(di Neil Jordan, 2013)
È probabile che, andando contro al celebre detto, anche cinque o sei indizi possano non fare una prova, certo è che messi insieme questi diventino perlomeno una discreta indicazione. Questa volta ci ripetiamo, lo si era già detto in occasione del commento a Triplo gioco dello stesso Neil Jordan, commento al quale la visione di questo Byzantium diventa una (abbastanza) solida conferma: al cinema di Neil Jordan sembra mancare sempre un qualcosa per esplodere, convincere appieno e farsi ricordare. Ancora lontani dall'aver esaminato l'intera opera del regista, si può però considerare parecchio significativo, in merito alla formulazione di un giudizio seppur parziale, il peso di opere quali Non siamo angeli, Intervista col vampiro, Michael Collins, Triplo gioco, Breakfast on Pluto e buon ultimo anche questo Byzantium, film spalmati lungo i decenni, tutti onesti e ben fruibili (anche se di Michael Collins ne ho un ricordo intorpidito) ma mai entusiasmanti. Con Byzantium, a distanza di quasi vent'anni da Intervista col vampiro, Jordan torna ai succhiasangue narrandone ancora una volta un'esistenza che si dipana, tra eventi attuali e ricordi dei protagonisti, lungo il corso dei secoli. Meno romantica del predecessore anche questa sortita nel mondo degli abitanti della notte (che in realtà qui si muovono tranquillamente anche di giorno) nasce dalla penna di una donna, per Intervista col vampiro la fonte era il romanzo omonimo di Ann Rice, per Byzantium alla base abbiamo invece una pièce teatrale firmata da Moira Buffini (A vampyre story), qui anche sceneggiatrice.Clara (Gemma Arterton) ed Eleanor (Saoirse Ronan) vivono in un fatiscente caseggiato inglese, sono due vampire; Clara lavora come ballerina in un night e non è nuova al mestiere più antico del mondo, la donna si preoccupa di procurarsi da vivere per lei e per la sorella Eleanor. Questa, più giovane anche nell'aspetto (in realtà entrambe sono pluricentenarie), limita le sue sortite alla ricerca di plasma e globuli rossi ai danni di uomini già morenti, Clara è invece più spregiudicata e diretta. Appartenenti come spiegato in diversi flashback alla congrega dei vampiri, da questa Clara e Eleanor non sono ben viste in quanto donne; nel momento in cui qualche regola della confraternita viene elusa le due "ragazze" diventano prede di una caccia feroce che porterà le nostre a nascondersi ad Hastings, all'interno di un hotel in rovina, il Byzantium, di proprietà del timido Kevin (Tom Hollander), uomo mite e debole presto soggiogato dall'avvenente e disinibita Clara. Il Byzantium diventa così il nuovo rifugio delle due sorelle; ad Hastings Eleanor incontra un ragazzo di nome Frank (Caleb Landry Jones) che finirà per piacerle e nel quale troverà un confidente; da tempo Eleanor sente la necessità di raccontare a qualcuno del suo retaggio, più volte la vampira ha scritto la sua storia, la frequentazione insieme a Frank di un corso di scrittura creativa sarà l'occasione per far emergere il suo inconfessabile segreto. Seguiranno tragedie.
L'elemento di maggior interesse nel film di Jordan è dato dalle due figure femminili, donne già ostracizzate secoli addietro in quanto accettate di controvoglia in un mondo (la fratellanza) prettamente maschile e che le vede come oggetti di consumo (lo sfruttamento sessuale, i ripetuti tentativi di violenza). La Arterton e la Ronan riescono a delineare due vampiri dal carattere molto diverso, il desiderio di libertà e di verità della più giovane porta la coppia di ragazze ad avere più di un problema e nel percorso di svelamento della loro vera natura regalerà alla Ronan i passaggi drammatici più efficaci del film, capaci di farne uscire il limpido talento che si staglia anche sulla prova della coprotagonista Arterton. Eleganti e d'impatto alcune scene costruite da Jordan come i bagni nella cascata di sangue e l'ingresso con l'insegna gialla dell'hotel Byzantium ben scenografato in tutti i suoi interni, ottima ricostruzione d'ambiente. Jordan lavora bene con i rossi, ritornanti anche in alcuni costumi, delinea una visualità elegante che ammanta un film ancora una volta piacevole ma non memorabile, mette da parte alcune convenzioni trite sulla figura del vampiro (un punto a favore) e cesella due donne nelle quali, nonostante i secoli d'età, si leggono ancora i traumi della crescita per una e la responsabilità della tutela per l'altra. Non male quindi, aspetto però ancora la folgorazione.
Contano molto le due attrici, senza non sarebbe un bel film ;)
RispondiEliminaSono d'accordo, ci sono due belle attrici, la Ronan soprattutto (più brava a mio avviso), di per sé il film sarebbe trascurabile, si guarda ma c'è di meglio.
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