di un inedito Jerry Lewis, vero mattatore della commedia e qui decisamente contenuto, in opposizione a un De Niro strabordante. Se nel recente Joker l'impianto sociale di contorno alla vicenda è molto più visibile e marcato, qui si accenna solamente al ruolo che possono avere avuto tutta una serie di modelli sbagliati che la società dell'ego promuove nel costruire la follia di Rupert Pupkin, un uomo dissociatosi dalla realtà che cerca il suo riscatto e il suo quarto d'ora di gloria.

Rupert Pupkin (Robert De Niro) è un uomo che vive nel sogno di diventare un celeberrimo stand-up comedian e di partecipare allo show di Jerry Langford (Jerry Lewis), il più importante conduttore televisivo del momento. Pupkin si presenta insieme a una folla di cacciatori di celebrità davanti agli studi in cui si gira lo show allo scopo di incontrare Langford, con un'espediente riesce a infilarsi nell'auto del presentatore e a farsi dare un passaggio durante il quale l'uomo assillerà Langford affinché questi visioni il suo materiale, strappandogli la promessa di un appuntamento seguendolo fin sul portone del residence dove Langford risiede. Visto il protrarsi del silenzio da parte di Langford e dopo un secco rifiuto da parte dello staff del presentatore, Pupkin, insieme a una sua amica innamorata del presentatore, la facoltosa Marsha (Sandra Bernhard), cerca un'altra via per far sì che le sue richieste vengano prese in considerazione.


Scorsese riprende ancora una volta il tema della discesa nella follia come già fece per Taxi driver (altro film che si cita come fonte d'ispirazione per il Joker), questa volta ne esplora il lato meno violento e più grottesco, una follia dettata da un desiderio di celebrità in assenza di talento, il comportamento di Pupkin, convinto d'essere un grande artista, più che creare tensione imbarazza, mette lo spettatore a disagio nei confronti di un personaggio fuori fase, sconnesso dalla realtà e che vive di sole fantasie, un immaturo che vive ancora con la madre (di cui sentiamo solo la voce, un po' come la madre del Wolowitz di The Big Bang Theory) e che recita davanti a una platea di cartone come fosse sul palco del più grande show del mondo. Non viene approfondito troppo il tema della società dell'apparenza, qui Scorsese lavora più sull'uomo, appoggiato da un De Niro enorme, una prova perfetta con diverse sequenze improvvisate completamente, controbilanciata da quello che è stato per il cinema americano il vero gigante della risata: Jerry Lewis. A lui il compito di contenere De Niro, di arginare la follia di Pupkin con una prova in sottrazione che da lui non ti aspetti e che dona maggior valore alle dinamiche tra i personaggi. La riflessione sul mondo che genera questi mostri arriva sul finale, una chiusa che lascia margine allo spettatore per un'interpretazione ambivalente. Ancora la follia di Pupkin, del singolo, o la vera follia di una società che lo celebra? (e quanti casi simili abbiamo visto nella realtà).

Altro gran film di Scorsese che si affida qui agli attori più che a una regia sfarzosa e spettacolare, un film che riesce a dipingere la lucida follia senza fare ricorso alla violenza, semplicemente portandoci nella testa di un uomo scollegato dal reale, che insegue ancora un sogno di celebrità (ir)realizzabile e un'amore per la bella della scuola (Diahnne Abbott) mai veramente sbocciato.

6 commenti:

  1. Sicuramente uno dei film meno citati di Scorsese, anche se "Joker" gli ha donato nuova popolarità. Da parte mia questa satira mi ha sempre fatto impazzire, mi piaceva questo film anche quando nessuno lo calcolava ;-) Cheers

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    1. Io l'ho riscoperto proprio grazie a Joker e a Prime Video, purtroppo sulla piattaforma di Amazon il riversamento del video è tutt'altro che buono, peccato...

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  2. Se non ricordo male Jerry Lewis disse in merito al film: "Per farmi apprezzare dalla critica ho dovuto farmi legare e imbavagliare" o una cosa del genere.

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    1. Un grande, quando ero piccolo mi divertivo molto con i suoi film insieme a Dean Martin, soprattutto nelle sequenze con gli equivoci, visti di recente (un solo film) non mi hanno più fatto questo grande effetto.

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  3. Al tempo la critica appprezzò di più la prova di Jerry e meno quella di Bob. Credo di aver visto il film una sola volta, ma ricordo ancora - male, perché ho un solo neurone ed ossidato - un Lewis nel suo loft bianco e senza fine, solo. Ho letto, sempre molti anni fa, forse prima del Re x una notte, interviste al comico e di suoi collaboratori, credo anche uno stralcio da una bio sul Corsera e da allora ho l'impressione che Lewis fosse un professionista perfezionista e non particolarmente simpatico con chi lavorava al suo fianco: Buddy Love cardiochirurgo che opera a distanza da un satellite di Giove chiamando x nome uno x uno i suoi nanobots mentre si avvicinano alla valvola che non funziona e non sbaglia nemmeno una volta a calcolare il tempo in cui il comando raggiungerà la Terra. Mi rendo conto che così sembra il Lex Luthor di Grant Morrison...chissà. ciao ciao

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  4. Crepascolo, ma che piacere... A proposito di neuroni... Il loft bianco senza fine non me lo ricordo e il film l'ho visto solo pochi giorni fa... 😂 Comunque due grandissime interpretazioni, non so se De Niro sia poi così affabile sul set, chissà, magari tra tutti e due il confronto sarà stato interessante...

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