(The incredible shrinking man di Richard Matheson, 1956)
Richard Matheson è tra gli autori più noti della fantascienza classica, le sue prime pubblicazioni risalgono infatti ai primissimi anni 50, il suo primo racconto venne pubblicato sulla rivista The Magazine of Fantasy and Science Fiction proprio nel 1950. Tra i suoi scritti più celebri si annoverano Io sono leggenda dal quale sono stati tratti anche diversi film, Io sono Helen Driscoll e anche questo Tre millimetri al giorno. La carriera di scrittore di Matheson nel corso degli anni è stata affiancata da quella di sceneggiatore per Hollywood, non solo per quel che riguarda adattamenti delle sue opere ma anche trasposizioni di libri di altri autori di fantascienza e altro ancora, divenendo pian piano, tra cinema e televisione (molti episodi di Ai confini della realtà), l'attività più prolifica da parte dello scrittore statunitense. Anche da questo Tre millimetri al giorno è stato tratto un film, Radiazioni BX: distruzione uomo del 1957 per la regia di Jack Arnold, direttore molto attivo in quegli anni e del quale si ricordano diversi titoli: Destinazione... Terra!, Il mostro della laguna nera, Tarantula. Con queste premesse non nascondo che l'aspettativa nei confronti di Tre millimetri al giorno fosse per me parecchio alta, il romanzo però, pur tenendo conto che si tratta di uno scritto datato, si è purtroppo rivelato una discreta delusione, una novella dove il lato fantastico si limita a una sola idea, quella del rimpicciolirsi progressivo del protagonista, un'idea molto affascinante e indovinata che in potenza conteneva in sé possibilità di esplorare la condizione del protagonista in diverse direzioni, cosa che, a parte una metafora più volte esplicitata dalla critica, non avviene, il romanzo invece si perde molto spesso in situazioni ripetitive e poco accattivanti.Durante una gita in barca Scott Carey, sposato con la moglie Louise e padre di una bimba ancora piccola, viene a contatto con una strana onda contenente una sostanza sconosciuta. Dopo qualche tempo Scott inizia ad avere l'impressione di star rimpicciolendo (l'incredibile uomo che rimpicciolisce suona il titolo originale), gli sembra di diventare giorno dopo giorno un poco più basso. Effettuate le dovute misurazioni l'uomo scopre di star rimpicciolendo di ben tre millimetri al giorno, cosa che ovviamente lo getta nel panico e a sprazzi nella disperazione e nello sconforto. A nulla valgono le ricerche mediche, le visite degli specialisti, i ripetuti esami: quello di Scott è un caso unico al mondo che i medici studiano volentieri e con avidità ma per il quale nessuno ha davvero una soluzione. Presto la vita di Scott diventa sempre più difficile, sia dal punto di vista fisico, sia da quello psicologico, sia nel ruolo di padre e marito, la figlia vede infatti nel padre una figura sempre meno autoritaria e più simile a lei, nel rapporto con la moglie Scott si sente sempre meno virile, sempre più visto come un bambino di cui prendersi cura che non come un marito da sua moglie Louise. Oltre alle vicende relative alle varie fasi di rimpicciolimento del protagonista, Matheson ci narra anche la lotta per la sopravvivenza dello stesso quando, alto ormai pochi millimetri, si trova rinchiuso nella cantina di casa sua a lottare contro la fame, la sete, le dimensioni spropositate di qualsiasi oggetto ma soprattutto contro un piccolo ragno che per Scott è divenuto ormai un mostro gigantesco da cui non farsi divorare.
Il romanzo, abbastanza breve e veloce da leggere, è diviso in due tipi di capitoli. A fasi più o meno alterne Matheson ci racconta la lotta per la sopravvivenza di uno Scott Carey ormai ridotto a pochi millimetri di altezza (ma con un corpo in proporzione perfettamente funzionante) rimasto chiuso nella cantina di casa costretto a superare mille ostacoli e altrettante insidie, come quella posta dal ragno, dovute alla sua ormai inadeguata altezza rispetto al mondo che lo circonda. Negli altri capitoli vediamo Scott affrontare varie fasi di "altezza" con le progressive problematiche che queste si portano dietro. Seppur visto come una grande metafora della visione dell'uomo virile e, in questo caso, della sua demolizione, ciò che invece manca al romanzo è la parte di suspense, meraviglia e pericolo che dovrebbe scaturire dai capitoli ambientati in cantina che presto si rivelano invece molto ripetitivi, privi di grande interesse e poco coinvolgenti se non in qualche sparuto passaggio. L'idea di base è molto affascinante, quasi geniale, e poteva essere sfruttata al meglio proprio nella descrizione dei momenti di inadeguatezza del protagonista, che pur ci sono ma insufficienti per una piena riuscita del racconto. Se fosse stata questa la parte predominante del romanzo sarebbe stata tutta un'altra faccenda, non a caso uno dei momenti migliori del libro è una tragica e intima presa di coscienza di inadeguatezza, nei confronti della moglie, dell'essere uomo messo in crisi dagli eventi, tutto si palesa nell'incontro che Scott fa al circo con una donna affetta da nanismo, una donna ancora alla sua portata in compagnia della quale Scott si sente di nuovo uomo, episodio che mette in moto una delle dinamiche meglio riuscite dell'intero libro e che si esaurisce troppo presto perché necessita tornare in quella maledetta cantina a fare i conti con quel noiosissimo ragno. Una delle letture della recente collana che Urania ha varato per festeggiare i suoi 70 anni che mi incuriosiva di più, peccato, avevo sperato in qualcosa di meglio, sarà per un'altra volta.
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