lunedì 26 aprile 2021

LE CORREZIONI

(The corrections di Jonathan Franzen, 2001)

Robin si voltò a fissarla.
- A cosa serve la vita?
- Non lo so
- Neanch’io. Ma non credo che serva a vincere.

Le correzioni, alla propria vita e a quelle degli altri, i rimpianti, le delusioni subite o procurate alle persone a cui si vuole bene o alle quali almeno si dovrebbe voler bene, i fallimenti, le perdite di direzione, sono tutte cose con le quali non è facile convivere a meno che non si arrivi a una presa di coscienza in grado di attivare una svolta, quel cambio mentale capace di farci accettare la vita per quella che è.

E quando l'evento, il grosso cambiamento della tua vita, è semplicemente una presa di coscienza, non è strano? Non c'è assolutamente nulla di diverso, tranne il fatto che vedi le cose in un altro modo e di conseguenza sei meno impaurita e meno ansiosa e nel complesso più forte: non è sorprendente che una cosa completamente invisibile nella tua testa possa sembrarti più vera di qualunque altra cosa tu abbia mai provato prima? Vedi tutto più chiaramente, e sai che stai vedendo più chiaramente.

È un romanzo splendido questo di Jonathan Franzen, un libro di cui ci si innamora dopo poche pagine, una di quelle narrazioni per un verso o per l'altro capaci di parlare realmente a tutti. Le correzioni racconta alcuni segmenti della storia di una famiglia originaria di St. Jude, Midwest degli Stati Uniti d'America, il libro alterna racconti del presente a episodi relativi alla giovinezza dei vari membri della famiglia Lambert composta da mamma Enid e papà Alfred e dai tre figli Gary, Chip e Denise. È praticamente impossibile non riconoscersi almeno in alcuni passaggi o momenti di questa narrazione profonda e avvincente, quasi certamente in passato, ora o anche nel futuro, il lettore ha avuto o avrà diversi punti di contatto con Chip, Denise, Alfred, Gary, Enid o con uno dei personaggi di contorno: un dolore, una meschinità, uno spaesamento, un tradimento, una delusione, un successo, una scelta sbagliata; Le correzioni è un romanzo capace di tirarti dentro il libro, farti sentire partecipe di un momento storico dove all'apparenza tutto sembra andare in pezzi, ma non è detto che alla fine per tutti sarà davvero così, perché nella vita può sempre esserci qualche sorpresa ad aspettare dietro l'angolo. Oltre alle vicende familiari Franzen, come molti scrittori coevi, dipinge sullo sfondo il rapporto dei protagonisti con il sistema americano e quindi con il denaro e con il successo, vera ossessione in un paese che si avvia verso le crisi economiche di inizio millennio, è lo specchio di una nazione che inizia ad avvisare un forte smarrimento che si concretizza nei propri cittadini con depressioni, infelicità, sensi di inadeguatezza, dolore.

Enid e Alfred vivono ormai soli nella loro vecchia casa di St. Jude, i tre figli hanno le loro vite lontano dai genitori. Enid è una donna molto attenta a mantenere un'immagine rispettabile e irreprensibile che possa tenere i Lambert in un alone di benestante dignità agli occhi dei vicini, tutta gente per bene che sembra avere figli capaci di dare ai propri genitori maggiori soddisfazioni di quelle che danno a lei Gary, Chip e Denise. Così, con grande ipocrisia, Enid corregge il tiro, con qualche piccola menzogna, con qualche voluto fraintendimento aggiusta l'immagine dei propri figli a uso e consumo del vicinato, nel frattempo Alfred inizia ad accusare i primi segni di una malattia degenerativa che non migliorerà di certo la condizione dei due anziani. Il matrimonio accusa segni di logoramento, Enid rimprovera ad Alfred, un uomo che è stato un lavoratore instancabile, una certa mancanza di prospettive, il fatto di non aver pensato abbastanza ad accumulare denaro quando era possibile, di non aver soddisfatto alcuni aspetti fondamentali per il loro matrimonio, di aver troppo spesso mantenuto un'inscalfibile posizione di chiusura. Lui ora è stanco, deve combattere con la malattia, con la sua testa, con il suo sfintere, con il figlio maggiore Gary che vorrebbe piazzarli in un luogo protetto per anziani, ora Alfred non ne ha più voglia. Gary ha un ottimo impiego in banca, fa un sacco di soldi, è sposato con una donna tanto attraente quanto ottusa ed egoista, ha tre bambini dei quali solo il più piccolo lo tiene in una qualche considerazione, mal tollera tutto ciò che non rientra nella sua visione del modello americano, a partire dal comportamento del fratello minore, inizia a soffrire dei primi sintomi di una precoce depressione. Chip è il figlio più incasinato dei tre, un giovane di cultura, critico e completamente inerme di fronte al peso del dover prendere impegni e mantenerli vivi senza combinare qualche pasticcio, destinato al fallimento, ultimo in ordine di tempo il lavoro perso come docente all'Università per aver avuto una relazione con una studentessa, allergico ai rapporti familiari e alle convenzioni, viene tenuto per quanto possibile a bada dalla sorella Denise, chef di successo che molto presto affronterà anche la sua di crisi che non sarà di quelle di poco conto. Ora che Alfred inizia a stare davvero male, tutto ciò che vorrebbe Enid è un ultimo Natale da passare a St. Jude con la famiglia riunita, ma portare insieme tutti quanti nella vecchia casa non sarà un'impresa facile.

Franzen ci racconta le infelicità e le insoddisfazioni nascoste dietro una coltre di perbenismo di facciata, di convenzioni e di piccole bugie, situazione appesantita dal dover mostrare a quell'America di provincia di aver raggiunto quella serenità borghese che sarebbe una sorta di enorme delitto far crollare come il castello di carte che in realtà si rivela essere. Come in altri grandi contemporanei, mi viene in mente l'Underworld di DeLillo, la società del capitale e la tirannia del libero mercato sono protagonisti fondamentali nell'affresco che Franzen dipinge di una famiglia che è molte famiglie, tutti i personaggi godono del loro spazio e sono approfonditi con la giusta dovizia di situazioni e particolari, lo stile di scrittura è sempre piacevole, a volte divertente, nonostante i capitoli molto lunghi le pagine si chiamano una con l'altra, Franzen costruisce bellissime immagini, di momenti, luoghi, situazioni, con una prosa allo stesso tempo non banale e fluida. Le correzioni è uno scavo sulle relazioni tra consanguinei, tra esseri umani e anche, forse soprattutto, sulla relazione che ogni personaggio ha con sé stesso, con tutti i traumi celati e non detti che queste relazioni si portano dietro, piccole e grandi conseguenze di inclinazioni caratteriali, azioni, decisioni che non sempre è facile o possibile correggere.

4 commenti:

  1. Franzen ce l'ho in lista da un bel po', ma dopo il mio approccio quasi fallimentare con Pastorale Americana di Roth, ho un po' paura di autori come lui o DeLillo, ma prima o poi ci arriverò.

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    1. Pastorale è in libreria in attesa ma ancora non l'ho letto, quindi non so dirti, Franzen però si legge bene, sicuramente non è una lettura banale ma nemmeno ostica, dentro ci sono tanti spunti e situazioni con le quali tutti si potrebbero trovare a confrontarsi, io te lo consiglio, devi amare però la letteratura non di genere e le dinamiche familiari.

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  2. Era un mio proposito dello scorso anno questa lettura, l'ho evitato, pur sapendo fosse lì imperturbabile sul mobile dove lo avevo lasciato dopo l'acquisto, ma è rimasto lì per un anno ad aspettare il suo momento che ora volevo assolutamente onorare fosse solo per toglierlo di torno e non sentirmi in colpa.
    Ho passato un sacco di tempo in compagnia di questa famiglia in questo inizio d'anno, ore lunghissime, nonostante sia veloce come lettrice tuttavia il libro ha richiesto davvero tempo.
    Racconto tanto surreale per certi versi quanto universale, mi ha fatto sorridere, ridere, divertire, riflettere. Ho attraversato la più svariata gamma di emozioni non ultima la sorpresa di alcune trovate davvero riuscite e originali.
    Mi è piaciuta la descrizione dei personaggi un po' artefatta forse ma capace di centrare il bersaglio su dinamiche e atteggiamenti non così lontani dalla realtà. Ogni personaggio ti allontanava per poi riavvicinarti scoprendo situazioni, pensieri, elaborazioni che mi hanno fatto affezionare a questa famiglia così ben assortita. Ho trovato altresi' divagazioni e pagine che seppur funzionali in qualche modo appesantivano e in alcuni momenti rendevano un po' criptica la lettura, ma
    nell' insieme è stata una gradevole e sorprendente lettura.
    Promosso a pieni voti.

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    1. Per me grandissimo libro, come vedi ho finito di leggerlo nell'aprile 2021 e devo dire di non averne più letti da allora altrettanto belli, un viaggio fantastico in compagnia di questa famiglia così stratificata e profonda.

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