(di Carmine Amoroso, 2006)
Il recupero di piccoli film come questo Cover boy - L'ultima rivoluzione è quasi doveroso; il film di Carmine Amoroso, già una quindicina d'anni sulle spalle (è stato distribuito con un paio d'anni di ritardo nelle sale), è ancora lì a dimostrare come, anche con pochi mezzi ma con la giusta visione di cinema, ci si possa affrancare dalla solita commedia stereotipata (e magari poco divertente) costruendo qualcosa di bello e di diverso, magari imperfetto - che poi la perfezione è pure noiosa - ma di certo meritevole del nostro tempo. In parte i meriti del film di Amoroso sono stati riconosciuti, nonostante presso il grande pubblico questo sia stato un film per lo più invisibile, Cover boy ha girato il circuito festivaliero internazionale raccogliendo un ottimo riscontro e parecchi premi in festival considerati "minori". Film come questo, almeno in chi scrive, fanno nascere quell'annoso dilemma che porta a chiedersi come mai film come questi, che non sono capolavori ma comunque ad avercene, passino più o meno inosservati e talune operette più o meno inutili trovino invece un riscontro smodato per i contenuti proposti: miopia della produzione/distribuzione? Faciloneria di noi spettatori? Squilibri di marketing/pubblicità? Mancanza di coraggio? Un poco di tutto questo? Sia quel che sia, salvo modifiche, Cover boy dovrebbe essere disponibile su Mubi, recuperatelo se potete.Il film si apre in Romania ai tempi della caduta del regime di Ceaușescu, tempi duri e violenti a causa dei quali il piccolo Ioan (Eduard Gabia) perde il padre Florin (Gabriel Spahiou) ucciso nei tumulti. Passano gli anni, Ioan cresce e la sua Romania non offre molto per il futuro, la vita è misera ed è un'esistenza che sta molto stretta a Bogdan (Rolando Matsangos), amico di Ioan; il ragazzo non ha intenzione di accettare le cose come stanno e convince Ioan a partire senza documenti per Roma, lì Bogdan dice di avere qualche aggancio che potrà trovare una sistemazione a entrambi i ragazzi. lungo il viaggio però Bogdan viene fermato dalla polizia italiana, Ioan si troverà così solo e senza documenti in una città che non conosce e dove non ha nessun tipo di relazione, dovrà imparare a vivere per la strada con qualche imbeccata da parte di qualcuno più scafato di lui che lo introdurrà ai segreti per sfruttare un poco i servizi offerti dalla stazione Termini. Qui Ioan si scontra con Michele (Luca Lionello), un uomo più grande di lui, eterno precario per l'impresa di pulizie che ha l'appalto in stazione e con la quale Michele è entrato in un giro interminabile di contratti e contrattini con la data di scadenza apposta in calce. Presto i due uomini, relegati ai margini della vita cittadina, stringono una forte amicizia e costruiscono insieme un sogno e un progetto: il ritorno in Romania, un ristorante italiano, piatti semplici alla foce del Danubio blu. Ma i sogni purtroppo non sempre sono destinati a realizzarsi.
Film di pochi mezzi ma gestito in maniera ottima da Carmine Amoroso almeno per tre quarti della sua durata, si sfilaccia un po' nella parte finale ma solo perché qui viene messo un poco da parte quello che è il vero punto di forza dell'intero film, ovvero la dinamica del rapporto tra Ioan e Michele, tradotta sullo schermo con grande naturalezza dai due attori protagonisti. Se quello di Ioan, come sottolinea anche Chiara Caselli nel film, è un volto pulito, ancora poco noto, quello più maturo di Luca Lionello vanta già molte comparse (citiamo il cult trash generazionale Sposerò Simon Le Bon), partecipazioni in film di registi anche molto noti (Bellocchio, Mel Gibson, Abel Ferrara) e garantisce una solidità al racconto che aiuta di certo la regia ben calibrata di Amoroso. Senza troppi piagnistei Cover boy mette al centro della narrazione le difficoltà quotidiane di un immigrato e quelle di uno dei tanti italiani relegati ai margini trovandovi una comunione e una solidarietà "di classe" che possono creare forza solo nel vicendevole sostegno, nella vicinanza (perché se non hai nessuno che ti aiuta sei uno straniero in patria) e nella presenza di sentimenti forti: un'amicizia crescente, forse qualcosa di più. Per ragioni di sceneggiatura a un certo punto le strade di Michele e Ioan si dividono, viene a mancare la loro alchimia e il racconto perde qualcosa nonostante sia proprio questa fase a regalare scossoni, metafore e riflessioni morali. Purtroppo poco prolifico, di Amoroso si sono perse un poco le tracce, il documentario Porno e libertà del 2006, poi più nulla.
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