martedì 23 febbraio 2021

THE WARD - IL REPARTO

(The ward di John Carpenter, 2010)

Nel 2010 John Carpenter torna al cinema dopo un silenzio durato quasi un decennio, l'ultima sua sortita nel lungometraggio risale all'insuccesso commerciale di Fantasmi da Marte, film che mischiava horror e fantascienza senza raggiungere i migliori esiti del notevole passato del Nostro. Ci si aspettava quindi, all'epoca - ormai sono passati altri dieci anni senza nuovi film del regista - un ritorno con il botto, l'opera capace di mandare in solluchero i numerosi fan di Carpenter. The ward si rivela invece solo un buon film horror (se non addirittura discreto), molto classico e prevedibile nella costruzione, tranne per un finale i cui risvolti non è detto che siano facilmente intuibili da tutti, ben realizzato in tutte le sue parti, ovviamente ben diretto (non è che Carpenter possa aver dimenticato come si gira un film), ben recitato da un bel gruppo di attrici, anche loro brave ma non eccezionali né memorabili. Ne esce il classico prodotto medio, un buon film che trova il suo motivo d'essere proprio nella mano sicura di un regista maestro del genere che torna al suo ambiente dopo una lunga assenza, come se non fosse passato nemmeno un minuto, con le stesse capacità immutate ma anche senza apportare nulla di nuovo o interessante al discorso. Ciò che si può riconoscere a Carpenter è la grande capacità di dosare la tensione per tutta la durata del film, anche se lo schema è risaputo si seguono comunque con interesse le vicende legate alle sue protagoniste.

Seconda metà degli anni Sessanta, una volante della polizia sta cercando sul limitare del bosco una ragazza disturbata e potenzialmente pericolosa, riuscirà a catturarla non prima che la stessa abbia dato fuoco a una fattoria isolata. La ragazza, Kristen (Amber Heard), viene portata nell'ospedale psichiatrico dove opera il Dottor Stringer (Jared Harris), qui incontrerà le altre ragazze rinchiuse nel "reparto" delle pazienti problematiche, un settore costantemente sorvegliato dall'infermiera Lundt (Susanna Burney): Kristen conoscerà così Emily (Mamie Gummer), la più sfasata del gruppo, Zoey (Laura-Leigh) remissiva e terrorizzata, la più matura Iris che sembra essere un tipo assennato e pronta al reinserimento nella società (Lynsdy Fonseca) e infine l'altezzosa Sarah (Danielle Panabaker). Da subito a Kristen è chiaro come qualcosa di strano aleggi nel reparto, la ragazza non riesce a ricordare i motivi per cui è stata rinchiusa e da subito avverte una presenza pericolosa che verrà poi individuata come il fantasma di una ex paziente sparita in circostanze misteriose, una ragazza di nome Alice Hudson (Mika Boorem) sulla quale né il personale medico né le sue nuove compagne sembrano dirle tutta la verità.

Il film si sviluppa su binari consolidati, una presenza capace di apparire in ogni luogo e in ogni momento, carrellate sui corridoi, nei sotterranei, personale infermieristico che ispira timore più che fiducia, una serie di belle ragazze in pericolo, qualche morte violenta, immancabile scena sotto la doccia, qualche passaggio più claustrofobico, traumi dal passato e una buona chiusura finale. Tutto corre liscio senza particolari brividi, la tensione tiene ed è abbastanza costante, vero punto di forza del film, una buona regia e una bella fotografia compensano la mancanza di una sceneggiatura interessante. Nulla di memorabile per il genere horror, un film che può sicuramente valere la visione, ma da un Carpenter assente da un decennio al cinema era lecito aspettarsi qualcosa di più soprattutto se pensiamo che per la televisione aveva nel frattempo diretto lo strepitoso Cigarette burns, per me il miglior episodio della serie Masters of horror.

4 commenti:

  1. A questo film manca una lettura di sicuro livello (sempre presente nei film del Maestro) e le musiche di John Carpenter, resta solido mestiere, per un film che sa tenere in tensione. Certo se fosse stato un film usato per togliersi della ruggine di dosso, prima di tornare a lavorare al cinema con puntualità sarebbe stato anche più sensato, bisogna dire che “Cigarette Burns” aveva tutto un altro passo, uno degli apici nella produzione di Giovanni Carpentiere. Cheers!

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    1. Esatto, condivido il punto, sarebbe stato un buon punto di partenza per ricominciare e invece...

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  2. Ho apprezzato più la protagonista che il film, tanto che Fantasmi da Marte era meglio.

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    1. Lo vidi parecchi anni fa, lo ricordo divertente anche se pure quello non proprio un capolavoro.

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