venerdì 27 dicembre 2013

THE WALKING DEAD - STAGIONE 2

Era il maggio del 2010 quando calava definitivamente e per l'ultima volta il sipario su quel che allora era il mio show televisivo preferito. Con un po' di amaro in bocca per un finale metafisico che lasciava troppe cose in sospeso ma con in tasca una montagna di ore di appassionante divertimento, Lost raggiungeva il traguardo finale di una corsa durata sei anni.

In quel periodo il mondo dei serial-tv subì un'esplosione qualitativa senza precedenti, l'offerta si moltiplicava e il limite alle possibilità di visione era dettato solo dalla mancanza di tempo dello spettatore. Ciò nonostante io, come molti altri, iniziai a considerarmi un orfano di Lost e mi misi così alla ricerca di un degno successore. Le delusioni furono cocenti finché un bel giorno non mi imbattei nel Doctor Who, un personaggio di cui mi innamorai senza riserve e che ancor oggi rimane una delle mie serie preferite. Doctor Who, seppur muovesse in me le stesse aspettative di Lost, correva su un binario parallelo, su una strada cosparsa di emozioni e divertimento ma alla quale mancava ancora un pizzico di qualcosa.

Sono passati più di tre anni da quel maggio lì e ora posso dire, senza alcuna ombra di dubbio, di aver finalmente trovato la serie giusta capace di spazzare gli ultimi rimasugli di rimpianto per un modello vincente come quello di Lost. Con The walking dead a mio modesto parere si è andati anche oltre.

Le premesse sono diverse, in The walking dead non sono i mille misteri a guidare lo sviluppo della trama bensì lo studio della psicologia dei personaggi, i colpi di scena ma soprattutto la riflessione etica, morale e sociologica che ogni scelta di ogni personaggio scatena nello spettatore. E sono scelte dure, dolorose e cancerose, di quelle che scavano fino a farti esplodere. Ogni singolo personaggio riserva sorprese e non è mai da dare per scontato nè moralmente, nè fisicamente.



Le interazioni tra i vari elementi di un gruppo ristretto, gli scontri per la leadership fino alle singole scelte morali che daranno inevitabilmente una direzione alla microsocietà che si è venuta a creare dopo l'epidemia zombizzante sono il vero cuore di una serie di altissimo livello. Ci sono gli zombie ma la minaccia potrebbe essere benissimo un'altra e il succo non cambierebbe di una virgola. Detto ciò gli zombie sono probabilmente l'ideale per accrescere la tensione nella giusta misura, funzionano e quindi va benissimo così. Rimane il fatto che The walking dead non è una serie sugli zombie ma sulle persone.

In questa seconda stagione il gruppo capitanato da Rick Grimes (Andrew Lincoln) si trova a dover affrontare sfide ancor più dure di quelle superate nella serie precedente e a dover integrarsi con un altro gruppo di sopravvissuti guidati dal capofamiglia Hershel Greene (Scott Wilson), un anziano veterinario proprietario di una fattoria all'apparenza sicura e incontaminata.

La tensione è calibrata alla perfezione per innalzarsi puntata dopo puntata e deflagare sul finale in colpi di scena capaci di lasciare lo spettatore senza fiato. Ma il meglio arriva quando dopo una scelta fatta da un personaggio o dal gruppo ti chiedi come questo sia possibile, o quando appena prima di un momento clou ti domandi "e ora cosa faranno, chi sarà capace di fare quel che va fatto?". E spesso arriva la risposta che non ti aspetti, in questo Kirkman e i suoi sono davvero dei talenti, senza contare che Kirkman fà lo stesso lavoro anche con il fumetto portando avanti una trama decisamente divergente da quella del serial tv ma caratterizzata dalla stessa qualità.

Quando una serie è capace di lasciarti letteralmente di merda vuol dire che funziona e The walking dead indubbiamente funziona.


2 commenti:

  1. TWD è una figata assoluta...e ti consiglio Justified e Sons Of Anarchy...e la perfezione ASSOLUTA che è Breaking Bad...lascia perdere il resto: Walter White spacca tutto e tutti!

    Zio Robbo

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    Risposte
    1. Pian piano cercherò di recuperare tutto (fosse facile), al blocco aggiungerei anche Black Mirror, serie breve ma bellissima. A breve credo che guarderò la prima serie di Sherlock, me la cavo con soli tre episodi.

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