giovedì 11 febbraio 2021

SMETTO QUANDO VOGLIO - MASTERCLASS

(di Sydney Sibilia, 2017)

Dopo aver visto L'isola delle rose di Sydney Sibilia mi è venuta la voglia di recuperare gli episodi due e tre della saga di Smetto quando voglio, film con il quale il regista esordiva al cinema nel 2014. Quello che di Masterclass colpisce più ancora del film, comunque riuscito e più che piacevole, è il coraggio produttivo dell'accoppiata ancora oggi in sella formata dallo stesso Sibilia, che oltre a essere regista è anche tra gli sceneggiatori, e da Matteo Rovere, una squadra che sembra avere lo sguardo lungo e i mezzi per uscire da quelle dinamiche della commedia nostrana che tendono a renderla spesso "troppo italiana", per dirla con una celebre frase del Sermonti di borisiana memoria che anche qui dà bella prova di sé.

Valutato l'ottimo esito dell'esordio, si decide di mettere in piedi non un sequel ma addirittura ulteriori due capitoli di quella che diverrà una trilogia, due film da girare in parallelo e da mandare nei cinema a poca distanza uno dall'altro (usciranno entrambi nel 2017) seguendo un'idea produttiva propria del cinema hollywoodiano e non certo di quello nostrano poco aduso a progetti di così ampio respiro. Già l'idea dà modo di apprezzare un coraggio e una visione che, insieme ad altre realtà ed eccellenze italiane, contribuiscono a costruire una cinematografia "dello stivale" degna di rispetto e capace di competere con prodotti più blasonati di provenienza estera, oltre a questo, aspetto fondamentale, c'è un film che non delude sotto nessun punto di vista.

Si riparte da Pietro Zinni (Edoardo Leo), ideatore nel primo capitolo della realizzazione di una nuova smart drug creata partendo da molecole legali, unico della banda di laureati ultraspecializzati ad essere finito in galera e ora alle prese con una paternità imminente e una compagna (Valeria Solarino) che sta per perdere la pazienza di fronte alle continue bugie di Pietro. La possibilità di riscatto arriva grazie all'ispettrice Paola Coletti (Greta Scarano) che ha l'idea di riunire la banda adoperando il talento dei suoi componenti per ripulire Roma dalla piaga delle altre smart drugs sulla piazza, in cambio la libertà per Pietro e la fedina ripulita per tutti gli altri. Per portare a termine il pericoloso compito Pietro chiede di poter reclutare oltre ai suoi vecchi compagni anche alcuni cervelli in fuga costretti all'estero dalla disoccupazione: il dottor Bolle (Marco Bonini), esperto anatomista attualmente impegnato in incontri clandestini in Thailandia, l'ingegner Lucio Napoli (Giampaolo Morelli), trafficante d'armi a Lagos e l'avvocato vaticanista Vittorio (Rosario Lisma).

Lo spunto sociale del primo film legato alla situazione stabilmente precarizzata di molti laureati italiani è qui ancora presente ma meno ingombrante, la narrazione sembra da principio ripetersi per sfociare poi in una commedia action ottimamente realizzata, sia sul versante dei tempi comici, delle battute e soprattutto sulla costruzione dei personaggi messi in scena da una squadra d'attori rodata e brillantissima (Morelli, Fresi, Sermonti, Aprea, Calabresi, Di Rienzo, tutti grandi comici), sia sul piano puramente action con alcune sequenze (penso a quella dello scambio sul treno tra il segnalatore gps e il latinista, già detta così fa ridere) girate in maniera mirabile anche dal punto di vista tecnico oltre che da quello narrativo. Dopo tante risate e parecchia azione il film finisce sul più bello, con la comparsa di Luigi Lo Cascio e uno sviluppo inatteso tutto da esplorare. E ora? E ora devi guardarti Smetto quando voglio ad honorem, per forza, altra trovata che porta acqua al mulino della produzione.

Niente da dire, lavoro intelligente, pianificato e ben realizzato dal quale emerge soprattutto una specie di factory che sarà capace di regalare sorprese, la prima delle quali è stata proprio L'incredibile storia de l'Isola delle rose, prodotto che effettivamente non ha deluso le aspettative.

4 commenti:

  1. Un bel film, piacevole sorpresa, una delle poche saghe italiane da ricordare, soprattutto moderne ;)

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    1. Vero, in più dietro c'è un'organizzazione che lascia davvero ben sperare per le sortite future.

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  2. Per me una saga fighissima. La sequenza dell'assalto al treno rimane nella storia :)

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    1. Per il cinema nostrano una sequenza niente male, "non è complicato, il gps dentro, il latinista fuori!" 😂 😂 😂

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