Lasciamo perdere per un momento la musica che proviene da un'altra dimensione, torniamo indietro nel tempo, tiriamo fuori i vecchi giocattoli dalla soffitta e poi premiamo semplicemente il tasto play. Il balzo indietro è di quelli lunghi, da qui al 1975 fanno trentotto. Trentotto e trovare ancora fresco, non male ragazzi, davvero non male. Sarà follia, forse magia ma così è. Un'altra epoca, per la musica, per chi già c'era, per il mondo, per la società e per una manciata di ragazzi di Boston.
Steven,
Joe,
Tom,
Brad e
Joey ancora non avevano conosciuto il successo sconfinato che era lì per arrivare, per ben due volte per di più. I ragazzi erano al terzo album e nel pieno della loro prima vita, non so se potranno contarne nove ma un paio di loro possono ringraziare di aver visto almeno la seconda. Ma torniamo alla prima e all'aprile del 1975, mese in cui uscì l'ottimo
Toys in the attic. Anzi, magari saltiamo al mese successivo, il diciannove, giorno in cui quest'umile ascoltatore veniva alla luce proprio mentre il primo singolo estratto dall'album, il pezzo
Sweet emotion, raggiungeva i negozi di dischi. Con il senno di poi proprio una dolce emozione, indubbiamente. Ci stiamo apprestando a premere play e ascoltare quello che sarà uno dei maggiori successi della band, siamo appunto nel 1975 è il rock si è già sentito, tra palloni volanti e pietre che rotolano non ci stupiamo, ma lasciamo perdere, non divaghiamo, non ha importanza perché già dall'attacco questo rock è di quelli che non si dimenticano facilmente. Le cose semplici sono spesso le migliori, parole di
Perry e lui è uno che ne sa, ascoltatelo. La voce di
Tyler non è quella del Superbowl, non stiamo parlando ancora di un giudice di
American Idol ma di uno dei giudicigiuriaeboia del rock settantiano. I gemelli tossici e il combo ritmico sono di quelli che contano e lasciano il segno. Suonano i ragazzi ma scrivono anche, le liriche non sono nemmeno tra le più banali del carrozzone del rock e man mano che l'ascolto procede ci si accorge che il disco è come un maiale di quelli che non si può buttar via nulla, un maiale con infilata in bocca la mela, quella del peccato originale. E' coinvolgente, pieno d'ottimi pezzi, con quella
Walk this Way grazie alla quale prenderà forma poi più avanti, grazie a quei ragazzacci neri, la loro seconda vita. C'è qualcuno che non la riconosce dopo i primi colpi di
Kramer? Dico, c'è qualcuno? Prima che entri il riff di chitarra, quello da storia del rock. Allora, c'è qualcuno? No, come pensavo. Ascoltate anche la cover di
Big Ten Inch Record di
Fred Weismantel e ditemi se non è come se fosse loro tanto ci sono dentro. Il 19 dicevamo,
Hamilton, Hamilton, Hamilton cosa ci combini? Bravi e grazie ancora, altro che basta, basta. Due piccole perle ci aspettano in chiusura: forse la misconosciuta ai più
Round and round, con accenni insolitamente e apparentemente più tosti, duri nell'economia del disco stemperati nell'energica ballata finale. Forse l'abbiamo visto piangere, forse dopo l'uscita dell'ultimo lavoro e al ricordo di ciò che fu. E forse non è stato nemmeno il solo.
Toys in the attic, 1975 - Columbia
Steven Tyler: voce, armonica, percussioni, piano
Joe Perry: chitarra solista, talkbox
Tom Hamilton: basso
Joey Kramer: batteria, percussioni
Brad Whitford: chitarra ritmica e solista
Tracklist:
01 Toys in the attic
02 Uncle Salty
03 Adam's apple
04 Walk this way
05 Big Ten Inch record
06 Sweet emotion
07 No more no more
08 Round and round
09 You see me crying
Discone ! Uno dei primi della mia libreria iTunes...e poi, Walk This Way...passano gli anni e resta una bomba !
RispondiEliminaIntramontabile.
EliminaOh Yeah....grande !!!! Una bomba !!! Ecco, questi sono i post che la mattina di danno una mega carica per affrontare la giornata al meglio !
RispondiEliminaUn disco senza età ! Grazie per avermelo ricordato e raccontato ;)
Felice giornata !
Al mattino meglio del caffè :)
EliminaDecisamente ;)
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