(Good boys di Gene Stupnitsky, 2019)
Good Boys è un film prodotto da Seth Rogen e che di conseguenza si tira dietro parte del suo stile nonostante sia stato diretto da Stupnitsky e Rogen non compaia nemmeno nei crediti della sceneggiatura, basti comunque dire che il film ha per protagonisti tre ragazzini di prima media e che negli U.S.A. il film è stato vietato ai minori di diciassette anni. Questo preambolo giusto per darvi l'idea del genere di commedia a cui si va incontro guardando Good boys, film che con il sottotitolo italiano vuole richiamare alla memoria i bravi ragazzi scorsesiani con i quali i nostri protagonisti non hanno ovviamente nulla a che spartire. La commedia è parecchio divertente, ha il pregio di proporre al pubblico un terzetto di giovani amici interpretato da tre ragazzini davvero in gamba, Jacob Tremblay è ormai quasi un veterano, quattordici anni (dodici quando ha girato il film) ma già al lavoro con Xavier Dolan, protagonista di Wonder e Room, più di una decina di titoli all'attivo; meno noti i volti dei suoi due colleghi che tengono testa senza nessun problema al compagno più esperto. L'idea di inserire argomenti spinosi come droghe, sesso e alcool in un racconto sul momento di passaggio tra scuole elementari e medie può sembrare azzardata ma si rivela a tutti gli effetti vincente, prima di proporre il film a ragazzini coetanei dei protagonisti è però vivamente consigliata la previa visione da parte di un adulto.Max (Jacob Tremblay), Lucas (Keith L. Williams) e Thor (Brady Noon) sono tre amici inseparabili che affrontano il nuovo ambiente della prima media; Max vive la prima cotta per la compagna Brixlee (Millie Davis), Thor ama cantare e vorrebbe partecipare al musical organizzato dalla scuola ma teme di venir preso in giro dal gruppo dei più "fighi" dell'istituto e quindi emarginato, Lucas è un'amante delle regole e fa una difficoltà immensa a infrangerle per seguire il suo amico Max nell'avventura che coinvolgerà i tre ragazzini nel corso di una folle giornata, inoltre deve affrontare il divorzio dei suoi genitori. Durante una prova "di coraggio" Max riesce a fare colpo su Soren (Izaac Wang), uno dei ragazzi più cool della scuola, questi così invita il trio di sfigati a una festa del bacio dove finalmente Max potrà provare a baciare Brixlee. Ovviamente i tre ragazzi non sanno nulla di baci e hanno convinzioni sul sesso del tutto sballate, per imparare qualcosa sull'argomento i tre decidono di spiare Hanna (Molly Gordon), la vicina di casa di Max, e il suo ragazzo, per farlo useranno il prezioso drone del padre di Max che ovviamente si è raccomandato migliaia di volte con il figlio di non toccare l'oggetto in quanto indispensabile al suo lavoro. Quando il drone si romperà, perché ovviamente si romperà, Max si figura la punizione in arrivo e l'impossibilità di andare alla festa, non rimane così che procurarsi un altro drone prima del ritorno di papà e portare a termine l'impresa in una scorribanda continua tra droghe, ragazze che danno la caccia ai tre preadolescenti, prove di coraggio e... sextoys!
Si ride parecchio con Good boys, le battute divertenti e le situazioni indovinate non mancano in una storia che mette al centro l'amicizia tra i tre protagonisti e che non manca di offrire momenti più commoventi, perché anche le più salde amicizie a quell'età sono destinate a mutare con la crescita dei ragazzi, con il sopraggiungere di nuovi interessi, a causa delle diverse velocità di maturazione e grazie (o per colpa, come volete) alle nuove conoscenze, è un momento di passaggio universale dal quale, scusate il gioco di parole, siamo passati tutti. Quello che rende il film diverso da altri sono i temi decisamente adulti che entrano nel mondo di questi tre preadolescenti, i genitori di Thor ad esempio hanno in casa un vasto assortimento di sextoys che i tre ragazzi scambiano per armi o per oggetti di tutt'altro tipo andando a creare gag decisamente surreali, in più Max e soci rubano involontariamente ad Hanna e alla sua amica Lilly (Midori Francis) la "droga del sesso" creandosi così due nemiche da cui guardarsi le spalle, e ancora alcool, bambole gonfiabili, bullismo, insomma un insieme di elementi scorretti che trovano però una certa grazia (oddio, grazia forse è un parolone) tale da non far sembrare il film mai troppo volgare. La regia di Stupnitsky è vivace, dona al film il giusto brio, si procede celermente senza punti morti e i tre giovani attori sono davvero bravi, finale commovente e bella sequenza sulle note di I wanna know what love is dei Foreigner. Forse non all'altezza dell'esordio della Wilde che con La rivincita delle sfigate percorreva una strada simile ma con due protagoniste più grandi, Good boys si inserisce però molto bene nella scia portando a suo favore il contrasto tra i temi e la giovane età dei protagonisti, non male per una commedia adolescenziale over 17.
Appoggio la similitudine con il film della Wilde, in tutti i sensi, sufficientemente divertente sì ;)
RispondiEliminaDevo dire di essermici divertito parecchio 😂
Elimina