sabato 31 dicembre 2022

ALTA DEFINIZIONE

(Flatscreen di Adam Wilson, 2012)

Non ci sono tantissime notizie su Adam Wilson in rete, lo scrittore a oggi ha all'attivo due romanzi (questo Flatscreen e Sensation machines) e una raccolta di racconti (What's important is feeling), insegnante di scrittura creativa all'Università di New York, origine ebraica, diversi premi minori sparsi qua e là. Questo Alta Definizione, il suo esordio, è stato accolto positivamente dalla critica, in quarta di copertina (ISBN Edizioni) si può leggere: "Ironico, poetico, incredibilmente comico, Alta definizione segna l'esordio di una nuova, grande voce della letteratura americana". Oddio, forse l'abbiamo sparata un po' grossa, poi per carità, nelle sinossi dei libri da loro pubblicati non è che possano volare troppo bassi, è la legge del marketing, però devo ammettere che questo Alta definizione non è che mi abbia colpito più di tanto, nonostante le buone intuizioni e la verve molto fresca dell'autore. Intanto questa grande voce della letteratura americana, non so perché, per tutta la durata del libro a me è continuata a sembrare inglese. Il libro è ambientato nel New England, nel paesotto di Quinossett, il protagonista Eli Schwartz proviene da una famiglia americana di origine ebraica appartenente alla buona borghesia (e in procinto di scendere di una classe sociale), eppure mentre Wilson descrive episodi e situazioni varie a me continuavano a tornare in mente i sobborghi inglesi, forse per un vago (vaghissimo) sentore di Welsh tra le pagine, forse per una sensazione indefinita, fatto sta che a me quella di Wilson è sembrata una (non tanto) nuova (non così tanto) grande voce della letteratura inglese.

Quintossett, New England (ma siamo proprio sicuri?), il post-adolescente Eli Schwartz si è diplomato e ha completamente perso di vista quello che è, o potrebbe essere, il suo futuro. Eli vive un'esistenza di completa apatia, passa le giornate facendosi di droghe leggere con l'amico e fornitore Dan, guardando la televisione, girando per le strade di Quintossett in vestaglia, acquistando cibi e ingredienti da Whole Foods per dare sfogo alla sua unica passione, quella per la cucina, Eli è infatti un'ottimo cuoco ma anche per questo suo talento Eli non ha programmi né particolari ambizioni. Di quando in quando riesce a rimediare un rapporto sessuale, spesso inconcludente o quantomeno goffo e insoddisfacente, con qualche vecchia conoscenza o con qualche mamma di qualche vecchia conoscenza. Non troppo pulito, un po' flaccido, inconcludente, Eli sembra essere un vero disastro. Forse il suo atteggiamento è dovuto al divorzio dei genitori (?), il padre (che in passato sparì per diversi mesi) ha una nuova vita con la moglie n. 2, una paio di gemelli all'apparenza perfetti, mentre Eli e il suo fratello perfettino Benjy sono rimasti con la madre. Quando, per motivi economici, gli Schwartz sono costretti a vendere la bella casa di famiglia non più mantenuta dal padre, a comprarla arriva il signor Kahn, un ex attore paraplegico maestro di comparsate, nessun vero successo alle spalle e un unico film d'autore osannato dalla critica nel ruolo da protagonista: Il chiodo e la trave. L'incontro con Kahn aprirà un poco la mente di Eli alla riflessione, ma la sua indole non è probabilmente votata al successo.

Non è male questo Alta definizione, è un romanzo che si legge con piacere, una lettura abbastanza veloce nonostante le più di quattrocento pagine di testo, eppure manca di incisività, non si avverte quella capacità da parte di Wilson di lasciare qualcosa di duraturo pur esibendo l'autore una buona prosa condita anche da qualche idea divertente. Ad esempio è stuzzicante l'abitudine che ha Eli (o l'autore se preferite) di citare in occasione di particolari situazioni un film che in qualche modo le richiami, con tanto di casa di produzione e anno di uscita. Quando ovviamente ci si imbatte in qualcuno di questi che effettivamente ci è capitato di vedere (non tutti sono notissimi) scatta il cortocircuito tra testo e film e il sorriso sorge spontaneo, una bella idea che dona vivacità a uno scritto di per sé già abbastanza frizzante. "Le guardai le mani, il modo in cui le dita si avvinghiavano al cucchiaio di legno come se fosse un lungo fallo e lei la più dolce Afrodite che l'America avesse mai conosciuto" (La Dea dell'amore, Magnolia Pictures, 1995). La narrazione è poi intervallata da capitoli brevissimi con appunti e note sulla famiglia, sul passato, sui conoscenti, mentre nella seconda parte del libro Eli inizia a immaginare una serie di finali alla sua storia di apatia e banalità, tutte soluzioni di stile che movimentano il racconto. Quello che manca ad Alta definizione per assurdo è proprio l'alta definizione, quel tocco di profondità su personaggi e situazioni che avrebbe reso il libro memorabile per davvero.

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