lunedì 5 ottobre 2020

SESSO, BUGIE E VIDEOTAPE

 (Sex, lies, and videotape di Steven Soderbergh, 1989)

Steven Soderbergh sigla il suo esordio a ventisei anni e con una piccola produzione si porta subito a casa la Palma d'oro del Festival di Cannes. Siamo nel 1989, quella di Soderbergh è una piccola e intima commedia drammatica, siamo ancora lontani dalle sperimentazioni che il regista metterà in atto più avanti sulle immagini, nei formati o sul montaggio, lo sguardo di Soderbergh qui non ricorre a espedienti se non per qualche appoggio visivo identificabile nei videotape del titolo. Regia centrata sui personaggi, solo quattro a far girare tutta la vicenda e un paio di spalle di scarsa rilevanza, il film poggia sulla sceneggiatura e sui dialoghi, nonché sulle situazioni potenzialmente scabrose, ma questa è più un'idea fuorviante che ci si può fare interpretando il titolo, in realtà il film non contiene scene forti nonostante sia centrale l'argomento sesso all'interno della narrazione. 

Siamo a Baton Rouge, Louisiana. Ann Bishop Mullany (Andi MacDowell) sta seguendo un percorso psicoterapico, ha delle fissazioni poco sensate per problematiche universali sulle quali non ha modo di intervenire, pensieri che le impediscono di dormire bene la notte. In realtà la giovane donna vive un matrimonio infelice, suo marito John (Peter Gallagher) è un avvocato sulla cresta dell'onda e tra i due non c'è più contatto fisico, niente sesso, Ann ormai se ne disinteressa completamente; John invece sfoga all'insaputa della moglie tutti i suoi appetiti sessuali con la disinibita Cynthia (Laura San Giacomo), sorella di Ann. A destabilizzare involontariamente la già rischiosa situazione arriva Graham Dalton (James Spader), vecchio amico di John e da poco ritornato in città, il giovane, poco più di un dolce vagabondo, cattura l'attenzione di Ann. Man mano che tra i due cresce la confidenza Graham confessa a Ann di essere impotente, quest'ultima a casa del ragazzo troverà una serie di videocassette siglate con nomi di donna, sono tutte interviste che Graham ha registrato con donne diverse conversando sulla loro sessualità, queste interviste sono l'unico modo che ha Graham di eccitarsi, incapace di farlo in presenza di una vera donna. Ann rimane sconvolta da questa rivelazione, ma le cose si complicheranno ulteriormente.

Film che si è creato negli anni un'aura di culto che trascende anche il reale merito dell'opera, comunque valida, e che trionfa a Cannes in un'annata dove in concorso erano presenti altri film parimenti meritevoli, uno su tutti l'ottimo Fa' la cosa giusta di Spike Lee. Soderbergh, che in questo caso ha forse più meriti come sceneggiatore, costruisce un film sui dialoghi e sui personaggi di Ann e Graham, soprattutto su quest'ultimo che James Spader riesce a rendere in maniera naturale come un ragazzo tormentato sì, ma in modo compassato e tranquillo. Non c'è morbosità nelle storie legate al sesso da parte dei quattro protagonisti, Ann è frigida e quindi neanche a parlarne, Graham in fondo si eccita con qualche intervista, John ama il sesso, l'unica sua colpa è di farlo con la cognata invece che con la moglie, Cynthia è solo una donna disinibita che ha qualche attrito con la sorella e in maniera anche inconscia si vendica portandosi a letto suo marito. Ciò che rende il tutto interessante è proprio il personaggio di Graham che irrompe in una routine ipocrita ma stabile come catalizzatore del cambiamento, questo protagonista, unito a una visione del sesso inappagante o impropria (anche John e Cynthia fissano i loro incontri come fossero sedute dal parrucchiere), è l'elemento di vero interesse che non smetterà di donare verve al film fino all'ultima sequenza.

Ottimo esordio che è riuscito a cucirsi addosso più della fama che realmente meritava, vincitore di un premio anche al Sundance Film Festival, gli spettatori che masticano parecchio Cinema conoscono le caratteristiche dei film che vengono definiti "da Sundance", diciamo che Sesso, bugie e videotape rientra a pieno titolo nella categoria, per chi ancora non l'avesse visto resta comunque una lacuna da colmare, il film resiste al passare del tempo e la visione risulta piacevole ancora oggi.

2 commenti:

  1. Sì, film di culto e film da Sundance, tipico di quel periodo fine '80 inizio '90.
    Vero che è la sceneggiatura a fare tutto il lavoro... Azzo, non sapevo che concorreva con Fa' la cosa giusta!! :o

    Moz-

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    1. E sì, secondo me il vecchio Spike stava proprio su un'altro pianeta ma tant'è...

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