(Extraction di Sam Hargrave, 2020)
In Tyler Rake non c'è un'idea che sia una. Questo, posto che si sia disposti a passare una serata in compagnia di un'action ignorante ma adrenalinico, non è detto che debba per forza precludere la riuscita del film. In Tyler Rake non troverete messaggi, sottotesti, letture politiche, approfondimenti sui personaggi, niente; l'unico tentativo di creare spessore è dato dal legame sentimentale di Tyler Rake (Chris Hemsworth) verso il giovane coprotagonista, una vicinanza dettata dal ricordo di un figlio evidentemente perso prematuramente, tentativo questo di dare un tocco di profondità al film che manca il bersaglio di almeno centomila chilometri, quindi lasciamo pure perdere, in Tyler Rake non ci sono altro che ritmo e azione conditi con sparatorie, esplosioni, inseguimenti, combattimenti, massacri. Ora, assimilato quanto appena detto, per il resto il film è un action ben diretto, riuscito in tutte le sue sequenze, adrenalinico e capace dall'inizio alla fine di non presentare mai cali di ritmo né tempi morti. Non c'è nemmeno un risvolto di trama, linearissima e riassumibile in quattro righe, motivo per cui non sarà così semplice costruire su questo film un pezzo decente degno di venir pubblicato. Ci proviamo comunque.Ovi Mahajan (Rudhraksh Jaiswal) è un adolescente figlio di un importante narcotrafficante indiano (Pankaj Tripathi) attualmente in galera; il ragazzo è controllato a vista e affidato alle cure del braccio destro di suo padre, tal Saju Rav (Randeep Hooda) che però pecca nel suo compito e permette che il ragazzo venga rapito da un narcotrafficante rivale, Amir Asif (Priyanshu Painyuli) che lo nasconde in un rifugio a Dacca, capitale del Bangladesh. Per recuperare il ragazzo viene contattata l'agenzia di mercenari diretta dalla bella e pericolosa (ma non priva di sentimenti) Nik Khan (Golshifteh Farahani) la quale affida il compito al suo uomo di punta, Tyler Rake (Chris Hemsworth), un soldato super addestrato e con un'apparente desiderio di morte dentro il cuore (per il figlio di cui sopra). Nonostante l'estrazione (da cui il titolo originale) di Ovi in principio riesca, qualcosa comunque va storto e i soldi che avrebbero dovuto arrivare sul conto corrente dell'agenzia non vengono trasferiti; a questo punto Tyler si rifiuta di abbandonare il ragazzo e lo scenario si complicherà alquanto tra le due fazioni in lotta, Saju che cerca di recuperare Ovi per conto suo, un vecchio amico di Tyler, Gaspar (David Harbour), che verrà coinvolto nella vicenda, la polizia corrotta e infine l'intervento in prima persona di Nik. Uscire da Dacca non sarà per niente facile.
Tyler Rake è un action movie onesto, senza velleità, solido, ritmato e divertente il giusto, mantiene quel che promette e chi questo cerca questo trova, nel suo segmento un film riuscito. Il problema di Tyler Rake, visto oggi, potrebbe essere dato dal fatto che lo spettatore potrebbe non aver più voglia (o almeno non dovrebbe averne) di immergersi in scenari di guerra, in viaggi nella violenza estrema per la quale sembra che oggi, parlando di quella reale, con i morti veri, si stia sviluppando un'indifferenza senza ritorno. Certo, sappiamo tutti che l'origine del male non sono certo i film come questo, ci mancherebbe, non è questo il punto. È che a guardare un certo tipo di narrazione, sapendo quel che succede nel mondo, un po' di disagio forse lo si dovrebbe provare, come in alcuni passaggi l'ho provato io. Magari per un periodo ci si potrebbe concentrare su altro o affrontare il genere con maggiore consapevolezza e profondità, cercando di aprire occhi e smantellare le indifferenze, abbandonare il conflitto usato come mero divertimento. Sono queste ovviamente considerazioni personali, Tyler Rake è del 2020, anno nel quale le recenti sciagure ancora non erano iniziate, nulla si vuol quindi rimproverare a Hargrave che confeziona un film godibile (magari in altri tempi) che sfoggia doti tecniche di tutto rispetto: c'è almeno una sequenza vertiginosa e realizzata con una maestria incredibile che contiene inseguimenti, corpo a corpo, effetti speciali, gestione degli spazi e dei tempi degna del passato da stuntman del regista che va a far concorrenza all'altro stuntman passato dietro la macchina da presa in tempi recenti, quel Chad Stahelski regista di John Wick dotato però di un tocco più ironico. Hemsworth è un action man credibile e preparato, meglio qui che in film più gettonati come Blackhat o nelle imbarazzanti recenti sortite nei panni del "dio del tuono"; affascinanti le location, magari non troppo credibile il conteggio dei morti a favore ma per quello, si sa, c'è la tanto cara e utile sospensione d'incredulità.
Lo stuntman degli Avengers che richiama la squadra per fare un piano sequenza da record.
RispondiEliminaA me è bastato per divertirmi 🤣
Tutto il resto, non me ne volere, ma credo che ancora più oggi facciano esorcizzare la paura e l'indifferenza verso il male del mondo.
Si, ma è così, uscito in anni in cui i due conflitti "grossi" di oggi ancora non erano partiti, visto adesso devo dire che un po' di difficoltà l'ho fatta...
EliminaMa guarda, a volte l'onestà come in questo caso può bastare, se un film è degno o meno, lo è ;)
RispondiEliminaConcordo, può bastare, in questo caso trama ridotta all'osso ma alla fine Tyler Rake fa il suo.
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