(A touch of love di Jonathan Coe, 1989)
Non mi capita spesso, ma quando posso una cosa che mi piace fare è scoprire un autore leggendo le sue opere seguendone l'ordine cronologico d'uscita. È un approccio sicuramente metodico che ha i suoi vantaggi, per primo quello di godere dell'evoluzione artistica dello scrittore, poi tutti gli amanti della lettura sapranno benissimo come sia difficile darsi e mantenere questi propositi, siamo attratti dai titoli importanti, dai libri che abbiamo in casa, dal consiglio di un'amico, da una voglia urgente e irresistibile, e allora si finisce per leggere in modo disordinato, sull'onda del desiderio o della necessità di circostanza. Che poi sul piano dell'appagamento personale è la cosa migliore da fare. Con Jonathan Coe al momento sono riuscito a mantenere il proposito di affrontarne l'opera con ordine, partendo dall'esordio Donna per caso e passando ora, dopo diverso tempo, alla sua seconda opera: L'amore non guasta. Devo dire che al momento l'amore per lo scrittore inglese, da cui mi aspettavo molto, ancora non è scoccato. Consapevole che i suoi scritti migliori siano altri (La banda dei brocchi, La famiglia Winshaw, il più recente Expo 58 e via discorrendo) nondimeno mi aspettavo di più da questi brevi romanzi di inizio carriera. Indubbiamente L'amore non guasta segna un passo avanti rispetto all'esordio di Coe, non tanto per questioni di stile o di contenuto quanto almeno per una struttura del racconto un poco più originale.Ted riceve una telefonata dalla moglie Katharine mentre si sta recando a Coventry per un incontro di lavoro. La moglie è preoccupata per Robin, un loro loro vecchio compagno d'università che abita proprio a Coventry; in una recente telefonata Kat l'ha sentito strano, preoccupato, un po' depresso, così convince il marito Ted a passare a trovarlo, cosa che Ted non ha nessuna voglia di fare. Raggiunto l'(ex)amico Ted effettivamente lo trova in una situazione di stallo e sconforto, sembra che Robin non si sia mai lasciato alle spalle il periodo trascorso all'università, è come se la sua vita non fosse mai andata avanti e Robin fosse rimasto invischiato in un mondo teorico, fatto di intelligenti elucubrazioni su politica e letteratura, impantanato nei riverberi profondi di un amore mai realmente consumato, assaporato né tanto meno dichiarato o corrisposto. Robin annaspa tra bar per uomini solitari che trovano conforto nell'altrui solitudine, nei fallimenti di nuove relazioni e nel tentativo, mai perseguito fino in fondo, di scrivere qualcosa di memorabile da lasciare ai posteri. La sua produzione si limita al momento a quattro brevi racconti appuntati su altrettanti taccuini rossi.
È proprio su quest'ultimo elemento che Coe movimenta la struttura del suo breve romanzo, alternando le vicissitudini di Robin e di altri personaggi che in qualche modo e a diverso titolo hanno contatti con il protagonista, proprio con i quattro racconti (tutti inseriti nel testo), ognuno dei quali dovrebbe approfondire e dare un'interpretazione sul personaggio di Robin che in questi scritti mette un po' di sé stesso. Seppur brevi i quattro racconti, quando arriva il loro momento, rubano la scena alla storia principale che pur non perdendo mai d'interesse non riesce a dare fino in fondo quella sensazione di coinvolgimento emotivo che sarebbe necessaria se non in alcuni passaggi o situazioni nelle quali ognuno di noi può rivedere esperienze personali o comunque note e universali. Molto bravo l'autore nella chiusura del romanzo che coglie nel segno, rimane però a lettura ultimata la sensazione di una crescita potenziale che rispetto alla prima opera c'è stata ma non in maniera così significativa. Ma la scrittura è un processo di apprendimento continuo, il terzo romanzo di Coe è Questa notte mi ha aperto gli occhi, riuscirò a rimanere fermo nel mio proposito sapendo che questo libro ancora non è in mio possesso mentre il successivo La famiglia Winshaw occhieggia già dalla mia libreria? Non so, io non ci credo molto, ciò che al momento è certo, scandito a chiare lettere dall'autore in maniera subliminale a chiusura del libro, è che di certo l'amore non guasta, una cosa sulla quale è bene meditare.
La Banda dei brocchi è uno dei miei libri preferiti in assoluto, ed ho apprezzato anche il suo seguito Circolo Chiuso.
RispondiEliminaMi sono fermato dopo aver letto l'altrettanto bello La Famiglia Winshaw con Coe, ma conto prima o poi di leggere anche altro, consapevole comunque che difficilmente mi farà provare emozioni come quelle de La Banda Dei Brocchi, e forse è per questo che all'epoca dopo aver letto tre dei suoi romanzi consecutivamente, non ho più letto nulla di suo.
È un po' il rischio di partire dai grandi libri di un autore, difficilmente i primi due di Coe ti daranno le stesse emozioni, sono indubbiamente letture piacevoli e veloci che potresti affrontare senza però aspettarti troppo...
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